I./Panzer-Regiment 4
La Valle del Liri può certamente essere chiamata "la Valle dei Pantera"; nei primi mesi del 1944 questi carri armati furono infatti protagonisti di violenti combattimenti contro le forze alleate che, dopo la rottura del fronte di Cassino, dilagano nella valle intraprendendo il balzo finale verso Roma.
Nel marzo 1943 la III.Abteilung del Panzer-Regiment 4, appartenente alla 13. Panzer-Division che dal 1941 aveva operato ininterrottamente sul fronte orientale come gruppo corrazzato autonomo, venne inviata in Francia per un periodo di addestramento e in autunno cominciò a ricevere in dotazione i nuovi carri Panther, diventando la I.Abteilung dello stesso Reggimento. Il modello era del tipo Ausf. D, ovvero il primo prodotto; questo carro era stato progettato e costruito sugli insegnamenti provenienti dalla prove eseguite sul carro sovietico T 34 e comunque soffriva di una certa fragilità meccanica anche a causa del notevole peso; problemi che vennero parzialmente risolti con le serie seguenti.
Alla metà di Gennaio 1944 l’unità aveva in forza 76 carri, suddivisi in 4 compagnie di 17 carri ciascuna, più una compagnia comando con 8, oltre a tutti gli automezzi necessari per la sussistenza ed i servizi; quindi, avendo terminato il periodo di addestramento, fu inviato in Italia per rafforzare lo schieramento tedesco ad Anzio. Il I./Pzanzer-Regiment 4 arrivò via treno ed ai primi di febbraio era già parzialmente operativo contro la testa di ponte di Anzio.A questo riguardo è interessante il colloquio tra Hitler e il generale Alfred Jodl, tratto dal resoconto della riunione di mezzogiorno del 28
gennaio 1944 [1].
La riunione verte sul programmato contrattacco ad Anzio:
Il Battaglione, in questa fase della battaglia, partecipò a numerosi attacchi, in appoggio ad altre unità tedesche, conseguendo diversi successi,
anche se a costo di pesanti perdite, provocate soprattutto dai bombardamenti navali e campali, oltre che dalle numerose mine anticarro.
I Panther dimostrarono la loro potenza di fuoco ma anche la scarsa affidabilità meccanica, numerosi infatti rimasero bloccati dai guasti e
tra questi, quelli che non potevano essere recuperati e riparati dovevano essere distrutti sul campo. Per riparare un Panther era necessario portarlo lontano
dal campo di battaglia, trainato da carri di pari tonnellaggio. Furono infatti realizzati alcuni
Bergepanther (carri da traino), ma ad Anzio
non erano ancora disponibili.
Il 17 febbraio cinque Panther attaccarono nella zona di Aprilia e quattro furono fuori gioco nel giro di poche ore a causa di guasti ed impantanamenti;
nello stesso mese, risultarono alla fine completamente distrutti nove Panther [2].
In questi combattimenti gli alleati impararono a conoscere la potenza distruttiva del cannone da 75 mm del carro Panther, molto preciso; avevano
avuto segnalazioni dai russi e cercarono di catturarne uno intatto per poterlo esaminare.
Ciò avvenne nel maggio 1944 allorchè, presso l’aeroporto di Aquino, vennero raccolti numerosi carri tedeschi per poterli esaminare.
Un Panther, nonostante fosse stato colpito, era ancora funzionante e venne a lungo provato da parte dei carristi alleati, anche alla presenza
del generale generale britannico Leese.
Alcuni esemplari furono fatti sfilare a Roma insieme a centinaia di prigionieri catturati a Cisterna e sul Gari.
Era il loro un tragitto obbligato, in quanto non potendo proseguire per ferrovia dovettero continuare il percorso verso il fronte
di Anzio per via ordinaria, proprio passando per la capitale; sfilare dentro Roma ebbe di converso anche un risvolto propagandistico.
Nella Valle del Liri i Panther vennero dislocati a ridosso della Linea Senger, soprattutto nel territorio dei comuni di Roccasecca, Pontecorvo, San
Giovanni Incarico e Pico.
Nel mese di marzo 1944, la 2a compagnia, era in riserva a cavallo della via Casilina ed in questa occasione molti carri furono fotografati.
Il 221 è forse il carro armato tedesco più fotografato della II Guerra Mondiale: era dislocato a Roccasecca presso il bivio della via Casilina e fu
oggetto di numerose fotografie a fini propagandistici da parte dei reporter ufficiali tedeschi.
Ricevuti alcuni carri per rimpiazzare le perdite subite, a fine aprile il battaglione poteva contare su 61 carri operativi.
Tolto dalla riserva, il battaglione venne spostato a ridosso della Linea Senger [3], dovre ricoprirà un ruolo importante nel tentativo di
contenere il dilagare delle truppe alleate nella Valle del Liri, dopo lo sfondamento della Linea Gustav.
La 1a compagnia rinforzò il Panzer Abteilung 190 della 90. Panzergrenadier-Division; un’altra compagnia tra il 23 ed il 25 maggio,
appoggiò a Pico e a Pastena la 26. Panzer-Division contro le truppe francesi del C.E.F.; nella Valle del Liri ed a ovest di Pontecorvo ci
furono durissimi combattimenti contro le truppe britanniche e canadesi.
Il primo contatto avvenne in territorio tra Aquino e Castrocielo, località Cese, allorché le forze corazzate canadesi incontrarono alcuni carri del
battaglione.
I combattimenti più feroci avvennero sul Fiume Melfa a Roccasecca; a fine battaglia si contarono 6 Panther distrutti contro oltre 40 carri alleati.
Ad esempio il 23 maggio 1944 il carro numerato 401, quindi il carro comando della 4 Kompanie, distrusse tre Sherman canadesi; il giorno successivo
mentre contrattaccava verso Roccasecca, venne raggiunto e bloccato da colpi perforanti, che ferirono due uomini dell’equipaggio.
Alcune informazioni si rilevano dai resoconti delle unità combattenti:
Resoconti tedeschi:
19 maggio 1944
La 26. Panzer-Division rileva la 71. Infanterie-Division a Sud di Pico. (S. Oliva)
20 maggio 1944
Il nemico ha nuovamente attaccato con baricentro nella zona Pico-Pontecorvo contro la 26. Panzer-Division e ha potuto prendere il monte Leucio e
raggiungere il Liri 4 km a NO di Pontecorvo. Sono in corso contrattacchi con reparti della 305. Infanterie-Division recentemente fatti affluire
ed il I./ Panzer-Regiment 4.
Resoconti francesi:
21 maggio 1944
Alle ore 14, è segnalata una formazione di una cinquantina di carri, che sta avanzando sulla riva nord del Liri, dirigendosi verso Pontecorvo e che
spara sui nostri elementi della riva sud. Essa è costretta a ritirarsi sul Rio della Torre dopo essere stata presa a partito
dall’A.D./1 [4] e dall’artiglieria alleata. Essa è poi assalita da caccia bombardieri.
Nell'opera Les Canadiens en Italie (pag. 429), è riportato a questo proposito che l’artiglieria canadese contribuì a disperdere
[...] un gruppo di 50 carri nemici che si dirigevano a sud, dalla parte della città, e minacciavano il fianco destro francese". Vi è inoltre precisato che un posto di osservazione canadese "piazzato sul Monte d’Oro, a sud del Liri, aveva segnalato la presenza di questi blindati" e che in quell’occasione, come in molte altre nel corso dei combattimenti nella valle del Liri, "i piloti della 654a squadriglia d’osservazione della R.A.F. dirigevano egualmente il tiro". [...]
21 maggio 1944
Alle 19,30 si scatena, un brutale contrattacco nemico condotto da circa un battaglione appoggiato da una decina di carri. La 13a mezza-brigata della
Legione perde e riprende per quattro volte le sue posizioni sul peduncolo nord-est di Monte Leucio; subisce delle perdite serie ma distrugge due
carri nemici che restano sul terreno.
Nel settore della 3a divisione di fanteria algerina
Alle 19, il nemico contrattacca vigorosamente, appoggiato da dei carri e la divisione riesce a contenere l’azione avversaria solo dopo un leggero ripiegamento. Gli elementi del Groupement Chappuis (7e R.T.A. n.d.r.) che erano in Pico hanno dovuto evacuarla.
22 maggio 1944
Nella pianura del Campo dei Morti (o Campo del Mora secondo le carte) il Groupement Bonjour ingaggia una battaglia che durerà tutto il giorno contro
i carri tedeschi. Secondo alcuni è la prima e vera battaglia fra corazzati nella campagna d’Italia. [5]
23 maggio 1944
Dalle 13 alle 13,30 un violento contrattacco nemico si sviluppa a 4 Km a sud di San Giovanni. E’ respinto solo dopo l’intervento dell’artiglieria.
Era condotto da elementi del I/578 I.R. e del II/577 I.R., appoggiati da carri.
[...] Infine l’A.D./1 è intervenuta massicciamente in appoggio all’attacco dei Canadesi contro la linea “Hitler” da Pontecorvo ad Aquino. Alla sera, dopo aver rotto il fronte tedesco, la 1a divisione di fanteria canadese arriva all’altezza della divisione francese (1e D.I.M. n.d.r.) e l’aviazione leggera segnala un importante reflusso di automezzi tedeschi (più di 250) e di truppe a piedi verso ovest. [...]
Altri combattimenti ebbero luogo a San Giovanni Incarico, nelle cui vicinanze fu distrutto un carro comando. Il 26 maggio erano operativi solo 13
carri sui 48 rimasti. L’unità resistette innanzi a Ceccano e il 27 maggio contrattaccò insieme alla 26. Panzer-Division tra Castro dei Volsci
e il Fiume Sacco, venendo respinta dal fuoco degli M10 Tank Destroyers francesi.
Alcuni Panther, per guasti o per carenza di carburante, dovettero essere abbandonati ad Aquino, Arce e Fontana Liri ed in ritirata anche a Fiuggi.
Un duro combattimento avvenne il 29 maggio a Torrice, sulla Strada Statale 6 Casilina, a pochi chilometri da Frosinone; le truppe canadesi che
avanzavano verso Frosinone, dovettero combattere sul bivio della Casilina subendo la distruzione di cinque Shermann a causa dl fuoco di tre Panther.
Il 1 giugno risultavano utilizzabili solo sei carri ed un rapporto inglese del 12 giugno, riportava che tra la Linea Senger e Roma, erano stati
trovati i relitti di 16 Panther: 7 colpiti in combattimento, uno sabotato per un guasto tecnico, 8 autodistrutti ad Acuto, vicino a Fiuggi, per
mancanza di carburante. Da maggio a giugno, erano andati persi 53 carri Panther.
Il I./Panzer-Regiment 4 è rimasto poi a combattere in Italia sino alla fine della guerra, ricevendo sempre altri rimpiazzi di carri per sopperire
alle gravi perdite di uomini e mezzi.
Finì la guerra come reparto organico della 26. Panzer-Division.
La presenza dei Panther nella Valle del Liri, pur importante, non poteva certamente cambiare l’equilibrio delle forze in campo, che erano in favore
degli alleati; inoltre il loro impiego in modo singolo, in appoggio alle unità di fanteria, e in formazioni organiche, certamente ne diminuì
l’efficacia e la forza operativa in battaglia. Possiamo dire che i tedeschi, dovendo coprire un vasto fronte, dovettero "disperdere le forze corazzate",
l’errore che fecero i francesi nel 1940. Se i carri fossero stati usati unitariamente come forza di attacco, o anche di difesa, certamente avrebbero
creato ben altri problemi agli alleati.
Il carro tedesco era di gran lunga migliore degli Sherman americani, in uso a tutte le truppe corazzate alleate, ma la superiorità numerica degli
ultimi era schiacciante. Tale superiorità venne inoltre accompagnata dai molti guasti a cui furono soggett i carri tedeschi. L’affidabilità meccanica
era migliore nei carri alleati; il Panther soffrì sempre per il grande peso, che si traduceva in una certa fragilità meccanica; facilmente si
impantanava nel terreno ammorbidito dall’acque e spesso i carri subivano guasti proprio mentre si avvicinavano al combattimento; ripararli non era
cosa facile.
Un altro limite del carro tedesco era dato dalla stazza; adatto agli ampi spazi delle steppe russe, si trovava in difficoltà nel teatro italiano
costituito da montagne, colline, strette strade, fiumi.
Questo carro fu sempre disponibile in un numero limitato di esemplari. Molte volte citato nei documenti alleati, è possibile oggi vederne degli esemplari solo in alcuni musei o a far bella mostra come monumento in alcune città europee, alcuni addirittura funzionanti. In Italia ci dobbiamo accontentare di vederli in fotografia.
Si ringrazia il dottor Alberto Turinetti di Priero per le informazioni fornite.
Note
Bibliografia
Sitografia
Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.