Monte Trocchio: l'occhio vigile degli alleati
Data: 12/02/2011Autore: LIVIO CAVALLAROCategorie: I luoghiTag: #today, monte-trocchio

Monte Trocchio: l'occhio vigile degli alleati

Isolato, di fronte a Cassino, proteso verso la valle del Liri, dalla forma trapezoidale, quasi del tutto privo di vegetazione, è impossibile non riconoscere Monte Trocchio. Da questo monte, per circa quattro mesi, ufficiali e giornalisti alleati osservarono l’evolvere delle battaglie per Cassino.

Dove si trova?

Monte Trocchio si trova circa tre chilometri a sud-est di Cassino ed è costeggiato a nord dalla vecchia SS6 Casilina e a sud dalla vecchia ferrovia Roma-Napoli. E’ un rilievo tutto sommato modesto, ma la sua posizione indipendente e la particolare forma a trapezio lo rendono immediatamente riconoscibile. Alcuni osservatori associano il suo profilo ovest (visto da Cassino) alla faccia di un gigante dormiente.
La cresta centrale presenta tre punti culminanti. Sul più settentrionale, che non è il più alto, risiedono le rovine di un castello medievale. La quota massima si raggiunge nel punto centrale della cresta, 428 m (le mappe alleate del 1944 riportano 447 m quale quota massima).
La vegetazione copre il monte solo nella parte bassa, il versante ovest è molto scosceso, con alcune ripidissime pareti di roccia, mentre il versante est presenta una pendenza più dolce.
Da un punto di vista militare, Monte Trocchio era una importante barriera naturale, dominante sugli approcci verso Cassino da sud e da est.

Febbraio 1944. Monte Trocchio da Sud (foto da ricognitore alleato).

A) Curva ad "S" del fiume Gari (Rapido), B) La Pietà, C) Santa Lucia, D) Castello Trocchio, E) Pastinelle.

Un po’ di storia antica

Nel medioevo Monte Trocchio assume importanza strategica. A partire dal X secolo, infatti, i monaci di Montecassino fecero realizzare una serie di 47 castelli sulle alture circostanti il monastero. Lo scopo era quello di costituire presidi militari permanenti, a difesa dei possedimenti territoriali del monastero stesso, soprattutto contro le offensive dei saraceni.
Tra gli altri, Monte Trocchio fu scelto come sito strategico per la costruzione di un castello su quota 412, ossia nel settore nord della cresta e in posizione dominante sul passaggio in prossimità della località Pastinelle. Il castello, o quantomeno il Monte Trocchio, appare menzionato per la prima volta in un catalogo dei beni del monastero redatto nell’anno 1057. La località viene riportata nei documenti successivi con diversi toponimi, tra cui Torocclus, Toroculo, Trucculum, ecc.. [1]

Monte Trocchio da Nord, visto da quota 435, la Collina del Boia.

15 gennaio 1944: Monte Trocchio occupato dagli alleati

Il 15 gennaio 1944, mentre il Corpo di Spedizione Francese combatteva da due giorni nella zona delle Mainarde a nord di Cassino, il II Corpo Americano si trovò ad affrontare l’ultimo ostacolo montuoso prima dello sbocco sulla valle del Liri e Cassino. Sotto il profilo dei cicli operativi, Monte Trocchio può essere considerato come ultimo monte della Linea Invernale, Winter Line per gli alleati e Bernhardt-Stellung o Reinhard-Stellung per i tedeschi.
L’operazione vide impegnati due reggimenti della 34ª divisione Red Bull ed uno della 36ª divisione Texas, in un attacco simultaneo su tre direttrici. Da nord a sud, il 168° reggimento (34ª) doveva impadronirsi della zona in località Pastinelle, sulla via Casilina, il 135° reggimento (34ª) aveva quale obbiettivo la cresta sommitale di Monte Trocchio mentre il 141° reggimento (36ª) avrebbe occupato la zona a sud del monte e località di Santa Lucia e La Pietà.
Le posizioni difensive tedesche nella zona di Pastinelle erano tenute da alcune compagnie del I./2° Reggimento Granatieri della divisione Herman Goering. L’area di Monte Trocchio era invece presidiata dal 129° Reggimento Panzer Grenadier della 15ª Divisione Panzer Grenadier.
Nella notte che precedette l’attacco, alcune pattuglie del 135° reggimento si spinsero in avanti per saggiare la consistenza delle difese tedesche, ma gli americani riferirono che la montagna non sembrava difesa: non vi fu alcun contatto con i tedeschi. Tuttavia il piano d’attacco non subì modifiche, incluso il previsto bombardamento preliminare di artiglieria.

Gennaio 1944, Monte Trocchio da Sud, sotto un bombardamento americano.

Alle prime luci del 15 gennaio 1944 le artiglierie del II Corpo Americano aprirono il fuoco. Il tiro fu intenso, con largo ricorso alle granate incendiarie, come mostra una foto scattata nel periodo che precedette l’attacco. Terminato il tiro di artiglieria i tre reggimenti di fanteria scattarono in avanti.
Sulla destra, il 168° occupò la zona di Pastinelle, affacciandosi sulla valle del Rapido.
Al centro dello schieramento, il 135° reggimento avanzò su un fronte di due battaglioni, il 3/135 sulla sinistra e il 1/135 sulla destra. L’altro battaglione, il 2/135, rimase in riserva nei pressi di quota 189, vicino Cervaro. A partire dalle 0800, gli americani avanzarono. Con grande sorpresa non incontrarono alcuna opposizione, soltanto alcuni tiri di disturbo dell’artiglieria tedesca interruppero occasionalmente il movimento. I due battaglioni raggiunsero la cresta in circa tre ore. I tedeschi avevano lasciato alcune mine sparse soltanto nella zona della cresta; queste causarono alcune perdite ai fanti americani.
Nel settore sud dell’operazione, il 141° reggimento della 36ª divisione schierò sulla sinistra il 2° battaglione ed il 3° sulla destra, mentre il 1° rimase in riserva. Alle 0600, i due reparti di testa avanzarono affiancati e nell’arco della giornata occupando gli obbiettivi senza dover combattere.
Anche una missione di attacco al suolo da parte di quarantotto caccia bombardieri P-40 contro Monte Trocchio fu annullata e differita su obbiettivi certi.
Prima dell’attacco americano i reparti tedeschi avevano saggiamente abbandonato tutta l’area compresa tra Pastinelle - Monte Trocchio - La Pietà, arretrando ad ovest del Gari (Rapido). La posizione era troppo isolata e la Linea Gustav, ormai pronta, offriva migliori opportunità difensive. Alla sera del 15 gennaio non vi erano più truppe tedesche ad est del Gari (Rapido). [2]

15 gennaio 1944, Monte Trocchio viene occupato dagli alleati.

Esteso posto di osservazione e riparo per le truppe

Monte Trocchio offre una visuale perfetta su Cassino, la valle del Liri e l’abbazia di Montecassino. Da gennaio a maggio del 1944 fu utilizzato giorno e notte ininterrottamente da decine di posti osservazione alleati (Observation Post – OP), che per diversi motivi avevano interesse ad osservare la zona di fronte al monte.

Febbraio 1944. Un cartello segnala un OP del II Corpo americano.

Febbraio 1944. Interno di un OP americano.

Vista da un OP nella cresta meridionale di Monte Trocchio, foto 1944. Sulla sinistra, sullo sfondo del filo di cresta, si vede La Pietà. Al centro, Sant’Angelo in Theodice raso al suolo e il Gari (Rapido) la cui curva ad S si trova appena oltre il lato destro della foto.

Molto spesso, prima di un attacco, i comandanti fino a livello compagnia salivano sul monte per osservare il terreno sul quale avrebbero dovuto combattere.
La mole allungata e trapezoidale offriva anche un’ottima protezione avanzata alle truppe di diverse nazionalità che succedettero nei tentativi di forzamento della valle del Liri.
Di seguito alcuni degli episodi in cui Monte Trocchio giocò un ruolo importante.

Assalto sul Gari (Rapido) - Prima battaglia di Cassino

Appena sette giorni dopo la sua cattura, Monte Trocchio fu utilizzato come zona di supporto in prima linea. Il 22 gennaio la 36ª divisione intraprese il famoso tentativo di attraversamento del Gari (Rapido) e Monte Trocchio fu utilissimo. La parte meridionale del monte dista infatti meno di due chilometri dalla curva ad "S" del fiume, il punto di attraversamento prescelto per uno dei due reggimenti impiegati (141° reggimento). Monte Trocchio costituiva quindi uno scudo naturale per le truppe che dovevano compiere l’attraversamento e per le artiglierie che dovevano sostenerlo con il fuoco. Il monte stesso forniva invece un’ottima zona per installare OP per gli ufficiali addetti all’osservazione e al controllo del tiro di artiglieria, nonché per gli osservatori dei comandi di battaglione o reggimento.

Tentativo al Bloody River: il percorso assegnato al 141° Rgt.

Assalto verso la stazione di Cassino – Seconda battaglia di Cassino

La notte del 17 sul 18 febbraio 1944, il 28° battaglione Maori della 2ª divisione neozelandese condusse un assalto verso la stazione di Cassino utilizzando la linea ferroviaria quale asse di avanzata. Monte Trocchio costituì un eccellente OP per monitorizzare i progressi dell’attacco e, soprattutto, per dirigere l’impressionante tiro fumogeno effettuato per tutta la giornata del 18 in favore dei Maori asserragliati ed isolati nella stazione di Cassino. In quella giornata una batteria neozelandese schierata a sud di Monte Trocchio sparò ben 1600 granate ad alto esplosivo e 10.056 granate fumogene.
Anche il 27° battaglione MG neozelandese collocò cinque plotoni mitragliatrici Vikers sulle pendici nord di Monte Castellone per fornire supporto di fuoco diretto al 28° Maori. Le Vikers spararono 66.000 colpi durante la notte e quasi altrettanti durante la giornata del 18 febbraio.

"Assembly Area" e itinerario del 28° Btg. Maori; posizioni approssimative dei plotoni MG del 27° Btg. MG (punti rossi).

18 febbraio 1944: la stazione di Cassino avvolta dal fumo artificiale vista da un osservatorio dell’artiglieria neozelandese su Monte Trocchio.

Artiglierie alleate schierate ad est della zona settentrionale di Monte Trocchio.
La strada che si vede in basso potrebbe essere la Casilina.

Un obice da 25 pdr della batteria C del 5° reggimento artiglieria campale neozelandese.

Un carro neozelandese schierato presso Monte Trocchio.

Bombardamenti Abbazia e Cassino - Seconda e terza battaglia per Cassino

In occasione dei bombardamenti dell’abbazia, 15 febbraio 1944, e di Cassino, 15 marzo 1944, Monte Trocchio ospitò, in aggiunta agli altri osservatori, diverse squadre di cineoperatori. Questi ripresero molte delle famose immagini relative ai due bombardamenti, che trovano collocazione in tutti i documentari sulle battaglie di Cassino.

15 febbraio 1944, il bombardamento dell’abbazia.

15 marzo 1944, il bombardamento di Cassino.

Il generale e la mina

Prima di ritirarsi, i tedeschi indovinarono facilmente quale uso avrebbero fatto gli alleati di Monte Trocchio. Prova ne furono le decine di mine antiuomo seminate lungo la cresta del monte. Come già accennato, i micidiali ordigni iniziarono a mietere vittime il giorno stesso in cui l’area venne occupata dagli americani.
Il 2 marzo 1944, come molti altri ufficiali prima e dopo di lui, il generale Howard Karl Kippenberger, comandante della 2ª Divisione Neozelandese, salì su Monte Trocchio per osservare il settore in cui, tredici giorni dopo, si sarebbe svolta la terza battaglia di Cassino. Nella discesa dal posto di osservazione, il generale incappò in una mina e l’esplosione gli causò la perdita di un piede. L’altro piede dovette essere amputato per la gravità delle ferite.

15 gennaio 1944 - 15 gennaio 2011: Monte Trocchio 67 anni dopo

Lo scorso 15 gennaio 2011, chi scrive è tornato su Monte Trocchio accompagnato da due dei propri figli. La salita fino alla cima è avvenuta nello stesso giorno in cui gli americani la occuparono sessantasette anni prima.

Giunti in cima, il panorama a 360° è spettacolare. Visibilissima la curva ad "S" del Gari (Rapido), la linea ferroviaria, la stazione di Cassino e le cime circostanti, tra cui evidentissima Monte Cassino e la sua abbazia. Verso sud est, si distinguono chiaramente i luoghi della Linea Invernale: tra gli altri Monte Porchia, Monte Lungo e San Pietro Infine.

Le rovine di castello Trocchio sono un’interessante attrattiva. La struttura si affaccia letteralmente sullo strapiombo del versante ovest e conserva due cinte murarie sul lato est. Interessante immaginare gli operai intorno all’anno mille intenti al lavoro su quella cresta a strapiombo. La visita del castello ed il panorama offrono una preziosa ricompensa al piccolo sforzo della salita.

Il Castello Trocchio. La freccia rossa indica il punto del probabile OP alleato.

Poco distante dalla base sud del castello, in un punto in cui lo spartiacque del monte è ampio meno di dieci metri, vi è una buca squadrata che lascia supporre la presenza di un posto osservazione alleato. La posizione è tatticamente perfetta: ampio settore di osservazione e ottima copertura al tiro di artiglieria nemico. Una postazione situata su una stratta cresta risulta infatti protetta dalle schegge di granate che dovessero esplodere anche a breve distanza su uno dei due versanti, in quanto i frammenti verrebbero proiettati verso l’alto e non verso la postazione stessa.

Il supposto posto osservazione alleato nei pressi del castello.

Itinerari su Monte Trocchio

L’itinerario principale si svolge sul versante est del monte. Si parte dalla chiesa di Santa Lucia (coordinate geografiche per GPS: 41° 27’ 29.86’’ N; 13° 52’ 02.49’’ E) e in circa un’ora e venti minuti il sentiero porta al castello Trocchio. Per il ritorno, si può seguire un itinerario alternativo in cresta, verso sud. Tale percorso è ben segnato in cresta (vernice rossa), ma occorre prestare attenzione. Scendendo sul versante est, e fino al ricongiungimento con l’itinerario di andata, i segnali si fanno via via più rari e la traccia scompare spesso tra arbusti di saggina molto fitti. Detta vegetazione nasconde pietre e massi di grandi dimensioni che rendono la discesa faticosa e insidiosa.
Un itinerario secondario, più breve, porta alla Pineta di Monte Trocchio (coordinate geografiche per GPS del punto di partenza 41° 27’ 23.96’’ N; 13° 51’ 54.76’’ E), nella cui area di cresta erano situati molti posti osservazione alleati.

Itinerario principale (rosso), alternativo (bianco) e secondario (giallo).

Visita a Monte Trocchio: un intreccio di esperienze

Monte Trocchio propone oggi un mix di esperienze veramente interessate. Una gita a piedi alla portata di tutti consente un piacevole contatto con la natura, la visita di un antico castello e un panorama molto, molto ampio. Quest’ultimo offre all’appassionato delle battaglie sulla Linea Gustav un posto osservazione di prim’ordine per comprendere gli aspetti morfologici del campo di battaglia.
La consapevolezza di osservare lo stesso panorama da un OP realizzato circa mille anni fa (il castello è di fatto un OP), nonché da quelli più recenti della seconda guerra mondiale, aggiunge una certa emozione a tutta l’esperienza.

Note

  1. ^ Informazioni tratte da: Centro Documentazione Studi Cassinati su cassino2000.com
  2. ^ Lo stralcio di carta topografica in questa pagina e nelle seguenti, riproduce un originale britannico scala 1:100.000 in uso nel 1944. Dopo anni di interrogativi tra gli appassionati del settore, forse questa carta spiega perché gli alleati chiamavano Rapido quello che in realtà è il Gari: un errore cartografico nel toponimo.

* * *

Ringraziamenti

Questo articolo è arricchito dalla riproduzione di parte della carta topografica in scala 1:100.000 in uso alle truppe alleate nel 1944. Ringrazio vivamente l’amico Alberto Turinetti di Priero per avermi messo a disposizione tale prezioso documento.

Bibliografia

  • Livio Cavallaro, Cassino 1944 – Le battaglie per la linea Gustav, 12 gennaio - 18 maggio 1944. Mursia, Milano 2004.
  • Immagini

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