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LA 14ª COMPAGNIA NELLA SECONDA E TERZA BATTAGLIA DI CASSINO
Data: 11-01-2002Autore: ROBERTO MOLLECategorie: Le battaglieTag: #febbraio 1944, #marzo 1944, cassino, fallschirmjäger, germania, unità-reparti
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LA 14ª COMPAGNIA NELLA SECONDA E TERZA BATTAGLIA DI CASSINO

Traduzione dott.ssa Marina Tamburrini

Situazione

Dopo che gli alleati, nonostante la superiorità numerica e l’impiego di enormi forze in carri armati, aerei e artiglieria, non avevano centrato l’obiettivo di un’avanzata strategica nel territorio della linea Gustav, che si estendeva da Terracina nel golfo di Gaeta fino a Ortona sul mare Adriatico, il Comando alleato spostò il baricentro degli attacchi all’ala sinistra della linea Gustav.

Tra il 17 e il 20 gennaio 1944, la 5ª Armata americana condusse numerosi attacchi al fronte sinistro, lungo il Garigliano tra la costa di Gaeta e la città di Cassino. Il tentativo di invadere la Valle del Liri, che avrebbe permesso una rapida avanzata delle truppe alleate verso la capitale italiana, fallì per merito delle Divisioni della 10ª Armata tedesca, mobilitate a difesa della linea Gustav.

Anche la 1ª Divisione britannica, la 3ª Divisione US ed il 504° Reggimento Paracadutisti US del VI Corpo d'Armata, sbarcati il 22 gennaio 1944 a Nettuno / Anzio per tentare di circondare le formazioni tedesche impegnante nella difesa della linea Gustav, inizialmente non riuscirono a registrare alcun successo.

Il 25 gennaio 1944 la 3ª Divisione Algerina e la 34ª Divisione US attaccarono la città e la montagna di Cassino. Con aspri combattimenti, durati fino ad inizio febbraio, riuscirono a mettere a segno molteplici irruzioni nelle postazioni della 44ª Divisione di fanteria, difensori del luogo, e della 90ª Divisione Panzergrenadieren.

Per rinforzare il fronte di Cassino, data la situazione ormai resasi minacciosa, fu fatta trasferire dalla costa adriatica, battaglione dopo battaglione, la 1ª Divisione Paracadutisti, che arrivò a Cassino fin dal primo febbraio 1944.
Lo sfondamento degli alleati nella Valle del Liri doveva essere evitato a tutti i costi.

All'inizio di febbraio si attuò lo sganciamento della 14ª Compagnia dal settore di combattimento di Orsogna – Tollo. I nostri cannoni anticarro, nella misura in cui non erano stati distrutti dalle granate nemiche, rimasero nel settore di combattimento suddetto; furono consegnati alle unità di granatieri dell’esercito.

La Compagnia si trasferì nel circondario di Chieti dove poté trascorrere alcuni giorni di tranquillità.

Gerd Boetke assunse l’incarico di servizio di Maresciallo Maggiore, in quanto il precedente Maresciallo Maggiore Schlesiger era stato ucciso il 25.01.1944 da una scheggia di granata.

Un po’ di tempo dopo la compagnia ricevette l’ordine di spostarsi a Roccasecca nel settore del fronte di Cassino. La compagnia si spostò con i mezzi attraverso Popoli, Avezzano, Balsorano, Sora, Arce, fino a Roccasecca.

La nostra Compagnia inizialmente rimase come riserva a Roccasecca, mentre le altre compagnie già avevano preso posizione in Monte Cassino ed erano impegnate in duri combattimenti.

Il 26 febbraio 1944 il Maggiore Grassmel, comandante del III Battaglione, prese il comando del 4° Reggimento Paracadutisti.

Il III Battaglione lo prese il Capitano Meyer.

Il capitano Beyer, comandante della 14ª compagnia, divenne il capo del I Battaglione, mentre il capitano Huebner fu incaricato della guida del II Battaglione.

Intorno al 24 febbraio 1944 la Compagnia fu raggiunta dall’ordine di salire sul massiccio di Monte Cassino, per andare nella posizione assegnata al II e III Battaglione.

Nel buio della notte gli uomini della Compagnia salirono sugli autocarri. Il viaggio portò attraverso una Casilina sotto un continuo fuoco di disturbo, fino alle porte della città di Cassino. All’altezza di una gola che arriva al massiccio del Monte Cassino (Gola della Morte), luogo di trasbordo del Reggimento, gli uomini furono fatti scendere.

Stracarichi di armi e di munizioni gli uomini dei plotoni Eckel e Meyer si arrampicarono nel buio lungo la "gola", sotto un continuo fuoco di disturbo. Dovendo continuamente cercare riparo dalle granate nemiche, la via sembrò infinitamente lunga. Era una salita molto faticosa.

La "Gola della morte" terminava con una fonte su un altopiano dove era ubicata una costruzione lunga, la Massa Albaneta. Sul lato opposto alla costruzione si ergeva il Monte Calvario, quota 593. Dall’altopiano partiva un sentiero che conduceva alla ormai distrutta Abbazia di Monte Cassino.

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Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.

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