I Maori a Cassino
Nella seconda e nella terza battaglia di Cassino il 28° battaglione Maori fu sicuramente uno dei protagonisti dell’attacco alleato contro la città
difesa dalle truppe tedesche.
Quello che segue è un breve resoconto, certamente non esaustivo, delle principali azioni sul fronte di Cassino di quei soldati che la storiografia
spesso dimentica, ma che contribuirono con dedizione e ingenti perdite alla guerra di liberazione.
Seconda battaglia per Cassino
I preparativi
Il loro primo compito, una volta giunti al fronte, fu quello di sostituire e occupare le posizioni tenute dalle esauste truppe americane della
36ª divisione impegnate nella prima battaglia. L’operazione non era delle più semplici: gli americani erano sparsi in un’area molto vasta e
raggiungerli significava sperare di rimanere invisibili al nemico ben appostato sulle alture di Montecassino.
L’8 febbraio il II° corpo statunitense provò nuovamente a conquistare le alture a nord di Cassino. Furono compiuti alcuni avanzamenti ma mai
risolutivi. Toccava ormai al Corpo neozelandese entrare in azione.
Il Generale Freyberg ordinò, innanzitutto, che venisse fatta una perlustrazione del terrapieno della ferrovia che portava alla stazione di Cassino.
La distanza da coprire dal fiume Rapido alla stazione – uno degli obiettivi da raggiungere per aprirsi la strada verso il centro cittadino e per
la valle del Liri – era di 800 metri.
La missione non sarebbe stata semplice. La notte del 10 febbraio una pattuglia esplorante (tenente Christy) era riuscita a spingersi fino alla
stazione percorrendo il terrapieno della ferrovia. I maori avevano rilevato che erano presenti numerosi ostacoli e demolizioni che dovevano essere
rimossi per consentire un attacco corazzato. Nel tratto tra la linea di partenza e la stazione di Cassino erano state praticate ben 10 interruzioni
con profonde voragini, la n. 7 era il ponte demolito sul Rapido. Altre due demolizioni, n. 11 e n. 12, si trovavano entro la stazione stessa!
Non solo: la zona presso lo scalo merci era ben difesa dai tedeschi.
Il piano consisteva nella costituzione di una testa di ponte al di là del fiume Rapido lungo l'asse del terrapieno ferroviario fino alla stazione.
L’azione prevedeva l’impiego di due compagnie: la B guidata dal Capitano Wikiriwhi a destra e la compagnia A del Capitano Henare a sinistra. La linea
di partenza era appena al di là del Rapido con il terrapieno che fungeva da ala destra.
Gli obiettivi della compagnia B erano la stazione e la strada lunga - 250 metri – che la collegava al paese (passando per quota 41). La compagnia A
sarebbe avanzata lungo il terrapieno ferroviario per arrivare a conquistare il promontorio dietro la stazione, l’Hummock, così come segnalato nelle
mappe militari alleate.
I genieri, nel frattempo, avrebbero dovuto riparare le demolizioni che impedivano il transito lungo la ferrovia e dove necessario gettare dei ponti
prima della luce dell’alba. Una volta aperta la strada il 19 reggimento corazzato (tenente Mc Gaffin) avrebbe lanciato i suoi carri a supporto dei
Maori e rafforzato la testa di ponte.
Il tenente generale Kippenberger era consapevole che se i Maori non fossero riusciti a tenere la stazione l’intero attacco alleato (che prevedeva
l’azione anche della 4ª divisione indiana sulle alture presso Montecassino) sarebbe fallita completamente.
L’ora zero era prevista nella notte tra il 13 e il 14 febbraio, ma fu posticipata vista l’impossibilità delle truppe di avanzare in un terreno
ampiamente minato e completamente allagato. Furono tentati, quegli stessi giorni, degli avvicinamenti esplorativi al terrapieno, all'Hummock e
alla stazione da parte di alcune pattuglie (tenente Takurua e sergente Rivers) che dovettero scontrarsi però con una tenace resistenza nemica.
L’assalto dei Maori
Il bombardamento di Montecassino avvenne il 15 febbraio; le operazioni d’attacco partirono nella notte del 17 febbraio (operazione Avenger).
Dopo un leggero fuoco di sbarramento, le truppe partirono dalle loro posizioni alle 21:30. I tedeschi [2] risposero quasi subito al fuoco preliminare e già prima che partisse l’intera azione i Maori registrarono alcuni feriti. L'avanzata lungo il terrapieno della ferrovia procedeva lentamente in uno scenario spaventoso fatto di lampi e tuoni di esplosioni.
Il capitano Wikiriwi sebbene leggermente ferito decise di trasportare lui stesso le apparecchiature per comunicare col quartier generale. Sebbene una grossa scheggia avesse distrutto l’apparecchiatura rendendo impossibili le comunicazioni con il comando alleato, coordinò l’attacco della sua compagnia, che si era ritrovato di fronte al fuoco di due postazioni tedesche. Al suo ordine due suoi uomini si lanciarono oltre il filo spinato che le difendeva e con l’aiuto di bombe a mano conquistarono l’avamposto tedesco.
Intanto intorno era l’inferno. Il fuoco pioveva da tutte le direzioni, Cassino veniva martellata incessantemente dall’artiglieria alleata e nei pressi della stazione gruppi di soldati erano giunti ormai a combattere corpo a corpo.
Il comandante del 28° battaglione, il tenente colonnello Young, si diresse lui stesso ad esaminare le posizioni dei suoi uomini e trovò la seguente situazione:
In una delle voragini sul terrapieno, i genieri trovarono i resti di un caccia tedesco. Forse si trattava del relitto dello stesso aereo che pochi mesi prima aveva tentato un’acrobazia passando sotto i cavi della teleferica che conduceva dalla stazione ferroviaria al monastero. Il pilota prese male le misure e il timone di coda tranciò i cavi della teleferica: l’aereo si schiantò poco a sud della stazione ferroviaria. Le due compagnie alla fine, non potendo contare sui blindati e completamente isolate, resistettero tutta la notte nelle loro postazioni conquistate.
I problemi per i Maori giunsero l’indomani con la luce del giorno. Facilmente osservabili dalle alture gli elementi delle due compagnie si trovarono sotto il tiro da tre lati: dalla città, dall’Hummock e da alcune postazioni tenute dai tedeschi vicino alla stazione. Per limitare l a propria visibilità ai tedeschi il comando neozelandese ordinò di sparare proiettili fumogeni. Furono sparate ben 30 mila granate che ridussero la visibilità locale a meno di 100 metri.
Anche il 27 Battaglione MG Neozelandese appoggiò l’azione dei Maori con 5 dei suoi plotoni (2°, 4°, 5°, 6° e 10°) schierati sulle pendici di Monte Trocchio. Le mitragliatrici Vikers spararono ben 66.000 colpi durante la notte tra il 17 e il 18 e quasi la stessa quantità durante la giornata del 18 febbraio.
Tuttavia i tedeschi appoggiati da un carro tentarono una sortita contro i Maori, che richiesero l'appoggio dell'artiglieria. La concentrazione di fuoco neozelandese riuscì a smorzare l'attacco tedesco.
La situazione sul campo in quel momento è descritta chiaramente nel diario della X armata tedesca:
Il nemico è ancora nella stazione e noi tutt’intorno ad esso in un semicerchio. Loro tengono solo la stazione e nient’altro. Intorno a mezzogiorno ha cercato di spingersi in direzione nord lungo la strada. Baade ritiene che questa sarà la loro prossima direzione d’attacco.
Per tutto il mattino e il pomeriggio i Maori si opposero a diversi tentativi nemici di infiltrarsi nello loro posizioni. Fu tentata un'azione di rinforzo attraverso elementi della compagnia C (tenente Reedy) ma venne vanificata quasi subito: 12 soldati persero la vita prima di poter compiere appena 90 metri. Le due compagnie A e B avevano già registrato 76 perdite tra morti e feriti.
I Maori strinsero i denti per tutto il giorno aiutati dalla cortina fumogena proveniente dalle loro linee, ma quando due carri tedeschi invasero il settore del plotone 10 e 12, il capitano Wikiriwhi ordinò la ritirata [3].
Molti furono colpiti durante il ripiegamento fra cui lo stesso capitano. Il tenente Takurua e altri due uomini lo trascinarono nell’argine della ferrovia e usarono il cordoncino della sua pistola per bloccare l’emorragia di sangue. Wikiriwhi ordinò loro di lasciarlo sul posto e di tornare quando avessero potuto. Takurua però fu ucciso pochi minuti dopo. Il Capitano venne recuperato il giorno seguente da alcuni elementi del 24° battaglione.
Quelli che riuscirono a mettersi in salvo, attraverso l'unico ponte che i genieri erano riusciti a gettare sul Rapido, erano solo una piccola parte dei circa 200 uomini partiti all’attacco: esattamente 66 soldati. Le perdite del battaglione furono: 22 morti, 78 feriti e 24 dispersi o prigionieri.
La stazione venne rioccupata dal 211° reggimento che registrò 9 morti, 102 feriti e 18 dispersi.
Così il Generale Vietinghoff, comandante della X armata tedesca e il Maresciallo Kesserling commentarono la battaglia da poco conclusa:
Terza battaglia di Cassino
La terza battaglia ha inizio il 15 marzo 1944 con il bombardamento di Cassino; eccone la descrizione annotata del diario di guerra del battaglione Maori.
Il compito dei Maori, attraverso la compagnia C (Capitano Reedy) e la compagnia D (Capitano Matahaere) era di ripartire dalle vecchie posizioni
tra la statale 6 e la ferrovia. Da queste posizioni, preceduti dagli sminatori avrebbero occupato la stazione e difeso i genieri nella loro opera
di costruzione dei ponti necessari al passaggio dei mezzi corazzati.
Nel frattempo la 6ª brigata (25° battaglione), appoggiata dal 19° reggimento corazzato, avrebbe eliminato la presenza nemica nel paese, conquistato
il Castello che sarebbe stato il trampolino di lancio per la 5ª brigata indiana, il cui obiettivo era il Monastero.
L’attacco
Se la collina del Castello cadde in mano alleata nel pomeriggio, la situazione nel centro di Cassino per gli attaccanti era invece molto difficile. La città era un cumulo di macerie e sventrata da enormi crateri che impedivano ai carri del 19° reggimento corazzato di muoversi. In breve tempo vennero lanciati in azione anche il 24° e il 26° battaglione. Infine anche il tempo inclemente peggiorò la situazione. In tarda serata cominciò ad abbattersi sul paese una pioggia torrenziale che impedì qualsiasi azione risolutiva.
Il pomeriggio del 16 marzo la città era divisa con i tedeschi che si difendevano accanitamente: la parte sud-occidentale del Paese era ancora nelle loro mani. Gli indiani, partiti dal Castello, fallirono nel tentativo di raggiungere la sommità del monastero. Un ulteriore sforzo fu tentato il 17 marzo anch’esso fallito. Anche il 25° battaglione, dopo aver liberato il giardino botanico, fu bloccato da una pioggia di fuoco proveniente dall’Hotel des Roses, dall’Hotel Continental e da altri edifici situati ai piedi della collina del monastero.
Nel frattempo il Colonnello Young ordinò di testare anche le difese nell'area della ferrovia. Il tenente Whelan insieme a 12 Maori e 2 sminatori si spinsero in avanti coperti da una cortina fumogena, ma dovettero presto indietreggiare a causa di quattro nidi di spandau che non consentiva loro di proseguire. Anche la sorte non era dalla loro parte: durante la ritirata improvvisamente il vento cambiò direzione lasciandoli allo scoperto senza la copertura dei fumogeni. Il risultato fu che un ufficiale esploratore e altri due uomini furono feriti.
I preparativi
I Maori erano in attesa di ricevere l’ordine di occupare la stazione dopo che il 26° battaglione l’avesse occupata. Alla fine l’ordine arrivò ma non era quello che si aspettavano. Il 28° battaglione, passato ora al comando della 6ª brigata, doveva spingersi verso l’angolo sud ovest di Cassino. La missione era colmare il buco che si era creato tra il 25° battaglione a nord della statale 6 e il 26° battaglione a sud di essa. Poi dopo aver conquistato l’Hotel des Roses e il Continental si sarebbero dovuti unire alla compagnia C del 24° battaglione che teneva quota 146, mentre la 4ª divisione indiana avrebbe dovuto conquistare le alture ad ovest. La via a quel punto sarebbe stata libera per i genieri i quali avrebbero riparato le demolizioni lungo la statale 6 per consentire il passaggio dei mezzi corazzati e stabilire una testa di ponte in direzione di Sant'Angelo.
La linea di partenza dei Maori era l’estremità occidentale del Giardino Botanico e l’area da conquistare sarebbe stata quella delimitata dalla statale 6 e da quello che per chiarezza veniva chiamato il bivio nord (quota 41), fino all’Hotel Continental.
La compagnia D avrebbe operato sul alto occidentale dell'obiettivo, la compagnia C avrebbe seguito ad intervalli di 15 minuti la D ripulendo le sacche di resistenza tedesca lasciate indietro. In seguito si sarebbe occupata del lato orientale dell'obiettivo (esempio la statale 6 direzione sud).
L'azione era stata preparata esaminando mappe geografiche che ormai non avevano nulla a che vedere con la situazione reale sul campo. Cassino era infatti completamente devastata dalle bombe e per i soldati era quasi impossibile riconoscerne i luoghi esatti.
L’azione dei Maori
Compagnia D
La compagnia D partì lungo la statale 6 che portava a Cassino la notte tra il 18 e il 19 marzo. La carreggiata non era stata danneggiata pesantemente e i soldati raggiunsero il giardino botanico in sicurezza. Dietro di loro si trovava il municipio e 360 metri di case distrutte nelle quali erano nascosti capisaldi tenuti dai parà tedeschi ben determinati a tenere Cassino. Inoltre negli edifici vicino alla linea di partenza dei Maori erano nascosti anche due carri armati tedeschi. Due giorni dopo uno di essi fu scoperto nella file di edifici vicina al quartier generale del 21° battaglione.
Il capitano Matehaere schierò la compagnia D: il 18° plotone guidato dal sergente Ruku Haddon sulla destra, il 17° del sergente Mataira sulla sinistra e il 16° del tenente Smith in riserva. Non appena si mossero vennero investiti da un pesante fuoco proveniente da una postazione di mitragliatrice. Il 17° riuscì a sopraffarla e a catturare due prigionieri. Quest’azione richiese circa mezz’ora. Ma il problema principale non erano i paracadutisti, bensì l’ammasso di macerie e le devastazioni che impedivano ai Maori di avanzare.
Pochi minuti dopo questa prima azione, Matahaere venne ferito dal fuoco proveniente da un’altra postazione tedesca. Ordinò subito ai suoi uomini di aggirarla, ma ogni volta che una postazione veniva conquistata, già da un’altra si apriva il fuoco sui Maori. Gli uomini del 18° dovettero infine ripararsi in quello che rimaneva di alcune cantine. Il Sergente Haddon fu ucciso mentre tentava di recuperare uno dei suoi uomini che giaceva a terra ferito.
Ormai si combatteva casa per casa a pochi metri di distanza, a volte solo un muro divideva i due contendenti. I due plotoni erano ormai ridotti a pochi effettivi e solo pochi uomini riuscirono a tornare al quartier generale.
Compagnia C
La compagnia C incontrò lo stesso sfortunato destino della D. I suo uomini persero contatto e direzione fin dall’inizio e dovettero ripararsi
dietro cumuli di macerie o dove potevano.
La testimonianza del Secondo tenente Waititi è emblematica di ciò che accadde quella notte a Cassino:
Il nostro obiettivo era l’Hotel Continental. Non appena ci muovemmo persi i contatti col mio plotone. Mandai uno dei miei uomini per riprender i contatti ma fu inutile. Nonostante le difficoltà continuammo ad avanzare fino ad un alto ammasso di macerie dove rimanemmo inchiodati a causa di una mitragliatrice pronta a colpirci ogni volta che provavamo a muoverci. Non avevo idea di dove ormai fosse l’obiettivo dato che l’intera zona era completamente devastata dal bombardamento. Decisi quindi di ritirarmi in un posizione migliore per cercare il quartiere generale della compagnia.
Waititi fu ferito prima di riuscire a trovare il Quartier generale.
Conclusione
Una delle ultime azioni di successo dei Maori fu quella che vide protagonista il maresciallo McRae, il quale, una volta scoperto uno dei due carri tedeschi presenti nel paese in un edificio dietro il Convento (il secondo era situato presso l’area del Continental) diresse con sangue freddo il fuoco dei carri neozelandesi del 19° reggimento corazzato, portando alla cattura di quasi 100 paracadutisti tedeschi. Non fu mai chiarito il motivo per cui vi fosse un numero così alto di soldati in quell’edificio, ma è probabile che quello fosse un punto di ritrovo per partire in azione durante le ore notturne.
L’intera operazione consentì di conquistare soltanto parte del cosiddetto triangolo delimitato dalla statale 6 e il bivio nord (quota 41), ma l’obiettivo più importante, l’Hotel Continental rimaneva ancora in mano ai tedeschi.
Il 28° battaglione rimase in linea fino al 27 marzo, sostituito dal 24 battaglione, potendo così tornare nelle retrovie a Mignano.
Le perdite del battaglione dal 18 a l 27 marzo furono di 12 morti, 95 feriti e 1prigioniero. In generale, nel periodo in cui il battaglione fu unito alla 5ª Armata furono: 45 morti, 213 feriti e 22 prigionieri.
Roll of Honour 28 (Maori) Battalion
Killed in action
Tratto dal sito internet New Zeland Electronic Text Centre
Note
* * *
Ringraziamenti
Si ringraziano Livio Cavallaro e Alberto Turinetti di Priero per la cartografia, i commenti, le note e la rilettura.
Bibliografia
Sitografia
Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.
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