MARIO FALUBBA - BATTAGLIONE ALPINI PIEMONTE
Data: 01/04/2018Autore: VALENTINO ROSSETTICategorie: RicercheTag: #aprile 1944, alpini, caduti, monte-marrone

MARIO FALUBBA - BATTAGLIONE ALPINI PIEMONTE

Brevi annotazioni sul sergente maggiore Mario Falubba, alpino, bresciano, caduto il 10 aprile 1944 su Monte Marrone.

Foglio matricolare

Indagine condotta presso l’Archivio di Stato di Brescia, Distretto Militare di Brescia; trascrizione del foglio matricolare.

FALUBBA MARIO matricola 572

Figlio di Pietro e di Bignetti Caterina Cattolica, nato il 08/03/1917 a Carzago della Riviera (BS), statura m. 1.66, torace m. 0.95, capelli castani lisci, viso ovale, naso retto, mento regolare, occhi castani, sopracciglia castane, fronte regolare, colorito roseo, bocca regolare, dentatura sana.

Professione contadino, sa leggere, titolo di studio 4a elementare.

Iscritto di leva nel comune di Calvagese (BS):

  • 16/06/1937 - Soldato di leva in congedo illimitato
  • 05/05/1938 - Richiamato alle armi nel 6° reggimento Alpini Battaglione “Vestone”
  • 20/08/1938 - caporale addetto alle salmerie in detto o.p. n.34 1938
  • 31/03/1939 - caporale maggiore addetto alle salmerie in detto o.p. n.12 31/3
  • 14/11/1939 - Trattenuto alle armi in base alla circ. 116 n.40001 del 24/08/1939 o.p. 45
  • 15/02/1940 - Sergente, in base al dispaccio circ. n.514 R. del 18/04/1939, senza speciali obblighi di servizio
  • 13/11/1940 - Partito per l’Albania
  • 01/07/1941 - Rientrato in Italia (sbarca a Bari da Durazzo)
  • Dal 24/07/1941 al 23/11/1941 - Varie licenze (anche per la semina)
  • 16/05/1942 - Sergente maggiore
  • 30/07/1942 - Partito per la Russia con la 111^ compagnia del 77° Battaglione “Vestone”, facente parte dell’A.I.R.
  • 21/11/1942 - Rientrato in Italia giunge al comando (toppa?) mobil. di Vipiteno
  • 29/11/1942 - Lic. straordinaria per gravi motivi famigliari
  • 16/12/1942 - Rientrato
  • 06/02/1943 - Passato effettivo al &° Batt. Compl. Mot. (foglio disp. N.11 del comando 102° Regg. Alpini Tridentina in data 16/02/1943)
  • 01/12/1943 - Tale nel Batt. Alpini “Piemonte” mobilitato (centro di mobilit. Dep. 47° Regg. Fanteria, pag. 1567 ord. Del 04/02/1944 dello S.M.R.E.)
  • 10/04/1944 - Morto a Monte Marrone in seguito ad una vasta ferita penetrante in cavità addominale, frattura aspiliaco e spalla destra come dal registro tenuto dal Primo Raggruppamento comando Battaglione Alpini “Piemonte”, iscritto a pag.1 n.1
  • 30/04/1944 - Decorato della medaglia d'argento al V.M. "sul campo, alla memoria" dal Comando Supremo, con la seguente motivazione: Per quanto non idoneo al servizio incondizionato, chiedeva ed otteneva di poter seguire la propria compagnia in zona di impiego. Capo squadra fucilieri, durante un violento attacco tedesco, animava i propri dipendenti con la parola e con l'esempio. Ferito una prima volta persisteva nell'azione infliggendo, con la precisa azione di fuoco delle armi della propria squadra, notevoli perdite al nemico, obbligandolo a ripiegare precipitosamente. Colpito una seconda volta, persisteva nell'azione. A morte esprimeva ai commilitoni la fierezza di poter offrire la vita per la vittoria delle armi italiane. Monte Marrone 10/04/1944 (Decreto 18/07/1944 Registro Corte dei Conti 25/10/2944. Brevetto n. 711 in data 30/06/1945).

Ha partecipato dal 18/03/1944 al 10/04/1944 alle operazioni di guerra svoltesi in territorio metropolitano per la guerra di liberazione col Btg. Alpini Piemonte.

Ha partecipato dal 30/07/1942 al 21/11/1942 alle operazioni di guerra contro la Russia con la 111a Compagnia 77° Btg. "Vestone"

Conferitagli Croce al Merito di Guerra in virtù del R.D. 14/12/1942 n. 1729 per partecipazione alle operazioni durante il periodo bellico 1940-45.
Determinazione del comandante del Distretto Militare di Brescia in data 30/10/1968 (1a concessione).

Parificato a Brescia il 14/01/1954

Sul bordo del foglio matricolare sono presenti queste iscrizioni:

Fotocopia firmata per trasporto salma 24/11/1971. - Deceduto il 02/07/1945. - Cartella in archivio 17/09/1953.

I suoi cari quindi lo hanno riportato a casa.

***

10 aprile 1944

L'episodio in cui perse la vita il sergente maggiore Mario Falubba.

Tratto da: Castren (capitano Enrico Castruccio), PENNA TEMPRATA, “Il Battaglione Alpini Piemonte”, Authorized by P.W.B., Napoli, 1944.

Dal diario del battaglione:

Alle ore 3,25 del giorno 10 aprile 1944 le vedette avanzate della 1a compagnia schierata tra la q. 1770 di M. Marrone e la selletta a Nord della quota stessa udivano rumori sospetti provenienti dal bosco antistante.
La visibilità era nulla a causa dell’oscurità e della fitta nebbia. Poco dopo lo scoppio di una mina confermava il sospetto che si trattava di un attacco nemico. Dato l’allarme le truppe si schieravano prontamente nelle loro posizioni. Alle ore 3,30 cadevano sulle nostre linee colpi di artiglieria, di mortai e di bombe lanciate con fucili lanciabombe; subito dopo avveniva l’assalto nemico accompagnato da fuoco di armi automatiche. I tedeschi si slanciavano contro le nostre posizioni al grido di assalto e malgrado la pronta reazione di fuoco delle nostre armi un’aliquota di essi riusciva a superare la cintura dei reticolati e ad infiltrarsi nella nostra organizzazione difensiva ove si accendeva una mischia violenta a colpi di bombe a mano e con tiri di moschetti automatici. Il pronto intervento dei pochi elementi di manovra ed in special modo degli esploratori e di una squadra fucilieri della terza compagnia riusciva a respingere gli attaccanti che, approfittando dell’oscurità del fitto bosco, ripiegavano precipitosamente sulle posizioni di partenza. Il combattimento è durato circa due ore, le forze attaccanti sono da valutarsi, anche per dichiarazioni di un prigioniero, superiori al centinaio. I tedeschi che hanno fatto l’azione appartengono a reparti di Gebirgsjaeger ed indossavano tute bianche.
Perdite nostre: un sottufficiale morto (1), cinque alpini feriti da schegge e bombe a mano.
Perdite nemiche accertate: 3 soldati morti, 1 soldato prigioniero.
Presumibilmente le perdite del nemico sono state molto gravi, essendo state notate sulla neve tracce di sangue e traccia di corpi trascinati. E’ stato rastrellato il seguente materiale: n. 2 mitragliatrici, 3 pistole mitragliatrici, 4 fucili Mauser con lanciabombe, 4 canne di ricambio per mitragliatrici, 5 cassette portamunizioni, 1 barella portaferiti, 30 caricatori per mitra, 20 bombe per Maser lanciabombe, 9 bombe a mano.
Il comportamento degli alpini è stato, anche in quest’occasione, degno di massima ammirazione.

(1) Il prode sergente maggiore Mario Falubba le cui condizioni di salute avevano reso non idoneo alle fatiche di guerra, ma che aveva voluto volontariamente rimanere a far parte della sua compagnia partecipando, fino all’olocausto della vita, al suo impiego."

Tratto da: Ernesto Damiani, DIARIO DI GUERRA - Sergente A.U.C. Gino Damiani dalvolturnoacassino.it, 2002.

10 aprile: ore 3.1/4 (di notte): una gragnola di bombe sul Marrone e davanti a noi; cantano le mitraglie, crepitano i mitra. Tutta la linea è in fiamme: i tedeschi attaccano. Rabbioso il tiro dei nostri mortai; tace la nostra artiglieria, perché? Gli alpini si difendono e l’artiglieria non spara, perché? Una ridda di razzi sorvola il cielo. Che succede? Allarmi e in postazione. Ecco le notizie: da circa qualche ora i tedeschi hanno iniziato un movimento di sorpresa, contro gli Alpini sul Marrone. Piove, l’oscurità è profonda, c’è ancora la neve; gli alpini cantano; del resto è il vino di Pasqua che li fa cantare. Tutto tace. Ore 3.1/4: una mina del reticolato scoppia; i mortai tedeschi vomitano immediatamente il fuoco sulle nostre linee. Sono attimi: su tre colonne, settanta arditi tedeschi al centro, 2 plotoni ai lati, circa 150 uomini di punta, i tedeschi hanno fatto irruzione: la sorpresa è riuscita; già 2 postazioni sono cadute; già un alpino è morto. Furiosa reazione alpina e dei mortai della Ftr.; bombe nelle mani, gli alpini scappano, ancora brilli e nudi; la lotta ravvicinata divampa. Sparano mitragliatrici, i mitragliatori, i mitra, e soprattutto scoppiano le bombe a mano. Segnalazioni a razzi alle nostre artiglierie perché le comunicazioni sono interrotte. Razzi lanciano pure i tedeschi. Dopo mezz’ora circa le nostre artiglierie aprono un fuoco d’inferno: è lo sbarramento; gli alpini passano al contrattacco; quota 1341 è salva! Nostri reparti prendono posizione di 2° scaglione; la 5ª dei bersaglieri dalla Selletta al Marrone; la 6ª dei bersaglieri serra sulla Selletta. La Brigata polacca accorre verso le Mainarde. Alle 5 meno 10 i tedeschi ripiegano, via Monte Mare, sul cavallo, fra l’inferno della nostra artiglieria, che aveva sbarrato il passo ad un Btg. tedesco avanzante. Perdite tedesche. Molti morti, vari dei quali davanti alle nostre mitragliatrici. Numerosissimi feriti. Un prigioniero. Vario materiale bellico. Perdite nostre: 1 sergente magg. morto, 2 feriti gravi, vari feriti leggeri. Viva gli alpini. L’artiglieria ora spara ad intervallo; rispondono i tedeschi: la pioggia è cessata; torna il sereno. La giornata continua calma.

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