Franz Friedrichs
Data: 09/12/2011Autore: VALENTINO ROSSETTICategorie: TestimonianzeTag: #marzo 1944, cassino, paracadutisti, veterani-reduci

FRANZ FRIEDRICHS

Da quando Franz mi ha contattato la prima volta è passato quasi un anno.
Nella sua e-mail mi chiedeva se potessi aiutarlo ad ottenere delle informazioni sul padre: Franz Friedrichs, appartenente al 3° Reggimento 1a Divisione Paracadutisti.

Ovviamente mi rendo disponibile, visto anche il documento che Franz Friedrichs jr. mi produce e da cui rilevo che il padre era in effetti presente a Cassino fino al 21 marzo 1944, ma resto però sbalordito quando vedo l'immagine in cui Franz jr. ha indicato il padre: si tratta della notissima azione, fissata in un cinegiornale tedesco, in cui un gruppo di soldati tedeschi in azione è ripreso in un cortile di una casa nella Cassino distrutta dal bombardamento del 15 marzo 1944.

Sono incredulo e dubbioso; chiedo a Franz jr. di dirmi di più, di darmi altre indicazioni; mi dice che grande parte dei documenti e delle immagini del padre è andata distrutta nell'incendio della loro casa, avvenuto molti anni prima, e che cercherà tra i documenti rimasti.
Qualche tempo dopo ricevo altre immagini del padre, prima dell'arruolamento e al lavoro dopo la guerra

Franz jr. mi dice di avere riconosciuto il padre in un'altra immagine che già è sul sito: si tratta di una fotografia che ci fornì Hans Jurgen Kunberg, anch'egli un fjr reduce di Cassino, in cui Franz Friedrichs è ritratto con dei camerati sulla porta di un casolare in località Case d'Onofrio nel febbraio 1944.

Franz jr. riconosce il padre in uno di questi soldati.

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Seguono varie altre e-mail in cui, con il nostro inglese traballante, cerchiamo di scambiare altre informazioni e creare un contorno, quanto più oggettivo possibile, a queste immagini.
Dopo molte insistenze, mi invia un breve scritto con alcuni ricordi di episodi che il padre gli raccontò e di cui io ho riassunto le parti salienti riportate nel seguito.

Mentre cercavo di completare questa breve traduzione ecco un nuovo messaggio in cui mi segnala di avere "trovato" il padre in un altro video, intento a "preparare delle bombe a mano".

Nota del webmaster - Il video purtroppo è stato rimosso da Youtube (27/05/2016).

Che dire, Franz jr. mi è sembrato una persona sincera senza alcuna smania di protagonismo, interessato solo a sapere qualcosa in più della vicenda del padre.

* * *

I ricordi di Franz Friedrichs jr.

Mio padre Franz Friedrich, era l'ottavo di 10 fratelli, nacque il 25 luglio 1925 a Münster in Westfalia.
I figli maschi della nostra famiglia sono stati degli artigiani per generazioni: muratore, carpentiere, pittore, montatore meccanico e così via.

Alla scuola elementare ebbe come insegnante il Cardinale Graf von Galen.
Interruppe la scuola alla fine del 1942 e nei primi mesi del 1943 fece parte del Servizio Nazionale del Lavoro (RAD) nel quale militò dal 29/01/1943 al 15/05/1943, inquadrato nella sezione 1/196.
Sul finire del periodo trascorse alcuni giorni all'ospedale navale di Emden, nel nord della Germania, a causa di una tonsillite.

Il 26/10/1943 entra alla scuola di paracadutismo di Wittstock, in seguito riceve l'addestramento come pioniere presso la scuola di Stendal.
Dal 20/12/1943 al 21/03/1944 mio padre è in Italia, inquadrato nel 3° Reggimento 1ª Divisione Paracadutisti.

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So che mio padre fu a Roma e poi venne trasferito verso l'Adriatico, penso già a dicembre del 1943.
Non sono in grado dire dove fu dislocato (Pescara, Ortona), ma sono sicuro che transitò per il comune di Ripa Teatina in provincia di Chieti, dove dormì in una cantina piena di botti che "sembravano dei giganti".
I tedeschi negli Abruzzi misero dei campi minati e rafforzarono le loro posizioni. Gli italiani non furono mai impiegati per mettere le mine, ma vennero usati per costruire le fortificazioni.
Da qualche parte negli Abruzzi, conosco il posto che poi però si rivelò essere sbagliato, mio padre raccontava che avevano delle mine difettose e, appena terminato il loro posizionamento con i detonatori che arrivavano dalla Germania, alcune scoppiarono, ma, grazie a Dio, senza danni per loro.
Mio padre e i suoi camerati dovettero recuperare quelle mine.

A Monte Cassino, mio padre fu testimone del bombardamento del monastero. Durante la sua vita ha sempre detto che quello fu un momento veramente brutto che andava a di là del confronto tra soldati.

Nell'immagine che riprende mio padre nella città di Cassino, egli non indossa l'elmetto da paracadutista, il suo equipaggiamento era a pezzi. C'erano elmetti ovunque, buttati via, così ne prese uno, appartenuto ad un soldato al quale "non serviva più".

Mio padre aveva ben presenti i ricordi di quel periodo. Gli alleati pensavano di prendere facilmente Cassino, non si aspettavano la loro resistenza.
Mi raccontò di quanto venne inviato a cercare cibo e acqua da bere tra le rovine di Cassino. Sceso in una cantina inciampò sbadatamente in quelli che si rivelarono essere i cadaveri di alcuni camerati.
La vista dei corpi anneriti gli fece perdere di colpo la fame e la sete e tornò dai suoi compagni a mani vuote.

Venne ferito il 21/03/1944, lo stesso giorno in cui cadde, nei pressi dell'hotel Continental, il tenente Siegfried Rammelt.
Mio padre raccontava che stava attraversando una strada quando fu colpito; fu ferito come uno scemo tanto che pensò di aver sparato con la propria arma, ma poi vide che l’arma era lontana da lui.
I primi soldati che lo trovarono ferito non lo soccorsero; solo dopo un certo tempo, un secondo gruppo di soldati lo trasse in salvo; la sua fortuna fu che, giacendo tutto il tempo con il corpo sulla ferita, la perdita di sangue rallentò.
Venne operato in ospedale e riuscì a scamparla grazie anche a delle copiose trasfusioni di sangue.
I suoi compagni scommettevano sulla sua guarigione perché nessuno ci credeva. Si era anche preso l’itterizia e inoltre gli dovettero praticare una colostemia. E la cicatrice della ferita si infettò.

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Non so quando, come e da chi venne fatto prigioniero, ma probabilmente era ancora in ospedale.

Raccontava che aveva avuto una brutta esperienza con gli americani quando era prigioniero in Germania perché credevano che gli americani li avrebbero consegnati ai russi. Lo credettero fino a quando gli "Happy Yanks" non li portarono indietro. Un amico americano gli regalò una sigaretta, ma siccome non fumava da tanto tempo si sentì male ed ebbe paura che l’americano lo avesse avvelenato. Identificò la sigaretta in gran segreto, affinché l’americano non se ne accorgesse.

Non so quando fu liberato dalla prigionia e dove rimase internato fino dopo la fine della guerra.
Presumo fosse prigioniero qui, vicino a Münster, nel settore britannico, perché il foglio di via era stato timbrato da un comando britannico.

Dopo la guerra ha poi lavorato a tempo pieno per delle ditte inglesi e, successivamente, come operaio edile nella ricostruzione del paese.

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Nel 1957 sposò nostra madre ed ebbe due figli.
Alla fine posso dire che il mese di marzo non fu un mese fortunato per lui: venne infatti ferito il 21/03/1944 e morì il 09/03/1998.

Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.

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