I RICORDI DI GUERRA DI JOHN BROPHY
Data: 16/06/2008Autore: JOHN BROPHYCategorie: TestimonianzeTag: #today, uk, veterani-reduci

I RICORDI DI GUERRA DI JOHN BROPHY

traduzione a cura di Fiorenza Castaldi

Premessa

John Brophy, scozzese, veterano di Cassino e Anzio, uomo allegro, di grande spirito, nonostante una faticosa vita da minatore, oggi ottantottenne, ci ha inviato gentilmente i suoi ricordi di guerra, scritti con l’aiuto di una delle sue figlie, Janet.

IN ITALIA

Facevo parte dell’8ª Armata quando questa attraversò lo stretto di Messina dalla Sicilia a Reggio Calabria, nel Settembre del 1943. Avevo 24 anni ed era la mia terza campagna, poiché ero in servizio attivo fin dall’inizio delle ostilità, nel 1939. Ora mi trovavo nella 5ª Divisione britannica come caporale, nella 13ª Brigata, con il compito di utilizzare i mortai 4.2". La Brigata era costituita dal 2° Battaglione, formato a sua volta dal reggimento "Wiltshire", dai fucilieri "Inniskilling" e dal mio reggimento, i "Cameronians".
Allo sbarco sulla penisola italiana ci dirigemmo verso nord sull’Adriatico e catturammo gli aeroporti di Foggia. Continuammo a spingerci innanzi attraversando finalmente il fiume Sangro; nel tardo Ottobre 1943 avevamo raggiunto la linea "Gustav", dove l’avanzata si arrestò improvvisamente dinnanzi alle pressoché inespugnabili difese tedesche. Sebbene pesanti combattimenti continuarono a intervalli per tutto l’inverno 1943, entro Gennaio 1944 ci trovavamo ancora alla linea "Gustav".

CASSINO

In quel periodo la 5ª Divisione fu trasferita dal fronte dell’8ª Armata al 10° Corpo britannico per supportarlo nell’attraversamento del Garigliano. Il mio reggimento, i "Cameronians", in quanto parte della 13ª Brigata, supportò il 10° Corpo britannico nell’operazione. Il 10° Corpo britannico aveva il compito di irrompere sul fianco meridionale del fronte, dalla foce del Garigliano a Cassino. La 5ª Divisione britannica, alla sinistra del 10° Corpo, doveva dare l’assalto attraverso il fiume Garigliano, quindi avanzare e occupare la Cresta di Minturno.
L’operazione cominciò la notte del 17 Gennaio quando i battaglioni si diressero verso le posizioni di partenza per iniziare l’attraversamento. I fucilieri di "Inniskilling", ai quali apparteneva anche il mio grande amico Robert "Jock" Allan, incontrarono una forte opposizione nel proprio settore di attraversamento e furono fermati, cosicchè si decise di posticipare l’ora "H" di due ore, per permettere agli "Inniskillings" di ritirarsi e posizionarsi dietro ai "Wilts". Fin dalle prime ore della mattina, comunque, i battaglioni erano riusciti ad attraversare il fiume e all’alba erano avanzati fino alle creste. Un pesante combattimento continuò per tutto il giorno mentre i battaglioni provavano a raggiungere gli obiettivi e durante il tardo pomeriggio due compagnie del 2° "Cameronians" avanzarono per attaccare la cresta 201, posizione chiave, ma il combattimento fu talmente aspro che furono ricacciati indietro. Alcune compagnie degli "Inniskillings" avanzarono verso i loro obiettivi, ma vi fu un contrattacco in serata e anch’esse dovettero cedere. Durante la notte la 15ª Brigata di fanteria, riserva divisionale, attraversò il fiume e avanzò per catturare la cresta 201 e poi occupò Minturno. I tedeschi lanciarono un aspro contrattacco per i successivi due giorni e alcune compagnie furono respinte, ma il 22 Gennaio i "Cameronians" ripresero la cresta.

Uno dei ricordi ancora vivi di quei giorni è quando, portando i mortai dietro la fanteria, attraversai il ponte "Bailey", che i genieri reali avevano costruito sul Garigliano. Il ponte si estendeva sul fiume per più di 200 piedi e ricordo che mi meravigliai. Una volta attraversato il fiume sui nostri camion, sulla strada, un pò oltre, fummo fermati e fummo avvertiti che c’era, un pò più avanti, un incrocio sottoposto a bombardamenti e al fuoco di mitragliatori. Le postazioni tedesche, ben scavate e protette da bunker di calcestruzzo, crearono problemi alle forze in avanzamento. Fummo istruiti che una volta arrivati al crocevia avremmo dovuto girare subito a sinistra, dove vi erano coperture e continuare su quella strada. Dovevamo fermarci nei pressi del crocevia, al segnale ogni camion doveva accelerare. Ero responsabile dell’attraversamento di quattro camion e dovevo calcolare il tempo che intercorreva tra una raffica di fuoco e l’altra, per farli attraversare. Fu un po’ come alla roulette russa. Ero appena riuscito a far passare l’ultimo camion, quando una bomba scoppiò lì vicino e mi gettò a terra. Appena realizzai che non ero morto, mi rimisi in piedi e, grazie ad un’esplosione di adrenalina, attraversai l’incrocio quanto più velocemente potessero le mie gambe. Appena svoltai velocemente a sinistra scivolai e persi l’equilibrio e mi ritrovai a terra tra i resti straziati di numerose vittime. Questi corpi giacevano su tutto il percorso dei camion e dei carri armati, che avevano così pagato il loro pedaggio. L’odore era orrendo e ricordo che, come provai a trovare alcuni appigli sul terreno scivoloso per stare in piedi, ebbi conati di vomito.

Fu un momento terribile per me, che mi avrebbe accompagnato per tutto il resto della vita e un’esperienza della quale non ho mai parlato per più di 60 anni.

Ripresi la strada e mi riunii alla mia compagnia, dove i cannoni erano stati posizionati.
Pesanti combattimenti continuarono per tutto il resto del mese e riuscimmo ad allargare la testa di ponte fino ad un’ampiezza di 10 miglia, ma quando fronteggiammo le forze tedesche fresche ci impantanammo e non riuscimmo a fare nessun altro progresso.
Senza che lo sapessi era avvenuto lo sbarco di Anzio e io e il mio grande amico Jock Allan dei Fucilieri ci ritrovammo subito a far parte dei rinforzi della 5ª britannica sulla testa di ponte di Anzio in uno dei peggiori conflitti della guerra. Sarebbe stato anche il peggior periodo per noi.

ANZIO

Nel Febbraio 1944, dopo essere stata trasferita dal fiume Garigliano a Caserta, la 5ª Divisione britannica fu inviata via mare ad Anzio come rinforzo della assediata 1ª divisione. Lo sbarco iniziale aveva avuto luogo il 22 Gennaio e sebbene le cose fossero andate bene fin dall’inizio, il generale Lucas, anziché avanzare mentre gli Alleati erano privi di opposizione, fu oltremodo cauto e sprecò tempo prezioso a scavare, consentendo ai tedeschi di preparare le loro contromisure. Entro Febbraio i tedeschi avevano organizzato un aspro contrattacco e le forze britanniche e americane stavano soffrendo di pesanti perdite.
La 1ª Divisione britannica era avanzata sulla strada Anzio-Albano verso Campoleone, catturando Aprilia, e aveva raggiunto Campoleone, penetrando la linea tedesca, ma dovette pagare il suo prezzo. Gli uomini erano esausti, intere compagnie erano state spazzate via completamente o seriamente decimate nel feroce combattimento lungo tutto il fronte.
Il mezzo da sbarco sul quale mi trovavo arrivò al porto di Anzio in pieno bombardamento, un gruppo di noi si precipitò fuori e si diresse sulla strada. Non andammo lontano che fummo inviati al coperto in un edificio, alcune centinaia di yard dal porto, che si rivelò essere una chiesa (è ancora lì oggi), dove aspettammo fino a che le nostre armi non furono scaricate dal mezzo da sbarco.

Ci venne detto di non usare la strada Anzio-Albano e ci dirigemmo oltre il faro sulla strada costiera, dove dovevamo posizionare le armi. Ci stabilimmo, alla fine, in un profondo fosso nel bosco di Padiglione. I tedeschi avrebbero potuto inviare di tanto in tanto pattuglie dentro i fossi, cosicchè eri sempre in guardia.
Durante il giorno nulla si muoveva, dato che tutta la testa di ponte era sotto il fuoco tedesco. Ovviamente tutti avevamo sentito parlare del cannone tedesco "Anzio Annie" e speravamo di non essere sulla sua traiettoria. Camminavamo sempre acquattati e solo la notte potevamo muoverci con relativa sicurezza, sebbene nulla fosse sicuro. Non esisteva un’area sicura , nessuna retrovia. Se eri ad Anzio, eri al fronte!

Una notte mentre ero fuori servizio nella buca, sintonizzammo la radio sul canale tedesco di propaganda. Ci sintonizzammo appena in tempo per sentire "Sally", l’annunciatrice, che con grande gioia ci informava che i tedeschi avevano riconquistato Aprilia, la "Factory", e catturato le Guardie scozzesi , ovvero, come lei disse, "l’orgoglio dell’Armata britannica" e procedeva elencando i nomi dei prigionieri. Mio cognato Harry Woods era nelle Guardie e sentì che fu letto il suo nome. Scrissi immediatamente a mia sorella e sebbene fosse severamente proibito le dissi che Harry era stato catturato, ma di non preoccuparsi.

Entro Marzo 1944 il fronte del nostro settore era il "Flyover" (cavalcavia a Campo di Carne, vicino ad Aprilia) e questa stasi impediva qualsiasi avanzata da entrambe le parti. Sebbene fosse ancora un brutto periodo c’erano alcuni momenti più leggeri, non molti, alcuni. Occasionalmente, circostanze permettendo, un gruppo di noi si riuniva. Jock Allan faceva parte del gruppo e trascorremmo dei bei momenti a cantare. Jock aveva una bella voce e una delle sue canzoni preferite era "The Old Rustic Bridge by the Mill". Era un soldato scelto negli Inniskillings a quel tempo faceva la staffetta. Veniva da Anderston, Glasgow, io venivo da un piccolo paese minerario del Lanarkshire e condividevamo la stessa ascendenza irlandese. Io e Jock avevamo lo stesso "humour" scozzese e a volte quando eravamo terrorizzati, ovvero per la maggior parte del tempo, dicevamo "Uno di noi è destinato a uscirne fuori!"
La notte del 3 Aprile mentre stavo di sentinella lungo la linea del fosso fui colpito alla coscia da una mitragliata. Ricordo che fui lanciato in aria e caddi vicino a una giovane sentinella, che era troppo spaventata, a dir poco. Sapevo che ero ferito, ma non sapevo quanto seriamente.
Riuscì a strisciare nella buca, dove mi fu dato un primo soccorso e poi fui trasferito nella tenda dell’Ospedale da campo dove le mie ferite furono curate. Ero stato fortunato, il proiettile era entrato al ginocchio e uscito alla coscia. Jock venne ad Anzio, all’ospedale di evacuazione, mi portò le sigarette, e mi disse che avrebbe provato a tornare a trovarmi prima che mi imbarcassero per l’ospedale militare di Napoli. Alcuni giorni dopo fui informato che Jock era stato ucciso dal colpo di un mortaio.
Il mio periodo ad Anzio era finito e fui imbarcato per Napoli, dove trascorsi sette settimane in ospedale. Mentre ero in convalescenza visitai l’isola di Capri, con la casa di "Gracie Fields". Dall’Italia fui inviato in Palestina e da lì di nuovo in Europa, dove finii la guerra, ad Amburgo, Germania, prima della distruzione, nel Febbraio 1946.
Nel 2003 sono tornato ad Anzio , dove mi è stato consegnato un "certificato d’onore" dalla cittadinanza. Ho visitato la tomba del mio amico Jock, nel Cimitero della testa di ponte e al ricordo dei vecchi tempi gli ho cantato la canzone "The Old Rustic Bridge by the Mill".

John Brophy

Da allora John Brophy, assieme alla sua famiglia, ha continuato a visitare i luoghi della battaglia di Cassino ed Anzio, quasi annualmente, sentendo un forte legame con il nostro territorio, che pure è stato ed è fonte per lui di ricordi terribili. Se noi abbiamo cercato negli anni di dare a lui, e agli altri veterani, un riconoscimento per il loro sacrificio, con certificati d’onore e con una doverosa e calorosa accoglienza, altrettanto hanno fatto loro, continuando a condividere con noi i ricordi di quella guerra, con un forte senso dell’amicizia e della solidarietà.

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