Il ricordo di Gianni Recchi
Ci ha lasciato Gianni Recchi, il Poeta del LI° btg Bersaglieri AUC Montelungo 1943
“Sguardo arguto, volto sorridente e battuta facile. Ispirava simpatia a prima vista e suscitava ammirazione per il suo animo
profondo e sensibile”.
Così lo descrive il giornale della sua città salutando il poeta veronese, artista ineguagliabile del verso in vernacolo.
Per noi del LI° Btg Bersaglieri è stato colui che ha dato voce ai sentimenti del soldato di allora.
In quel tragico 8 dicembre 1943, subito dopo la disfatta della 2° comp. sul fiume Peccia, salì la quota 251 di Montelungo e con la 3a comp del LI°
tenne la posizione fino al 16 dicembre.
In questo periodo, dalla buca dove si era attestato con il suo amico e compagno Leone Orioli, ebbe modo di vedere la pena dei compagni morti e di
sentire lo strazio dei feriti lasciati sulla spianata per diversi giorni.
Seppe condensare tutto ciò in poesia ed in particolare in quella che è diventata la preghiera del LI°
"La Madonnina di Montelungo" che ogni anno viene
letta da un reduce durante la cerimonia di commemorazione dell’8 dicembre al Sacrario dove riposano i caduti della battaglia.
Dopo Montelungo inquadrato nel 33° Btg. Bersaglieri venne trasferito sulle Mainarde e partecipò alla tenuta del M.te Marrone ed alla presa di M.te Mare,
roccaforti difensive sul fronte nord di Cassino.
Inquadrato nel Corpo Italiano di Liberazione partecipò, sempre con il 33° btg. del 4° regg. Bersaglieri, alla liberazione sul fronte adriatico a
fianco delle truppe Polacche, partecipando alla liberazione di Lanciano, Chieti, Pescara, L’Aquila, Macerata, Iesi, Ostravetere, Belvedere Ostrense,
Corinaldo.
Durante lo sfondamento della linea Gotica con il Battaglione bersaglieri "Goito" per il reggimento fanteria speciale del Gruppo di Combattimento
"Legnano", partecipò alla battaglia di Poggio Scanno e fu tra i primi ad entrare in Bologna il 21 aprile 1945.
Durante un recente incontro, ci raccontò che proprio in quel frangente, insieme con Leone Orioli, fece prigioniero un soldato tedesco e da questo, dopo
due anni, ebbe le prime notizie della sua famiglia; infatti, proprio quel soldato, precedentemente dislocato nel paese natale di Recchi nella provincia
di Verona, aveva avuto modo di conoscere i genitori di Gianni.
Sempre durante quell’incontro, in maniera molto commovente, ci rese partecipi di un segreto che non aveva mai rivelato a nessuno, neanche al grande
amico Leone Orioli che condivise con lui, fianco a fianco, tutta la guerra di liberazione 1943-45: da Montelungo a Bologna aveva sempre portato con sé,
all’interno della giubba, una piccola bandiera tricolore che ci mostrò, mai lavata e ancora sgualcita.
Alcuni mesi dopo, impossibilitato di recarsi a Montelungo per la cerimonia dell’8 dicembre, decise di inviare la bandiera ad Orioli con il seguente
messaggio:
Carissimo Leone,
eccoti il piccolo tricolore che con me ha vissuto i giorni della Patria.
Portalo lì ove non verrà considerato uno straccetto.
Tuo Gianni
I reduci del LI° Btg Bersaglieri AUC Montelungo 1943 hanno voluto così salutare Gianni Recchi
Caro Gianni,
ti salutano e ti ringraziano i tuoi compagni del LI° battaglione bersaglieri AUC Montelungo 1943.
Abbiamo speso insieme i nostri vent’anni per ideali che chiamavano lealtà, impegno, onore, sofferenza, senso del dovere e della giustizia e che oggi
chiamano Italia.
Questi valori sono stati la forza del nostro cammino: sul nostro Montelungo in quel tragico dicembre 1943, lungo le dorsali adriatiche nella calda
estate del 1944, sulla linea Gotica fino all’ingresso in Bologna in quel trionfale 21 aprile 1945 quando, la popolazione già festante, credendoci
bersaglieri inglesi, scoppiò di gioia nello scoprire sotto l’elmetto inglese, soldati italiani.
E tu c’eri.
Hai dato voce a noi tutti, sapendo descrivere, con discreta leggerezza e signorile sensibilità, i tuoi ed i nostri sentimenti; dei momenti più oscuri,
dell’incertezza, della paura, delle ferite, della pena, della morte.
Le tue poesie sono state le nostre preghiere e la nostra voce che molti, poi, hanno voluto silenziosa.
Negli anni maturi ci hai accompagnati con il tuo sempre fresco spirito bersaglieresco, ricordandoci che amicizia, condivisione, lealtà ed allegria
sono stati principi fondanti lo spirito del soldato di allora e dell’uomo di oggi.
Ci lasci questo e molto altro; conserveremo tutto ciò come un dono prezioso. Oggi grazie a te, in questo mondo complesso, ci è più facile consegnare
questi valori ai nostri figli, certi che proseguiranno il nostro cammino affinché la memoria e la luce della dignità, illuminino il sacrificio dei
fanti e dei giovani bersaglieri caduti sul Montelungo e nel fango del fiume Peccia.
A rivèderse Gianni
Claudio Vigna
Paolo Farinosi
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