I FRANCESI NELLA BATTAGLIA DI CASSINO
Nello sforzo ostinato effettuato dal Comando Alleato per rompere il dispositivo tedesco in Italia nella regione di Cassino, le truppe francesi aggregate alla 5ª Armata americana del generale Clark hanno dapprima avuto un ruolo molto modesto che si è accentuato successivamente in proporzione all'arrivo dei rinforzi e che si è infine rivelato decisivo nella regione del Garigliano, grazie al piano audace del generale Juin ed alla eroica attuazione dello stesso da parte del Corpo di Spedizione francese.
Dicembre 1943 - Gennaio 1944
Il Pantano e le Mainarde: una dimostrazione
Costituito all'inizio su due divisioni: la 2ª Divisione di fanteria marocchina (2ª D.I.M.) e la 3ª
Divisíone di fanteria algerina (3ª D.I.A.) e da alcuni elementi delle riserve generali, il Corpo di
Spedizione francese (C.E.F.) doveva, agli ordini del suo capo, essere impiegato in maniera omogenea sotto il suo comando.
Ma le circostanze decidono altrimenti.
Il generale Clark scatena la sua offensiva il 1° dicembre. Il cattivo tempo, l'accanimento dei Tedeschi non permettono
che una avanzata lenta e costosa. il II Corpo americano del generale Keyes (ed in particolare la 34ª Divisione di fanteria)
è bloccato davanti al Pantano, la divisione è al limite dell'esaurimento.
Il generale Juin, malgrado il suo desiderio di non impiegare mai le sue unità sotto un comando diverso dal proprio,
propone agli Americani di sostituire la 34ª Divisione di fanteria con la 2ª Divisione di fanteria marocchina del
generale Dody. Quest'ultimo è convinto che una manovra d'assieme condotta in maniera vasta e rapida, dalle alture, porterà
ad una positiva soluzione.
Sfortunatamente il piano, concepito alla perfezione, non sarà eseguito. Il giorno 12, una sezione dei 4° Reggimento di
fucilieri marocchini (4° R.T.M.) scala la scogliera di Castelnuovo, malgrado la pioggia e il fango, avanzando mediante
camminamenti e facendo tre prigionieri. Questa cattura scatena azioni di pattuglie e colpi di mano.
L'attacco sferrato il giorno 14 dal Battaglione Delort e dal Tabor (battaglione indigeno) Aunis, riesce dopo una lotta
molto aspra; la chiusa di S. Michele è conquistata, ma è perduta all'indomani; un contrattacco tedesco respinge un
battaglione del 4° R.T.M., insufficientemente rinforzato, che si abbarbica al terreno. A sera, il Comando ordina di
rompere il contatto con l'avversario. L'operazione è sospesa e un ordine del Comando americano impedisce all'8° Reggimento
di fucilieri marocchini di ingolfarsi sulle tracce del 4°.
Con la medesima fretta, il Comando americano affida al 5° Reggimento di fucilieri marocchini di appoggiare l'attacco della
45ª Divisione di fanteria. Il generale Dody non può eseguire la sua manovra di aggiramento e si rassegna a prendere il Pantano
di fronte. Composto di quattro picchi, è difeso dall'eccellente 305ª Divisione di fanteria Badese (Baden Wuttenberg) che,
valutando l'importanza di questa posizione, ha deciso di farsi uccidere sul posto.
Durante due giorni, il 15 e il 16 dicembre, i battaglioni del 5° Reggimento di fucílieri marocchini (colonnello Joppè)
compiono una serie di assalti furiosi che finiscono col superare, a costo di gravi perdite, la resistenza accanita dei
Tedeschi.
La conquista della Mainarde del 27 dicembre presenta il medesimo carattere di asprezza. il III Battaglione dell'8° Reggimento
di fucilieri marocchini (colonnello Molle) riesce ad installarsi sulla cresta ma, insufficientemente sostenuto, è respinto
da elementi della 5ª Divisione alpina tedesca. L'attacco è ripreso all'indomani con due battaglioni appaiati
(II e III dell'8° R.T.M.) che espugnano rapidamente l'obiettivo e bloccano i contrattacchi avversari malgrado le perdite
severe.
La dimostrazione è data: i Francesi vogliono e sono capaci di battersi. Il Comando francese saprà trarne profitto. ma non
si riesce ancora ad influenzare il Comando interalleato sempre del parere di impiegare i mezzi motorizzati e blindati anche
in zona montagnosa. Gli Alleati non attribuiscono alla fanteria e alla manovra il ruolo determinante che esse hanno in
questo particolare terreno.
I due successi del Pantano e della Mainarde conquistati alla disperata impressionano il generale Clark e modificano l'opinione
che egli si era fatta delle truppe francesi. Quando il generale Giraud accompagnato da M. Le Troquer, commissario generale
alla guerra, appoggia la richiesta del generale Juin di ottenere una postazione per il Corpo di Spedizione francese,
accetta volentieri.
La dimostrazione della 2ª Divisione di fanteria marocchina permette ormai alla Francia di avere il suo posto nel
dispositivo interalleato.
L'attacco alla Linea Gustav, un tentativo franco-americano senza ampiezza
Al generale Clark si offrono due possibilità: impadronirsi della catena centrale degli Abruzzi; aprirsi
la Valle del Liri e del Sacco verso Roma dopo la eliminazione della resistenza di Monte Cassino. A causa delle intemperie,
il generale ritiene che una operazione in zona montagnosa sia dei tutto impossibile. Prende allora la sua decisione: in
un primo tempo prendere contatto con la Linea Gustav portando la 5ª Armata sul Garigliano e sul Liri; in un secondo tempo
aprirsi la Valle del Liri per irrompere su Roma. L'operazione è combinata con uno sbarco ad Anzio in modo da attirare in
questa zona le riserve tedesche e favorire l'attacco frontale della 5ª Armata. Questo piano sarebbe valido se le due
operazioni reagissero l'una sull'altra, ciò che non era aprioristicamente sicuro, in quanto l'avanzata attraverso la
Valle del Liri, facile a difendersi, non poteva essere intrapresa prima della conquista del massiccio di Monte Cassino.
Il 3 gennaio 1944 il generale Juin assume sul campo il comando del C.E.F. (2ª D.I.M. - 3ª D.I.A.) e sostituisce il VI
Corpo d’Armata americano all'ala destra della 5ª Armata. Il generale Juin è favorevole ad un'azione per le alture, avanzando
con vaste ondate, poi con mutamenti improvvisi di direzione, ma non può fare ancora accogliere il suo punto di vista.
In un primo momento, il X Corpo d'Armata britannico fiancheggerà il Garigliano, il II Corpo d'Armata americano assumerà
lo sforzo principale in direzione di Cassino mentre il Corpo di Spedizione francese coprirà la destra di questa grande
unità impadronendosi degli osservatori di Costa S. Pietro, Monna Casale, Monte Majo.
Le operazioni sono scaglionate nel tempo: Il II C.A. attaccherà l'8 gennaio; il C.E.F. il giorno 12; lo sbarco di Anzio
avrà luogo nella notte dal 21 al 22 gennaio. Questa data è stata scelta in funzione dell'avanzata del C.E.F. che doveva
raggiungere i suoi obiettivi il giorno 20.
Il C.E.F. deve pervenire sulla trasversale S.Elia-Atina in vista di irrompere su Monte Cassino attraverso le alture a
nord. Ciò richiede, prima di tutto, uno sforzo di rottura sulla linea Costa S. Pietro, Acquafondata.
Il generale Juin decide di attaccare con la 2ª D.I.M. e con la 3ª D.I.A. strettamente saldate, legando la sua azione a
sud con il II Corpo d'Armata americano e domandando al XIII Corpo britannico di coprirlo a nord. L'attacco è sferrato il
12 gennaio alle ore 6.30 dopo una preparazione di artiglieria di 15 minuti.
A seguito di furiosi combattimenti, gli obiettivi fissati alle due divisioni sono raggiunti la sera, salvo al centro dove
Monna Casale, Monte Passero e Acquafondata sono sempre in mano tedesca. il generale Juin indirizza alle sue truppe un
ordine del giorno ringraziandole e felicitandosi con esse per il loro valore militare, la loro audacia e la loro energica
volontà.
L'attacco è ripreso nella mattinata del 13 gennaio e riesce pienamente malgrado le violente reazioni avversarie.
In due giorni, il C.E.F. ha rotto il dispositivo tedesco e progredito di sei chilometri in media.
Il 14 gennaio incomincia la fase finale: la 2ª D.I.M. supera il Rapido, raggiunge i dintorni di Santa Croce; la 3ª D.I.A.
supera Valle Rotonda e si spinge verso Sant'Elia.
Rotta la posizione, il Comando tedesco è costretto a gettare nella battaglia delle unità frettolosamente prelevate da
altri settori per soccorrere la 5ª Divisione di montagna. il 16 si ristabilisce su di una posizione delimitata da S. Biagio,
Santa Croce, Carella, Cifalco, le alture a sud di Belmonte, ma il generale Juin non si batte che con due divisioni, egli
non ha riserve - il generale Clark non ne ha previste - e lo sforzo finale su Atina non può essere condotto a termine. Il
piano di operazioni manca di ampiezza; la sua esecuzione deve accontentarsi di risultati mediocri e costosi. Il generale
Clark si felicita con il C.E.F. e gli esprime la fierezza di averlo al suo comando.
Il compito della 5ª Armata consiste ormai nell'attraversare il Rapido e nel concludere l'azione verso Prosinone (II C.A.
americano), appoggiato a sud dal X C.A. britannico, proveniente dal Garigliano verso S. Giorgio, e a nord dal C.E.F. in
direzione di Atina. L'intenzione del generale Juin è di rompere il dispositivo tedesco e di eseguire una doppia manovra
avvolgente attraverso le ali. Il 21 gennaio, dopo due ore di combattimento, le creste a sud di Croce e quelle a nord-ovest
del Rapido sono conquistate alle 7.30, ma la resistenza dei Tedeschi, solidamente trincerati in fortini, sostenuti dalle
riserve attestate sul pendio opposto, non permette di tenere le cime. La situazione si stabilizza il giorno 22; l'attacco
è ripreso il 23, ma una modifica importante nei progetti del generale Clark obbliga a sospendere l'operazione. In effetti,
a sud, malgrado i tentativi ripetuti, la 36ª Divisione americana non può mantenere la posizione ad ovest del Rapido. il
generale Clark decide allora di impadronirsi della estremità rotondeggiante della città di Cassino e delle alture che la
dominano a nord-ovest. La 34ª divisione americana è incaricata di questa missione, la 3ª D.I.A. deve, collegando la sua
avanzata a quella di questa divisione, mettere piede il 25 sul Belvedere e sul Colle Abate.
In queste condizioni l'azione in corso il 23 non offre più lo stesso interesse. Lo sforzo applicato al centro in direzione
nord-ovest deve essere fatto in funzione dell'ala sinistra in direzione ovest. Ad Anzio lo sbarco riesce. La sorpresa è
tale che le operazioni si svolgono con esito molto favorevole. Il generale Juin, analizzando la situazione, scrisse allora:
"Non è ancora venuta l'ora di allentare la stretta. I colpi violenti assestati dalle nostre truppe costituiscono, senza alcun dubbio, un contributo prezioso alla manovra di armata."
Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.
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Il Comandante delle forze tedesche, il generale Ringel, assume la responsabilita' del settore delle Mainarde il 22 dicembre 1943 e dispone dell'85° e 100° reggimento di fanteria, un reggimento di artiglieria da montagna, vari battaglioni da ricognizione, del raggruppamento "Bode" costituito dal 576° reggimento gia' della 305ª divisione e del III° battaglione indipendente cacciatori alpini.
07/02/2003 | richieste: 7867 | FRANCESCO ARCESE
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