ITINERARI DI GUERRA: LA PRESENZA DELLE TRUPPE TEDESCHE NEL LAZIO OCCUPATO 1943-1944
Data: 23/06/2010Autore: CARLO GENTILECategorie: RicercheTag: documenti, germania, unità-reparti

Itinerari di Guerra: la presenza delle truppe tedesche nel Lazio occupato 1943-1944

Nota di autorizzazione. I contenuti di questa pagina sono tratti integralmente dal saggio di Carlo Gentile [21] sulla presenza delle truppe tedesche nel Lazio occupato, parte integrante dello studio sulla Presenza delle truppe tedesche in Italia 1943-1945, messo a disposizione dall'Istituto Storico Germanico di Roma (Deutsches Historisches Institut in Rom) [22].
L'impiego in questo sito internet di una parte di questo saggio, è stato concesso dall'Istituto Storico Germanico di Roma con il consenso dell'autore. Si ringrazia a questo scopo il dott. Lutz Klinkhammer per la disponibilità e l'interessamento.

Le parti del saggio riportate sono quelle in cui si tratta delle unità che, tra l'ottobre 1943 e il maggio 1944, furono impiegate sul fronte di Cassino o nelle sue immediate retrovie. L'indice sottoriportato comprende, per completezza, tutti i punti del saggio; sono attive però solo le voci presenti in questo sito internet. Per una lettura complessiva si rimanda al testo completo del saggio di Carlo Gentile.

E' vietata ogni ulteriore riproduzione o duplicazione.

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I. INTRODUZIONE

II. ITINERARI DI GUERRA E STORIE DI UNITA'

I COMANDI

I COMANDI TERRITORIALI

LE DIVISIONI

UNITA' NON INDIVISIONATE

LA LUFTWAFFE

LE FORMAZIONI DI POLIZIA

I. INTRODUZIONE

Il Lazio fu certamente tra le regioni italiane più segnate dal passaggio della guerra. Due fronti aperti - quello della "Linea Gustav" sul Garigliano e quello di Anzio/Nettuno - sui quali si svolgono intensi combattimenti, l'altissima concentrazione di truppe, in primo luogo tedesche, la martellante attività aerea alleata, le evacuazioni forzate e le difficoltà di approvvigionamento, requisizioni e repressione antipartigiana travagliano la vita della popolazione di questa regione. La presenza tedesca fu particolarmente consistente. Una intera armata, la 14a, forte di 145.000 uomini, e buona parte dei 174.000 della 10a armata erano dislocati sul suo territorio, concentrati in particolare in prossimità del fronte sul Garigliano, a est e sud-est di Frosinone, e della testa di ponte di Anzio, a sud di Roma.
Dopo una prima fase nell’estate 1943, quando le truppe tedesche, in particolare la 2a divisione paracadutisti e la 3a Panzergrenadier, assunsero il controllo della regione, le truppe tedesche erano costantemente aumentate, soprattutto con l’arrivo del fronte sulle posizioni di Cassino alle fine del 1943 e lo sbarco alleato ad Anzio/Nettuno il 22 gennaio 1944. A questi eventi seguirono cinque mesi di intensi combattimenti. Ricordiamo le tre battaglie di Montecassino, la prima tra il 17 gennaio ed il 18 febbraio, la seconda tra il 15 ed il 23 marzo e la terza e ultima, tra l’undici ed il 18 maggio, e quelle sul fronte di Anzio, le fallite sanguinose controffensive tedesche di febbraio e marzo e, infine, l’ultima spallata delle truppe alleate che, in meno di quattro settimane, portò alla liberazione del Lazio.

La relativa breve durata di occupazione e guerra sul fronte non dice nulla sull'intensità dell'esperienza subita dalla popolazione civile di questa regione che era quasi esclusivamente agraria. Fu sicuramente nelle campagne, più che nella capitale, che l’occupazione tedesca fu sentita in maniera fortemente drammatica. All’arrivo delle truppe tedesche sulle posizioni del Garigliano e del Sangro, corrispose infatti lo sgombero e la distruzione di dozzine di centri abitati per creare il "campo di tiro" e far posto alle fortificazioni difensive. Le autorità militari di occupazione direttamente o attraverso l’Organizzazione Todt prelavarono decine di migliaia di uomini da adibire alla costruzione di fortificazioni campali come la Linea Bernhard e la vicina Linea Gustav, sul Garigliano, o la Linea Senger [1].

Nelle retrovie, truppe della polizia e formazioni "speciali", come il battaglione Brandenburg, fecero caccia serrata alle migliaia di prigionieri di guerra alleati evasi dai campi di prigionia italiani dopo l’otto settembre ed in marcia verso sud.
Anche le prime formazioni partigiane laziali, pur modeste nelle loro dimensioni e nella portata delle loro attività militari non mancarono di suscitare l’attenzione delle autorità di occupazione che già immediatamente dopo l’otto settembre avevano avviato una dura repressione.

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A metà giugno (1944) anche le ultime unità tedesche lasciarono il territorio laziale restituendolo, finalmente, alla democrazia ed alla libertà.

II. ITINERARI DI GUERRA E STORIE DI UNITA'

I COMANDI

Oberbefehlshaber Südwest (Heeresgruppe C)

È la più alta articolazione militare tedesca sul teatro di guerra italiano. Viene costituito il 6 novembre 1943 per trasformazione dello stato maggiore dell’Oberbefehlshaber Süd, il comando costituito nel dicembre 1941 al quale erano subordinate tutte le unità della Luftwaffe presenti sullo scacchiere del Mediterraneo e che era guidato dal Feldmaresciallo Albert Kesselring. Nato come organo di controllo e di rappresentanza presso il Comando Supremo e Mussolini, l’OB Süd assunse progressivamente, compiti militari operativi, soprattutto a partire dall’estate 1943 in seguito allo sbarco alleato in Sicilia ed alla caduta di Mussolini, il 25 luglio 1943. Ma fu tuttavia solo con l’ordine di Hitler del 6 novembre che l’OB Süd fu trasformato in un comando militare a tutti gli effetti ed al quale fu data la denominazione Oberbefehlshaber Südwest (Oberkommando der Heeresgruppe C). Il comando sul teatro di guerra italiano fu assunto da Kesselring il 21 novembre. I suoi compiti furono fissati nella difesa del fronte sulla linea Gaeta-Ortona, il presidio delle coste e la lotta contro le formazioni partigiane, la cui azione era allora ancora limitata all’Italia nord-orientale [5].

Il comando OB Südwest rimase fino alla Liberazione la principale articolazione di comando tedesca in Italia. Il suo comandante fu fino al 10 marzo 1945 Albert Kesselring. Dopo questa data lo sostituì il generale Heinrich Vietinghoff-Scheel.
La sede del comando di Kesselring fu nell’estate 1943 a Frascati, poi nella base del Monte Soratte fino ai primi giorni di giugno del 1944, quindi a Monsummano, presso Montecatini, fino a metà luglio. Successivamente fu portato a Sant’Andrea Bagni presso Parma e, dalla seconda metà di settembre in avanti, a Recoaro.

Armeeoberkommando 10 (AOK10)

Viene formato il 9 agosto 1943, dopo lo sgombero della Sicilia, utilizzando lo stato maggiore del "Generale tedesco presso il comando supremo delle forze armate italiane" (Deutscher General beim Hauptquartier der ital. Wehrmacht) e subordinato all’OB Süd. Stazionata nell'Italia meridionale, l'armata assume il controllo del XIV e del LXXVI Panzerkorps, entrambi impegnati al fronte nell'Italia meridionale. Combatte contro le forze alleate sbarcate a Salerno e contro i reparti dellg'Ottava armata britannica che risalgono la costa adriatica in Puglia, Molise e Abruzzo. Tra il 19 ottobre ed il 21 novembre le sue unità si ritirano combattendo sulle posizioni del Garigliano e del Sangro. L’AOK 10, impegnato sulla Linea Gustav controllava il territorio delle province di Macerata, Ascoli, Pescara, L’Aquila, Teramo e nel Lazio, Frosinone e parte di quella di Littoria (Latina). Nella primavera 1944 i suoi corpi d’armata erano il XIV Panzer ed il LI da montagna (Gebirgsarmeekorps). La battaglia sul Sangro si svolge dal 28 novembre al 4 gennaio 1944, quella sul Garigliano e il Rapido dal 5 al 25 gennaio. Nel settore di Cassino combatte la I battaglia tra il 28 gennaio ed il 18 febbraio, la II dal 15 al 24 marzo. Con l'apertura dell'offensiva alleata "Diadem" il 12 maggio inizia la III battaglia di Cassino, che prosegue sul Liri fino alla fine del mese. Il 1 giugno inizia la ritirata attraverso gli Abruzzi, la parte orientale del Lazio e della Toscana, Umbria e Marche.
Il suo comando ebbe sede a Alvignano e Venafro nel settembre 1943, poi a Massa d’Albe (Aquila) dall'ottobre al maggio 1944. A metà giugno fu a Saltino, poi a Vallombrosa, entrambe le localitá in provincia di Firenze. A luglio fu trasferito a Pizzocalvo (Bologna), poi, verso la fine della guerra, a Monselice e quindi a Cortina d'Ampezzo.
Al suo comando fu il generale Heinrich von Vietinghoff gen. Scheel, che dal marzo 1945 sostituì Albert Kesselring al comando supremo delle truppe tedesche in Italia (OB Südwest). Il suo successore alla testa dell’armata fu il generale Traugott Herr.

XIV. Panzerkorps

Costituito nell'aprile 1938 a Magdeburg, combatte nel 1939 in Polonia, nel 1940 sul fronte occidentale, nell'aprile 1941 in Jugoslavia e dal giugno 1941 in Russia (Tarnopol, Shitomir, Kiev, Krementschug, Poltava, Dniepropetrovsk, Zaporoje, Mare di Azow, Rostov sul Don) e viene distrutto a Stalingrado nel febbraio 1943. Dal marzo 1943 il corpo viene ricostituito in Francia, e dal giugno dello stesso anno è in Sicilia, dove assume il comando della 15. e della 29. Panzergrenadier-Division. Combatte nelle regioni di Agrigento, Barrafranca, Leoforte, Agira, Nicosia, Cefalù, Santo Stefano di Camastra, Catania, Acireale, Linguaglossa, Randazzo, Patti, Taormina e Messina. Lasciata la Sicilia, il corpo si ritira lungo la direttiva Rosarno, Laureana di Borello fino a Niscastro e nel settembre è in Campania, a sud di Napoli. Qui assume il controllo dello schieramento tedesco nel settore settentrionale del fronte di Nocera-Salerno-Battipaglia ed ha al suo comando la 3. e la 15. Panzergrenadier-Division, la 26. Panzer-Division e la Panzer-Division "Hermann Göring". Tra la fine di settembre la prima settimana di ottobre le sue truppe si ritirano sulle posizioni del Volturno, nel settore Castelvolturno-Capua-Caiazzo e nelle settimane successive attraverso Dragoni e Mignano fino a Cassino e attraverso Mondragone, Aurunca e Minturno fino a Fondi. In questo periodo il corpo è comandato dal generale Hans Valentin Hube al quale, il 23 ottobre, succede il generale Fridolin von Senger und Etterlin. Dal novembre 1943 alla prima metà di maggio del 1944, al comando della 3. e 15. Panzergrenadier-Division, 44., 71. e 94. Infanterie-Division, 5. Gebirgsdivision, tiene la linea Fondi-Pico-Cassino-Atina. Nel maggio 1944 si ritira attraverso le aree di Arce, Arpino, Frosinone, Veroli e Velletri, tra Anzio e Roma, all'ovest di Roma e attraverso Tivoli fino a Terni. A giugno i movimenti di ritirata proseguono attraverso la regione di Terni e Spoleto finché il corpo non è trasferito sull'ala destra dello schieramento della 14a Armata. In Toscana i movimenti del XIV. Panzerkorps si svolgono attraverso Roccastrada e Poggibonsi e nel settore compreso tra Prato e Lucca. Nell'agosto la 3. e la 15. Panzergrenadier-Division sono trasferite in Francia; la 65. e la 362. Infanterie-Division, la 42. Jäger, la 16. SS-Panzergrenadier-Division sono assegnate al corpo che fino a novembre assume il controllo del settore appennico compreso tra La Spezia-Sarzana-Castelnuovo-San Marcello Pistoiese. Dal novembre 1944 al marzo 1945 il corpo opera a sud e sud est di Bologna e controlla la 65. e la 305. Infanterie-Division, la 157. Gebirgs-Division e la 29. Panzergrenadier-Division.

LI. Gebirgsarmeekorps

Ricostituito nell'agosto 1943 in sostituzione del LI corpo d'armata distrutto a Stalingrado e immediatamente trasferito in Italia, dove assume il comando della 65. e della 305. Infanterie-Division, le due unità che controllano il settore appennico e costiero intorno a La Spezia. Le sue truppe occupano la città ligure all'indomani dell'otto settembre. Dopo un periodo di occupazione della fascia costiera dell'Alto Tirreno, nel gennaio 1944 il LI. Gebirgskorps è trasferito in Abruzzo, nell'area di Pescara e Isernia, dove controlla il settore Castel di Sangro-Roccaraso- Palena-Lama de Peligri-Guardiagrele-Ortona. In quest'area è subordinato alla 10a Armata e dispone delle seguenti divisioni: 65., 305. e 334. Infanterie-Division, 1. Fallschirmdivision e, a partire dalla primavera 1944, della 114. Jäger e della 5. Gebirgsdivision. A metà maggio il corpo, affiancato dal Gruppe Hauck (creato ad hoc ed al quale è affidato il comando della 305. e 334. Infanterie-Division, inizia la ritirata lungo la catena appenninica. La marcia delle sue unità tocca solo perifericamente territorio laziale nel corso della prima metà di giugno. A metà giugno il LI. Gebirgskorps dispone delle seguenti divisioni:

Nel mese di giugno queste unità affrontano combattimenti difensivi nelle aree di Città San'Angelo, Penne, intorno al Gran Sasso, presso Rieti, nella valle del Vomano, a sud di Teramo, Roseto, Teramo, Montorio, Amatrice, Civitella e tra San Benedetto e Ascoli Piceno.
Il grosso del corpo si ritira in seguito attraversando la regione di Porto San Giorgio, Fermo e Servigliano, attraverso la valle del Chienti, nel settore tra Porto Civitanova, Macerata e Tolentino. Il 30 giugno i combattimenti si svolgono già a nord del Potenza, lungo un largo fronte tra Porto Recanati, Loreto, Recanati e nell’Appennino, tra Matelica e l’area di Perugia.
Nelle settimane successive le truppe del corpo attraversano le Marche e l‘alta Val Tiberina e raggiungono nel mese di settembre l'Appennino tosco-romagnolo. Alla fine di ottobre del 1944 il corpo viene trasferito in un settore più calmo del fronte ed assume il comando delle truppe tra la Versilia e Vergato. Ai suoi ordini sono ora la: La sede del suo comando è a Catignano in prov. di Pescara fino a maggio, poi a Pescina, nel luglio a Pennabilli e nel settembre 1944 a Bertinoro. Nell'Appennino tosco-emiliano la sede del suo comando è a Albinea, in prov. di Reggio Emilia.

LXXVI. Panzerkorps

Formato in Italia nel luglio 1943 utilizzando a questo scopo i quadri del LXVI corpo d'armata della riserva, e quindi trasferito nell'Italia meridionale. Dopo lo sbarco delle truppe alleate a Salerno, il LXXVI. Panzerkorps assume il comando del settore centrale e sinistro dello schieramento tedesco che contrasta la testa di ponte. Le sue divisioni: 26. Panzer, 29. Panzergrenadier e 1. Fallschirmjäger (impegnata in gran parte in Puglia e Basilicata) combattono a sud est di Salerno, Eboli, Battipaglia e Contursi. Verso la fine di settembre il corpo si ritira nella regione compresa tra Cantalupo e Vinchiatura, nell’Appennino meridionale. Nel mese di ottobre le sue truppe si ritirano nella vallata del Sangro e nell’area a sud della strada tra Avezzano e Pescara. Il grosso del corpo è ingaggiato nei combattimenti nell'area di Avezzano, Sulmona, a sud di Pescara presso Fossacesia, Lanciano, Ortona e Chieti.
In seguito allo sbarco sulla costa laziale, il corpo è trasferito nella regione a nord est di Anzio e dispone ora della 26. Panzer e della 715. Infanterie-Division da poco giunta dalla Francia.
Partecipa alla controffensiva tedesca avviata il 16 febbraio e combatte nella regione di Aprilia, ma viene respinto dalle truppe americane. Anche la seconda offensiva dal 29 febbraio al 3 marzo vede le sue truppe impegnate nell’area di Cisterna. Da marzo a maggio il corpo è impegnato in combattimenti difensivi e di retroguardia nelle aree di Cisterna, Aprilia, Velletri, Valmontone, Frosinone, Ceprano e Pico. Nel mese di giugno, nel proseguimento della ritirata, le sue truppe combattono nei pressi di Albano, Valmontone, Anagni, Palestrina, Tivoli.
Passata Roma, il corpo attraversa il Lazio nel settore tra la via Cassia e la Salaria, toccando Sutri, Castelnuovo del Porto e Rocca Sinibalda, e quindi il settore Viterbo-Terni-Rieti. Il grosso del corpo si ritira verso nord, dalla regione di Terni verso Perugia e dal Viterbano, passando per Bolsena e Acquapendente, raggiunge Sinalunga e Asciano, a nord di Montepulciano.
Il 15 giugno le divisioni ai suoi ordini sono:

Tra il 20 giugno e metà luglio il corpo combatte nella Val di Chiana e nel Valdarno (Arezzo, Bibbiena, Poppi, Montevarchi, Figline, Pontassieve, Firenze, Empoli e Prato. Verso la fine di luglio il corpo è trasferito in Romagna e combatte nelle Marche sul Metauro a Mondolfo e nella regione di Urbino. Il LXXVI. Panzerkorps dispone in questa fase delle seguenti divisioni: Nel periodo successivo il corpo opera in Romagna ed in Emilia nella zona di Lugo, Alfonsine, Imola, Medicina, Massa Lombarda. Nell’aprile 1945 il grosso del corpo si ritira nella regione di Ferrara e attraversa il Po a Sermide, dirigendosi verso Rovigo, Padova, Vicenza, Cittadella, Marostica e Bassano.
La sede del suo comando è ad Artena fino al maggio 1944. Nel corso della ritirata si sposta a San Vittorino presso Tivoli, a Colleferro, Tivoli e raggiunge Bagnolo presso Cortona il 29 giugno per poi passare a San Cipriano in Valdarno e Reggello in Pratomagno. A settembre il comando a Sant’Arcangelo di Romagna.

LE DIVISIONI

1. Fallschirmjäger-Division

La 1. Divisione paracadutisti nasce nella primavera del 1943 nei campi di addestramento della Provenza (area di Nimes-Avignone-Valence) per trasformazione della 7. Flieger-Division, la prima, e più nota unità paracadutista, che operò in Norvegia ed in Olanda nel 1940, in Grecia e a Creta nel 1941 e successivamente sul fronte orientale. Inviata in Italia nel luglio 1943, al momento dello sbarco alleato in Sicilia, partecipa ai combattimenti sull'isola, di rinforzo alla divisione corazzata "Hermann Göring". Entro il 17 agosto la Sicilia viene sgomberata e la divisione si ritira sulla terraferma. Mentre il grosso della divisione viene inviato in Puglia ed in Basilicata, alcune unità combattono sul fronte di Salerno-Battipaglia, altre (Kampfgruppe Becker) continuano ad operare nel quadro della divisione "Hermann Göring" nel settore vesuviano e ne seguono i movimenti verso il Volturno. I combattimenti in Puglia vedono la divisione impegnata in combattimenti contro le truppe alleate e nel disarmo delle unità italiane nell'area a nord di Taranto, Matera, Gioia del Colle, Bari, Barletta (dove il 12 settembre 1943 avviene un eccidio ad opera della Kampfgruppe Gröschke), Altamura, Cerignola, Foggia. I combattimenti successivi vedono la divisione operare in Molise, nel settore del Biferno, ed in Abruzzo, sul Sangro, presso Ortona, Orsogna, Guardiagrele, Arielli, Poggiofiorito, Miglianico, Tollo e Gamberale, Castel di Sangro. Alcune unità (soprattutto del Fallschirmjäger-Regiment 1) sono impegnate nell’area di Roccaraso, dove a novembre viene consumata la strage di Pietransieri. Con lo sbarco alleato ad Anzio, nella notte tra il 21 ed il 22 gennaio 1944, un parte della divisione (Kampfgruppe Schulz) viene trasferita in questo settore. Nel febbraio, all'apice della prima battaglia di Cassino, le rimanenti unità della divisione vengono man mano trasferite nel settore dell'antica abbazia. La divisione partecipa a tutte e tre le battaglie di Cassino, bloccando la Via Casilina fino a metà maggio e combatte sul Monte Calvario, Monte Corno, Monte Cairo, Monte Cassino, Rocca Janula, Monte Castellone, nell’abitato di Cassino, Massa Albaneta, Colle Sant’Angelo. La presenza delle sue truppe è fitta in tutta la provincia di Frosinone, alle spalle del fronte: Roccasecca, Piumarola, Piedimonte, Villa Santa Lucia, Arce, Fontana del Liri, Isola del Liri, Sora, Castel Albaneta, Castrocielo sono alcune delle località più rappresentate. Unità del Fallschirmjäger-Regiment 1 combattono a gennaio presso Cisterna.
Con l'apertura dell'offensiva alleata ed il crollo del fronte di Cassino, la divisione, dopo aver subito forti perdite a Massa Albaneta, Colle Sant’Angelo e sul Monte Calvario, si ritira a partire dal 18 maggio verso nord, lungo la Via Casilina, in direzione di Piedimonte, Aquino, Arce, attestandosi dapprima sul Melfa, poi prosegue verso nord lungo la Via Subiacense, attraversa Alatri, Guarcino e i Monti Ernici, combatte a Tivoli e nei Monti Lucreti. Dopo aver attraversato i Monti Sabini, a metà giugno la divisione lascia il Lazio e prosegue i suoi movimenti attraverso l'Umbria e la Toscana. Nell’ultima decade di giugno e nella prima metà di luglio, intensi combattimenti si svolgono sulla riva destra del Lago Trasimeno, lungo la piana della Chiana e sulle colline che la sovrastano verso ovest. Durante la prima metà di luglio la divisione occupa le posizioni di Civitella Val di Chiana e Cornia, per poi risalire il Valdarno sulla destra orografica (Terranuova Bracciolini, Renacci). Ritirata dal fronte in Toscana nell'ultima decade di luglio, viene inviata in parte a riposo nella pianura Emiliana, in parte nel settore orientale della "Linea Gotica/Verde", presso Pesaro. Coinvolta in pesanti combattimenti a partire da agosto, si ritira lungo il litorale adriatico verso la Riviera romagnola, dove rimane impegnata fino a settembre. A partire da ottobre e durante l'inverno seguente fino alla primavera, la divisione è dislocata sull'Appennino bolognese, in particolare nella valle del Sillaro a sud di Castel Bolognese ed in pianura, nel settore Imola-Medicina-Argenta. Subisce perdite severe nell'aprile 1945 durante il passaggio del Po presso Bondeno-Ferrara. I resti della divisione si inoltrano in Veneto attraversando l'Altopiano dei Sette Comuni e scontrandosi ripetutamente con le formazioni partigiane. Nei primi giorni del maggio 1945 le unità della divisione raggiungono la Valsugana in Trentino, dove verrano catturate e disarmate dagli alleati.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 1.

3. Panzergrenadier-Division

Una delle "Stalingrad-Divisionen", le divisioni annientate a Stalingrado nel gennaio 1943, ricostituite in Francia nella primavera e trasferite in Italia nell’estate 1943. La 3. Panzergrenadier-Division giunge in Italia nel luglio 1943 e viene dislocata nell'Italia centrale, a nord di Viterbo, intorno al Lago di Bolsena. Il 9 settembre, rafforzata da unità della 26. Panzer-Division muove con due gruppi tattici (uno a ovest del Lago di Bracciano, lungo la Via Claudia ed uno a est, lungo la Via Cassia) in direzione di Roma, travolgendo le posizioni italiane presso Oriolo e Monterosi. L’11 settembre le unità della divisione riprendono la marcia verso Littoria. Un gruppo sfila a sudovest di Roma, il secondo la attraversa. A partire dal 12 settembre essa assunse i compiti di difesa costiera tra l’area a nord di Nettunia e Gaeta. Nel frattempo il reparto esplorante divisionale (Panzer-Aufklärungs-Abteilung 103) aveva occupato Civitavecchia mentre le scarse unità rimaste intorno al Lago di Bolsena entrarono a Chiusi, Montepulciano, Pienza, Perugia, Castiglione del Lago ed Arezzo. L’Heeres-Flak-Bataillon 312 aveva invece occupato Viterbo, Montefiascone, Orte, Orvieto e Terni [11].

Nel corso del mese di settembre la divisione deve cedere numerose unità, inviate al fronte in Campania. Il reparto esplorante, rafforzato e denominato Kampfgruppe von Zieten (dal nome del cdt., Hans-Joachim von Zieten), a fine settembre, durante la ritirata dal fronte di Salerno, attraversa Napoli, prendendo parte ai combattimenti con gli insorti. Il 1 ottobre è nei pressi di Mugnano, a nord del capoluogo campano, ed è quasi sicuramente l’unità responsabile dell’eccidio che viene consumato presso quella località. Ai primi di ottobre l’intera divisione, rilevata dai suoi compiti di difesa costiera, viene inserita nel fronte del Volturno e combatte intorno a Caiazzo, dove uomini del Panzer-Grenadier-Regiment 29 compiono una strage di civili [12].

Altre località toccate dalle truppe della divisione tra ottobre e dicembre sono Pietravairano, Rocca d’Evandro, Mignano e Alife in provincia di Caserta, Ortona a Mare in quella di Chieti.
Verso la fine del 1943 la divisione combatte sull'ala destra dello schieramento della 10a Armata (Linea Gustav) nel nord della provincia di Caserta e nei Monti Aurunci. Dopo lo sbarco di Anzio/Nettuno viene trasferita con urgenza nell’area di Aprilia, Campoleone, Carroceto, lungo la Via Anziata, a sud del Lago di Albano. Un suo battaglione che difende Aprilia è tra le prime truppe tedesche a scontrarsi con le forze sbarcate. Il Panzer-Grenadier-Regiment 29 difende la zona della stazione di Campoleone. A maggio le sue truppe combattono a Artena, Genzano, Lunuvio, Valmontone, Velletri e si ritirano lungo l’Anziata verso Roma. I suoi movimenti proseguono lungo la Via Cassia, in direzione del lago di Bolsena e di Aquapendente.
A metà giugno entra anch'essa in Toscana e combatte nell'area di Roccastrada. Viene ritirata dal fronte a causa delle forti perdite subite per un breve periodo di riposo e riprende il suo posto in prima linea intorno al 10 luglio, combattendo aspramente a nord di Volterra e San Gimignano, schierata tra la 90. e la 29. Panzergrenadier-Division [13]. I combattimenti sul fronte dell’Arno presso San Miniato ed Empoli sono gli ultimi da essa sostenuti nel nostro paese. Nel corso del mese di agosto viene trasferita sul fronte occidentale dove combatte a sud-est di Parigi, nei pressi di Metz e nelle Ardenne, poi in Germania sul Reno ed in Westfalia fino alla capitolazione [14].
L’esame della documentazione e della storiografia rivela che l‘attività della 3. Panzergrenadier-Division in Italia fu tutt’altro che irreprensibile. Di essa traspare il suo coinvolgimento non solo in azioni di rastrellamento e rappresaglia, ma anche in atti di violenza nei confronti della popolazione civile classificabili come veri e propri crimini di guerra:

  1. Repressione dell’insurrezione napoletana a fine settembre 1943 e l‘eccidio avvenuto a Mugnano a nord del capoluogo campano il 1 ottobre 1943. La Panzer-Aufklärungs-Abteilung 103 fu direttamente coinvolta in questi episodi.
  2. Impiccagione di cinque ostaggi a Forlì del Sannio il 3 ottobre 1943 da parte di membri del battaglione genio divisionale (Pionier-Bataillon 3).
  3. Strage di Caiazzo del 13 ottobre 1943: si tratta dell'uccisione di ventidue civili tra i quali numerose donne e bambini massacrati da una pattuglia di soldati del Grenadier-Regiment (mot) 29 comandata da un giovane sottotenente, Wolfgang Lehnigk-Emden, tristemente nota perché fu al centro di vicende giudiziarie nei primi anni novanta.
  4. Un eccidio avvenuto nell’ottobre 1943 nei pressi di Cassino attribuito alla 10. compagnia del Grenadier-Regiment (mot) 8.
  5. Partecipazione a rastrellamenti in Umbria e Lazio con fucilazioni di partigiani, renitenti e civili nel marzo-aprile 1944 da parte della Panzer-Aufklärungs-Abteilung 103: il 27 marzo nell'area di Calzolaro-Umbertide e Scheggia-Pascelupo (Perugia) in collaborazione con unità paracadutiste [15]; operazioni di rastrellamento nell’area di Norcia, Leonessa, Poggio Bustone - Rivodutri - Morro Reatino e area a S del Monte San Giovanni (Perugia/Rieti) tra il 29 marzo ed il 7 aprile 1944 in collaborazione con formazioni dell'esercito, della polizia tedesca e della RSI [16].
  6. Rastrellamenti e azioni antipartigiane nell’area di Roccastrada in provincia di Grosseto nel giugno 1944.
  7. Rappresaglia di Empoli del 24 luglio 1944 in seguito ad un attentato partigiano nei pressi della cittadina nella quale fu coinvolto il Grenadier-Regiment (mot) 29. I civili passati per le armi furono 29.
  8. Fucilazione di 13 civili a San Piero a Ponti, in comune di Campi di Bisenzio, avvenuta il 13 agosto, probabilmente per opera dello stesso Grenadier-Regiment (mot) 29.
Le principali unità della divisione sono: le unità divisionali portano i numeri 103 (rep. esplorante e rep. corazzato) e 3 (artiglieria e servizi).

5. Gebirgs-Division

La 5. Divisione da montagna nasce in Tirolo e nella regione di Salisburgo (Zell am See) nell’ottobre 1940 e partecipa alle campagne di Grecia nel 1941 (Creta) e Russia, dove opera nel settore settentrionale del fronte, presso Leningrado e Wolchow. Nel novembre 1943, in cambio con la 16. Panzer-Division inviata sul fronte orientale, la divisione viene trasferita in Italia e schierata sulla Linea Gustav, tra Monte Mare e Cima Abate. La divisione partecipa alle tre battaglie di Cassino tra il gennaio ed maggio 1944. Le sue unità subiscono perdite nell’area di Pontecorvo, Cassino, Atina, Belmonte Castello, Balsorano, Vallerotonda, Priverno, Sant’Elia Fiumerapido, sul Monte Cifalco, Colle San Marco.
L’offensiva del 12 maggio la vede ancora su queste posizioni. La ritirata la porta sul Melfa, poi verso Sora. Una parte delle sue truppe entrano in Abruzzo in Val Roveto e hanno perdite a Capistrello, altre dalle Mainarde raggiungono i Monti della Meta, superano il Passo di Opi e convergono verso la Piana del Fucino. I movimenti successivi vedono le sue truppe difendere un ampio fronte di impervie montagne verso i Monti della Laga e i Sibillini. Nelle settimane successive i suoi movimenti proseguono attraverso l’Appennino umbro, toccando Visso, Camerino, Fabriano, Norcia, Urbino.
Ritirata dal fronte nel settembre 1944, la divisione, che ha subito pesanti perdite, viene trasferita in Piemonte, dove assume il controllo di un settore di fronte compreso tra il Passo della Maddalena e il Monginevro. Solo il Gebirgsjäger-Regiment 100 con truppe di supporto rimane sulle posizioni appenniniche a ovest di Rimini e partecipa all'aspra battaglia di Gemmano. Nell'inverno il settore divisionale sul fronte alpino comprende il Monginevro, il Moncenisio ed il Piccolo San Bernardo. Alla Liberazione viene disarmata nel Canavese.

Le operazioni antipartigiane condotte in Appennino sono state assai numerose. In alcuni casi le sue truppe passano per le armi civili e ostaggi. È il caso di Capistrello e di Camerino nel giugno 1944.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 95 (artiglieria, genio, trasmissioni e servizi) e 85 (esploratori, controcarro).

15. Panzergrenadier-Division

Costituita nel maggio 1943 in Sicilia (Division Sizilien), utilizzando battaglioni di complemento (Marschbataillonen) originalmente destinati all'Africa settentrionale, ma trattenuti in territorio italiano dopo il crollo delle armate di von Arnim in Tunisia.
La divisione combatte in Sicilia e contro le truppe sbarcate a Salerno nell'area di Pagani e Tremonti.
Il Grenadier-Regiment 115 (mot) del colonnello Maucke è responsabile militare del territorio napoletano. Le sue truppe sono coinvolte in vari scontri con gli insorti e le prime formazioni partigiane. Il reggimento è responsabile dell'eccidio di 54 civili avvenuto il 7 ottobre a Bellona. Passato il Volturno le truppe della divisione proseguono la marcia verso nord. Una volta raggiunta la Linea Gustav, la divisione assume un settore di fronte a sud di Cassino, in corrispondenza della valle del Liri. La divisione è presente nelle località di Campodimele, Cassino, Castelforte, Coreno, Esperia, Frosinone, Pignataro, Piumarola, Pontecorvo, Strangolagalli, Valvori. Alcune sue unità combattono anche sul fronte di Anzio/Nettuno, nella zona di Aprilia, Castel Mandria e Cisterna.
A metà maggio la divisione si trova schierata presso Fondi, sulla costa tirrenica, ai piedi dei Monti Ausoni, tra Terracina e Itri. La ritirata fa perno su Frosinone. Attraversata la Ciociaria, la divisione risale il Lazio verso Rieti e raggiunge la Linea Albert in Umbria. A luglio la divisione combatte sul Pratomagno. Qui le sue truppe sono responsabili di alcune gravi rappresaglie che colpiscono la parte meridionale del massiccio ed in particolare i casi di San Giustino Valdarno del 3 e 6 luglio, con complessivamente 42 uccisi, e la rappresaglia di Castiglion Fibocchi, con la fucilazione di otto civili avvenuta l'undici luglio 1944. Nell'agosto 1944 l’intera divisione è trasferita in Francia, combatte nei Vosgi e partecipa all'offensiva tedesca nelle Ardenne.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 33 (artiglieria, genio, trasmissioni e servizi) e 115 (esploratori, reparto corazzato).

26. Panzer-Division

Costituita nel settembre 1942 in Francia (area di Courtrai, Bethune) per trasformazione di una divisione di fanteria (23. ID) ritirata dal fronte orientale. Nel luglio 1943 la divisione è trasferita nell'Italia meridionale e inviata in Calabria. Alla data dell'Armistizio la divisione, in marcia verso nord, viene inviata a contrastare la testa di ponte di Salerno. Combatte presso Eboli, Battipaglia e Bellizzi, si ritira attraverso l'Irpinia, passando per Acerno, Avellino e Benevento fino ad attestarsi sul Calore. Prosegue la ritirata attraverso il Sannio, ad est dei Monti del Matese, su Fragneto, Morcone e Boiano e raggiunge la Linea Barbara presso Isernia.
Qui combatte sul Volturno nell'area di Venafro, Filignano e Aquafondata. A novembre la divisione viene sostituita sul Volturno e ritirata sul Sangro. Combatte nell'area di Orsogna-Arielli-Canosa. In seguito allo sbarco di Anzio/Nettuno, la divisione viene trasferita nell'area di Cisterna e Velletri e combatte a Ponte Rotto, Isola Bella e Buon Riposo). Nella primavera la divisione diviene riserva d'armata ed è collocata a riposo nell'area di Palestrina-Valmontone.
A maggio le sue truppe sono in azione a Cori e a Valmontone, sulla Casilina, a Pontecorvo, Priverno, Pastena, San Giovanni, e in marcia lungo la valle Tiberina, Stimigliano, Magliano. Combatte a nord del lago di Bolsena e sull’Orcia. I suoi movimenti attraverso la Toscana toccano Castelnuovo, Volterra, Peccioli, Pontedera, Castelfranco.
Ad agosto le sue unità sono coinvolte in alcune operazioni antipartigiane. Nel corso di una di esse nel Padule di Fucecchio, il 23 agosto, 172 civili sono uccisi dalle sue truppe.
Alla fine del mese la divisione è trasferita sul fonte adriatico; combatte nell’Appennino e poi nell’area di Cesena e Faenza.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 93 (artiglieria, genio, trasmissioni e servizi) e 26 (esploratori, reparto corazzato).

29. Panzergrenadier-Division

Una delle divisioni di anteguerra, costituita nel 1934 nell’area di Erfurt. Partecipa alle operazioni in Polonia, in Francia e nell'Unione Sovietica. Ricostituita in Francia nel febbraio 1943 utilizzando una divisione di fanteria motorizzata (345. ID (mot)) e trasformata nel giugno dello stesso anno in una divisione Panzergrenadier. A metà dello stesso mese, la divisione è trasferita in Italia e collocata nell'area di Foggia e Lucera. Combatte in Sicilia (Motta, Santo Stefano, San Fratello, Brolo. Passata in Calabria, la divisione prende parte ai combattimenti intorno alla testa di ponte di Salerno. La divisione combatte a Eboli, Altavilla e Persano. Si ritira passando per Contursi attraverso l'area di Benevento, Gildone e Campobasso, fino a raggiungere Agnone.
A questo punto la divisione diventa riserva del gruppo di armate e trasferita da Kesselring nell'area di Velletri. Una parte delle sue unità sono poste a difesa della costa laziale presso Anzio/Nettuno. Nella seconda metà di novembre la divisione prende parte ai combattimenti di Cassino: scontri avvengono sul Sammucro, presso San Pietro, sul Monte Lungo e su entrambi i lati della Casilina. A fine dicembre la divisione viene ritirata. Solo due battaglioni rimangono in linea, nell'area di Cervaro.
La divisione è impegnata sul Garigliano, sul Colle Salvatito, presso Castelforte, Minturno e nella valle dell’Ausente.
A metà febbraio 1944 la divisione interviene nei combattimenti contro la testa di ponte alleata presso Velletri. A fine mese, essa è nuovamente ritirata e collocata presso il Lago di Bracciano, dove le sue truppe provvedono alla difesa della costa laziale tra Civitavecchia e Tarquinia.
Nella seconda metá di maggio la divisione opera sulla Linea Senger nei Monti Ausoni e combatte nell'area di Terracina e Vallecorsa. Si ritira combattendo attraverso i Monti Sabini, lungo la Casilina, passa in Umbria e supera il Tevere presso Todi. In Toscana combatte nell'area di Siena, Poggibonsi e Certaldo e sulla linea dell'Arno. La divisione viene trasferita in Romagna, preso Rimini.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 29 (artiglieria, genio, trasmissioni e servizi) e 129 (esploratori, reparto corazzato).

44. Infanterie-Division "Hoch- und Deutschmeister"

Divisione austriaca, costituita in seguito all’ampliamento del 4° reggimento di fanteria viennese "Hoch- und Deutschmeister". Partecipa alla campagna di Polonia nel 1939, combatte nelle Somme nel maggio e giugno 1940 e dal giugno 1941 all'attacco contro l’Unione Sovietica. Fu tra le divisioni distrutte a Stalingrado. Ricostituita in Belgio nella primavera-estate 1943, nel giugno 1943 fu denominata ufficialmente "Reichsgrenadier-Division Hoch- und Deutschmeister". Prese parte alle azioni di disarmo e internamento delle truppe italiane in Trentino ed in Alto Adige. A ottobre 1943 viene trasferita a Gorizia e combatte contro le formazioni partigiane giuliane e istriane.
Verso la fine del 1943 la divisione è trasferita sul fronte di Cassino, schierando le sue truppe tra il Monte Cairo e Cassino. Partecipa alla prima fase della prima battaglia di Cassino nel corso della quale le sue unità subiscono pesanti perdite e vengono ritirate nei primi giorni di febbraio. Perdite della divisione sono segnalate ad Acquafondata, Atina, Belmonte, Cassino, Castelforte, Castrocielo. Nei mesi seguenti le sue unità sono segnalate a Ceprano, Colle San Magno, Fiuggi, Frosinone, Monte Cassino, Pico, Piedimonte, Pignataro, Pontecorvo, Rocca d'Arce, Roccasecca, Sant'Elia, Sora, Terelle, Vallemaio, Villa Latina.
A maggio la divisione è schierata sul fronte, nella zona ad est e nord-est di Roccasecca. Si ritira passando per Sora e attraverso la Sabina verso Rieti e Leonessa in Umbria. Il suo passaggio è segnalato attraverso Terni, Assisi, Città di Castello, Umbertide, Sansepolcro e Pieve Santo Stefano. Attraversa il Casentino sulla destra orografica dell’Alta Valle Tiberina e tiene le posizioni sul Passo dei Mandrioli.
A settembre combatte sull'Appennino a sud di Imola e Castel San Pietro. A ottobre, ritirata dopo forti perdite, è nei dintorni di Budrio per essere riorganizzata. A novembre viene trasferita in Ungheria, combatte tra l'altro presso il Lago Balaton e raggiunge l'Austria nella primavera 1945.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 96 (artiglieria), 80 (genio), 64 (trasmissioni), 46 (controcarro) e 44 (esploratori, servizi).

71. Infanterie-Division

Divisione costituita in Bassa Sassonia, nella regione di Hildesheim nell’estate 1941 con personale richiamato. Partecipa alla campagna sul fronte occidentale e nel giugno del 1941 è inviata nel settore meridionale del fronte russo. Annientata a Stalingrado nel gennaio-febbraio 1943 e ricostituita in Danimarca nella primavera. Nell'estate 1943 la divisione è trasferita in Italia e dislocata al confine orientale, nell'area giuliana. Occupa Trieste e combatte con le forze partigiane di Tito in Istria e nella regione di Fiume.
Nel gennaio è trasferita al LXXVI corpo presso Anzio/Nettuno (area di Velletri). Il 13 febbraio giunge di rinforzo al XIV corpo corazzato nella fase finale della battaglia di Cassino e sostituisce la 29. Panzer-Grenadier-Division tra Santa Maria Infante e il Monte Maio.
Combatte nel settore Castelforte-Esperia (in quest'ultima località risiede il suo comando), ad Ausonia e Minturno. Travolta sulle sue posizioni dalle truppe algerine e marocchine e dalla 88a divisione americana durante l'offensiva di maggio, la divisione è quasi completamente distrutta. I suoi resti si ritirano dal Lazio e passano in Abruzzo e nelle Marche. Ricostituita durante l’estate combatte nell'Appennino marchigiano a sud di San Marino, subisce nuovamente perdite molto pesanti presso Rimini e viene trasferita presso Gorizia. Nel dicembre 1944 lascia l'Italia per l'Ungheria.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 171.

90. Panzergrenadier-Division

Nasce come 90. leichte Afrika-Division e combatte con l'Afrika-Korps fino al suo crollo in Tunisia. Viene ricostituita nella primavera 1943 in Sardegna (Division Sardinien), dove rimane fino al settembre 1943. Trasferita in Corsica, le sue truppe si scontrano con le forze francesi e i partigiani dell’isola. Giunge in Toscana a fine settembre e viene temporaneamente collocata presso Pisa, poi sulla riviera adriatica, presso Gatteo al Mare. A metà novembre 1943 la divisione è inviata nell'area di Orsogna e combatte sul Magoro e presso Ortona.
Poco dopo la divisione è trasferita in Lazio, nei pressi di Roma. Nel gennaio 1944 le sue truppe combattono sulla Linea Gustav, tra la costa e Castelforte, sull’Ausente, sul Monte Natale, presso Santa Maria Infante a nord di Minturno, nell'area di Capo d'Acqua e presso Formia. Dal 1 febbraio combatte a Cassino, sul Monte Maiola e sul Monte Castellone.
Terminata la battaglia di Cassino, la divisione viene ritirata nei primi giorni di marzo e trasferita nell'area Roma-Ostia come riserva del gruppo di armate. Dopo la prima metà di maggio essa viene nuovamente avviata al fronte e combatte nella valle del Liri, nell’area di Pignataro-Pontecorvo, dove prende parte alla III battaglia di Cassino.
La 90. Panzergrenadier-Division si ritira sul Melfa, tra il corso del Liri e la Via Casilina, poi tocca Frosinone, Ferentino, Fiuggi, Piglio, Genazzano, raggiunge Rieti ed entra in Umbria. Trasferita nel Grossetano, nell'area di Sorano la divisione combatte a est del Monte Amiata, presso Volterra, Laiatico, Villamagna, Certaldo e Castelfiorentino e raggiunge le posizioni sull'Arno presso Castelfranco di Sotto e Fucecchio.
La divisione che ha subito pesanti perdite viene trasferita alla fine di luglio oltre l'Appennino presso Modena e Parma, per poi essere spostata alle spalle di Genova. Il 19 agosto inizia ad operare in Piemonte. Le sue truppe conquistano i passi di confine tra Italia e Francia e agevolano il rientro delle unità tedesche in ripiegamento dalla Francia meridionale. Da fine settembre alla Liberazione la divisione continua a combattere in Italia, in Romagna ed in Emilia, ritirandosi verso il Lago di Garda.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 190.

94. Infanterie-Division

Nasce nel settembre 1939 in Sassonia e combatte sul fronte occidentale. Nel giugno 1941 partecipa all’attacco all'Unione Sovietica nel settore meridionale del fronte. La divisione viene annientata nel febbraio 1943 a Stalingrado. Viene ricostituita in Francia (Lorient) nella primavera 1943 e nell'agosto dello stesso anno trasferita in Italia (area di Alessandria-Piacenza). Partecipa al disarmo del Regio esercito in Piemonte e Liguria, poi, nell'ottobre, è trasferita al fronte meridionale. Combatte sul Garigliano, tra Minturno e Santa Maria Infante e difende la costa da Sperlonga al fronte.
Tra gennaio e marzo la sua presenza è segnalata a Formia, Fondi, Scauri, Santa Maria Infante, Tremensuoli e Ausonia. A maggio viene investita dall’attacco della 85a divisione americana, combatte a Maranola, Itri, Lenola, Monte San Biagio, Pastena. A nord di Rieti la divisione raggiunge l'Umbria e Perugia. Il suo Grenadier-Regiment 274 combatte a luglio nei pressi di Arezzo ed è responsabile della strage di San Polo del 14 luglio, la fucilazione di oltre 48 civili.
Ricostituita in Friuli con truppe provenienti dai campi di addestramento della Slesia, la divisione ritorna al fronte a ottobre e combatte nell'Appennino bolognese e modenese, sul Monte Salvaro, a Savignano, Vergato e Marzabotto fino alla Liberazione. Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 194.

305. Infanterie-Division

Divisione proveniente dal Baden ed in particolare dalle regione di Costanza (fu conosciuta anche come Division Bodenseee, divisione del lago di Costanza) e impiegata come truppa di occupazione in Francia. Trasferita nella Russia meridionale nel maggio 1942 e annientata a Stalingrado, fu ricostituita in Francia (Bretagna) nella primavera 1943. Nell'agosto 1943 fu trasferita in Italia, sulla Riviera ligure di Levante (La Spezia). Trasferita al fronte meridionale a ottobre, la divisione combatte sul Volturno, poi sul Sangro e nel settore di Chieti. Nella primavera del 1944 sue unità sono segnalate in varie località della provincia di Frosinone e Rieti. Durante la ritirata subisce gravi perdite ed è rafforzata con truppe della 94. Infanterie-Division. Combatte in Umbria e presso Arezzo, in Pratomagno e in Casentino.
Nell'autunno 1944 e fino alla Liberazione, la divisione combatte in Romagna ed in Emilia.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 305.

334. Infanterie-Division

Costituita in Franconia nel novembre 1942 e destinata al fronte africano. Viene distrutta in Tunisia nel maggio 1943 e ricostituita in Francia (Bordeaux). Trasferita in Italia nel novembre 1943, viene dapprima dislocata sulla costa ligure, nell'area di Genova. Inviata al fronte meridionale a sud di Pescara, la divisione combatte presso Orsogna e Guardiagrele, nei Monti della Maiella. Alcune delle sue unità operano invece in territorio laziale, nell’area di Pontecorvo, nelle valli del Liri e del Sacco.
Si ritira attraverso l'Umbria verso la Toscana. Combatte in in Val di Chiana ed in Pratomagno. Alla fine di agosto 1944 è trasferita a nord di Prato e combatte nell'Appennino verso Bologna. Anche nel periodo successivo, fino alla Liberazione, la divisione combatte nelle montagne emiliane.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 334.

356. Infanterie-Division

Costituita in Francia nel maggio 1943 nell'area di Tolone e trasferita in Italia nel novembre 1943. Viene dislocata lungo la costa ligure, tra Ventimiglia e Genova, dove conduce alcune pesanti operazioni antipartigiane (Valcasotto e Monte Tobbio) nella primavera. Il battaglione esplorante della divisione è trasferito al fronte di Anzio/Nettuno a fine gennaio 1944 e combatte tra il 25 gennaio ed il 10 febbraio a Cisterna e Velletri. Trasferito nei Monti Aurunci il battaglione combatte a Castelforte e Coreno Ausonio dal 13 febbraio ai primi giorni di marzo. Il I battaglione del Grenadier-Regiment 871 raggiunge il fronte meridionale nei primi giorni di marzo e si schiera sul Garigliano, combattendo a Sant’Andrea fino al 30 marzo.
La divisione viene trasferita a giugno in Toscana, dove combatte in provincia di Siena e di Firenze e successivamente sull'Appennino.
Le principali unità della divisione sono:

le unità divisionali portano il numero 356.

Fallschirm-Panzer-Division "Hermann Göring"

Divisione corazzata della Luftwaffe, essa fu denominata, a partire dalla primavera del 1944, divisione "paracadutista-corazzata" una denominazione alquanto singolare che stupisce quando sappiamo che in pratica nessuno dei suoi reparti ricevette mai addestramento paracadutistico. Le tradizioni di questa formazione militare avevano le proprie radici nel lontano febbraio 1933, quando, dopo la presa del potere del partito nazionalsocialista, Hermann Göring fu nominato Ministro degli Interni della Prussia e Capo della polizia. Göring creò un corpo di polizia comandato da un ufficiale di provata fede nazista, il maggiore Walther Wecke, incaricato di procedere alla "ripulitura" delle forze di polizia della repubblica di Weimar da tutti gli oppositori del regime. E`quindi una lunga strada che separa il "Landespolizeigruppe Wecke z.b.V." dai campi di battaglia della lotta antipartigiana e dagli eccidi in Italia. Il gruppo del maggiore Wecke fu trasformato prima in "Guardia dello stato maggiore Göring", poi, con la nascita della Wehrmacht, fu incorporato nel 1935 nell'aviazione con la denominazione "Regiment General Göring".
Con lo scoppio della guerra, il reggimento "Hermann Göring" partecipò alle campagne di Danimarca, Norvegia e Francia, e, da giugno a novembre del 1941, combattè sul fronte orientale. Un vero e proprio salto di qualità si ebbe nell'estate 1942 quando il reggimento fu ampliato fino a formare una brigata, e poi, dal gennaio 1943, una divisione. Alcune delle sue unità furono inviate in Tunisia, dove condivisero la sorte delle armate italo-tedesche dopo il crollo della primavera. La divisione fu quindi ricostituita in Italia, nel Casertano, in tempo per prendere parte ai combattimenti contro le truppe alleate sbarcate in Sicilia. Per circa un anno la divisione "Hermann Göring" fu impegnata sul teatro di guerra meridionale: dapprima in Sicilia, poi a Salerno, sul Rapido, a Cassino e ad Anzio e fu gettata a fine maggio nei combattimenti intorno a Roma.
A ottobre del 1943 la divisione combattè sul Volturno, nell’area di Capua, Santa Maria la Fossa e Grazzanise, si ritirò sulla Linea Barbara presso Teano, e sulla Linea Bernhard nell’area di Presenzano-Venafro. Combatté sulla Via Casilina, sul Monte Maggiore, sul Monte Lungo e a San Pietro Infine. A fine gennaio 1944 la divisione partecipò alla controffensiva tedesca nell'area di Anzio/Nettuno. Combattè nell'area di Cisterna-Littoria, in particolare a Borgo Montello, Borgo Piave, Sessano e Isola Bella. A metà marzo, dopo il fallimento dell'offensiva tedesca, la divisione "Hermann Göring", dissanguata, fu trasferita in Toscana, nell'area di Lucca e Pisa.
Nella seconda metà di maggio la divisione fu inviata al fronte a sud di Roma, nell'area di Velletri. I suoi principali combattimenti ebbero luogo presso Artena e Valmontone, Lariano e Colleferro, nei Monti Lepini. Si ritirò su Valmontone e i Monti Albani (Monte Artemisio, Rocca di Papa), attraversò la Campagna romana e i Monti Tiburtini presso Tivoli, proseguendo lungo il corso del Tevere e toccando Civita Castellana, Orte, Orvieto, Chiusi, Montepulciano, Abbadia, Sinalunga, Cavriglia e Montevarchi nel Valdarno.
Combattè nel nostro paese fino alla metà di luglio, dopo di che fu finalmente trasferita sul fronte orientale. Qui, dopo aver concorso alla repressione dell’insurrezione di Varsavia nell’agosto 1944, fu inviata in Prussia orientale, e si ritirò combattendo fino ai dintorni di Dresda, dove si arrese all’Armata rossa.
La lunga serie di atti di violenza contro la popolazione civile di cui le sue unità si resero responsabili ebbe inizio già prima dell'8 settembre in Sicilia. Si svolsero infatti nel suo settore di operazione gli eccidi di Mascalucia e Castiglione di Sicilia in agosto. In Campania invece alla "Hermann Göring"" può essere attribuita buona parte degli episodi di violenza che caratterizzano le settimane dell'occupazione tedesca. L'esame della distribuzione sul territorio degli atti di violenza compiuti dalle truppe tedesche nel Mezzogiorno, infatti, mette in evidenza, in maniera analoga al caso siciliano, come la loro più alta concentrazione sia proprio all'interno dell'area di operazioni della divisione, a est, nordest e nord di Napoli [18]. Le fonti contengono chiare indicazioni della presenza delle sue unità in quasi tutte le località campane nelle quali a fine estate e nell'autunno 1943 vengono commessi eccidi: Scafati, Nola, Acerra, Bellona, Capua, Caserta, Maddaloni, Afragola, Teano, Presenzano e Napoli [19].

Nella primavera del 1944 un secondo ciclo di stragi ad opera della divisione si svolge nell'Appennino emiliano e toscano. Responsabile principale degli eccidi compiuti nel corso di tutte queste azioni fu il reparto esplorante della divisione "Hermann Göring". Il 18 marzo 136 civili furono massacrati a Monchio, Susano e Costrignano, presso Montefiorino. Due giorni dopo, 27 uomini furono assassinati a Cervarolo e Civago, nel Reggiano, mentre furono quasi 200 persone - in gran parte civili, tra cui donne e bambini - le vittime di due operazioni di rastrellamento messe in atto dalla divisione e che si svolsero tra il 10 e l'11 aprile nel Mugello, e tra il 13 e il 17 intorno al monte Falterona. Nella prima operazione, che venne a toccare la Vetta le Croci, Vaglia e Vicchio nell’area del Monte Morello, furono fucilate 16 persone. A Vallucciole, il 13 aprile, i soldati della "Hermann Göring" massacrarono invece 108 civili, in gran parte donne e bambini, altri 41 civili furono fucilati lungo la strada de passo dei Mandrioli, 35 altre persone, tra civili e partigiani, in altre località nei pressi del Monte Falterona. All’inizio di maggio, 22 civili e partigiani furono fucilati nel corso di un rastrellamento presso Mommio, in Lunigiana [20].
Nell'estate 1944 la divisione "Hermann Göring" si rese nuovamente responsabile di gravi crimini, questa volta nell'area tra la Val di Chiana e la valle dell'Ambra il 29 giugno e nel bacino minerario del Valdarno, tra il 4 e l'11 luglio, mentre una serie di eccidi di più piccole dimensioni costellarono il suo passaggio attraverso Chiusi, Sinalunga, Monte San Savino e Bucine. Le principali azioni furono le stragi di Civitella in Val di Chiana, San Pancrazio e Cornia del 29 giugno, quelle del 4 luglio presso Cavriglia, a Meleto, e Castelnuovo dei Sabbioni. Altre uccisioni di civili si ebbero a Badia a Ruoti, al Palazzaccio ed a Pancole di Arceno, dove furono massacrate donne e bambini, a Bucine e altre località del Valdarno.
Le principali unità della divisione sono le seguenti:

tutte le unitá della divisione sono contrassegnate dal nome del gerarca nazista.

LE FORMAZIONI DI POLIZIA

I./SS-Polizei-Regiment 20

Il battaglione fu costituito a Praga nell'estate 1943, utilizzando personale tratto dal Polizei-Ausbildungsbataillon Klagenfurt e in parte proveniente dal campo di addestramento SS di Debica. Alla fine di agosto 1943, durante i preparativi per l'occupazione dell'Italia, il battaglione fu messo in marcia alla volta di Bolzano. L'organico era di tre compagnie, più il comando. Giunto in Italia il battaglione fu immediatamente trasferito verso Napoli. A settembre l'intera unità o almeno parti di essa furono impegnate nel rastrellamento di civili in Campania e, dalla base di Maddaloni, operarono a Napoli. A ottobre la 1a e la 2a compagnia erano impegnate nell’area di Cassino, mentre la 3a compagnia si trovava a Roma.
L'attività si estese nelle aree di Pontecorvo, Cassino, Pescara e Ortona. Oltre ai rastrellamenti di manodopera e la cattura dei priogionieri di guerra alleati evasi, divenne compito del battaglione anche lo sgombero e la preparazione alla minatura dei villaggi posti sulla linea del Sangro (tra i quali Castel di Sangro e Villa Santa Maria).
A metà novembre, il comando di battaglione era a Tagliacozzo, la 1a compagnia a Pastena, la 2a a Pratola Peligna (tra Sulmona e Popoli) e la 3a a Roma. A metà dicembre il comando di battaglione è segnalato a Teramo, a febbraio a L'Aquila e, successivamente, a Piediluco.
Dalla primavera in avanti il battaglione iniziò ad inserirsi nella repressione antipartigiana e fu utilizzato dallo stato maggiore per la lotta contro le bande della 14a armata (Stab fürBandenbekämpfung Major Herrmann) e, successivamente, da quello della polizia (Bandenkampfstab von Kamptz a Perugia). Le principali operazioni antipartigiane svolte in questo periodo sono quelle a nord-ovest, sud e sud-est di Cascia durante la prima settimana di aprile, quelle sul Monte Tancia e sulle pendici del Monte San Pancrazio, ai confini tra Lazio e Umbria, sempre durante lo stesso mese. A maggio prese parte alle maggiori operazioni allestite da von Kamptz nel Lazio, in Umbria e nelle Marche. Dall'estate 1944 alla Liberazione il battaglione fu di stanza in Piemonte, in provincia di Novara.

Note

  1. ^ Le tre linee bloccavano la valle del Liri e i passaggi verso Roma tra Mignano e Frosinone.
  2. ^ omissis..
  3. ^ omissis..
  4. ^ omissis..
  5. ^ KTB/OKW, vol. III/6, appendice documentaria, doc. no. 31, Befehlsregelung in Italien vom 6.11.1943, p. 1465 s.
  6. ^ omissis..
  7. ^ omissis..
  8. ^ omissis..
  9. ^ omissis..
  10. ^ omissis..
  11. ^ BA-MA, RH 27-16/10, 3. Pz.Gren.Div., Abt. Ic, 21.10.1943.
  12. ^ BA-MA, RH 27-16/10, 3. Pz.Gren.Div., Abt. Ic, 21.10.1943.
  13. ^ BA-MA, RH 20-14/41, AOK 14, KTB Nr. 4, a partire dal 8 luglio 1944.
  14. ^ Order of Battle of the German Army, 1945, p. 305.
  15. ^ BA-MA, RH 20-14/28, Ia-Tagesmeldung 28 marzo 1944; US National Archives and Record Administration (US NARA), T 501, Roll 345, Lagebericht Militärkommandantur Perugia.
  16. ^ BA-MA, RH 20-14/28, Ia-Tagesmeldung 28 marzo 1944, 1 aprile 1944; RH 20-14/36, Ia-Tagesmeldung 5 aprile 1944, Ia-Morgenmeldung 6 aprile 1944; RH 20-14/106, Ic-Tagesmeldung 7 aprile 1944.
  17. ^ omissis..
  18. ^ Cfr. la "Carta degli eccidi in Campania" elaborata da Francesco Soverina in: Gloria Chianese (a cura di), Mezzogiorno 1943. La scelta, la lotta, la speranza, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1996. Il più recente e analitico studio dei crimini tedeschi in Campania è Gabriella Gribaudi (a cura di), Terra bruciata. Le stragi naziste sul fronte meridionale, L’ancora del Mediterraneo, Napoli 2003.
  19. ^ La determinazione delle responsabilità per le stragi avvenute al Sud è stata oggetto di mie consulenze per la Procura Militare della Repubblica di Napoli nel quadro delle indagini di quell'autorità giudiziaria sui crimini di guerra del 1943.
  20. ^ Gentile, La divisione corazzata "Hermann Göring", cit.; v. inoltre Idem, Truppe tedesche e repressione antipartigiana nell’Emilia occidentale, in: „Storia e documenti“, 6, no. speciale 2001, p. 115-133.
  21. ^ Carlo Gentile. Si è laureato nel 1993 con una tesi dal titolo "La repressione tedesca nell'Italia occupata 1943-1945" all'Università di Colonia, dove ha frequentato i corsi di studio di storia medioevale e moderna (Mittlere und neuere Geschichte), discipline ausiliarie della storia (Historische Hilfswissenschaften) e giudaistica (Judaistik).
    Si è occupato principalmente di storia dell'occupazione tedesca, della guerra partigiana e dei crimini nazisti durante la seconda guerra mondiale ed è autore di numerosi saggi su questi temi pubblicati in Italia ed in Germania. Inoltre si è occupato in varie pubblicazioni delle fonti fotografiche sull'Italia occupata.
    Nel biennio 1995-1996 ha partecipato al progetto Fonti della Resistenza e Atlante storico dell'Istituto Nazionale per la Storia del movimento di Liberazione in Italia di Milano. Di recente ha collaborato al progetto coordinato da Paolo Pezzino (Università degli Studi di Pisa) "Guerra ai civili. Per un atlante delle stragi naziste in Italia" nel cui ambito si è occupato dello studio dei perpetratori delle stragi ed al progetto "Storia e memoria delle stragi in Toscana" patrocinato dalla Regione Toscana.
    Dal 1997 è stato più volte consulente delle autorità giudiziarie italiane e tedesche in procedimenti penali per crimini di guerra. Ha collaborato a numerosi procedimenti delle Procure Militari di Torino, Napoli e La Spezia ed in particolare ai processi nei confronti degli ex ufficiali della Gestapo Theo Saevecke (strage di Piazzale Loreto) e Friedrich Engel (eccidio del Turchino). In Germania ha collaborato alle indagini della Procura di Amburgo nei confronti di Friedrich Engel e, attualmente, a quelle della Procura di Dortmund per le stragi di Cefalonia, Civitella e di Vallucciole. È stato consulente del tribunale di Amburgo. Vive a lavora in Germania.

    Il testo completo del saggio di Carlo Gentile: Itinerari di Guerra: la presenza delle truppe tedesche nel Lazio occupato 1943-1944.

  22. ^ Istituto Storico Germanico di Roma (Deutsches Historisches Institut in Rom). L'Istituto Storico Germanico di Roma, il più antico degli istituti storici della Repubblica Federale di Germania all'estero, è stato fondato nel 1888; le sue finalità di ricerca si riferiscono alla storia italiana e tedesca dall'alto medioevo fino al passato più recente, con particolare riguardo ai rapporti italo-tedeschi nei relativi contesti europei.

    Il sito internet dell'Istituto.

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