logo
28 DICEMBRE 1943, L’ECCIDIO DI COLLELUNGO; MA CHI FURONO GLI ASSASSINI?
Data: 27/12/2024Autore: ALBERTO TURINETTI DI PRIEROCategorie: La tragedia dei civiliTag: #dicembre 1943, cardito, civili, collelungo, violenze-saccheggi-eccidi

28 DICEMBRE 1943, L’ECCIDIO DI COLLELUNGO; MA CHI FURONO GLI ASSASSINI?

Ancora una volta si discute sul reparto tedesco autore della strage di Collelungo che si consumò il 28 dicembre 1943 nonostante documenti e testimonianze pubblicati a partire dal 1945.

Questa triste storia ha inizio nell’autunno avanzato del 1943, quando il fronte si avvicinò a Cardito, piccolo paese sperduto oggi frazione del comune di Vallerotonda, ai limiti del parco nazionale d’Abruzzo, ma in provincia di Frosinone. Ascoltando con preoccupazione il rombo delle cannonate che si avvicinava sempre di più, alcune famiglie decisero di lasciare il paese rifugiandosi nella masseria "Capaldi", sulla montagna, a pochi chilometri di distanza. Temendo di poter essere coinvolti nei combattimenti che si svolgevano ormai a non troppa distanza, salirono più in alto verso la località di Collelungo, seguendo il corso del rio Chiaro.[1]
Purtroppo la linea del fronte continuò ad avvicinarsi sempre più prossima e nella notte fra il 21 e il 22 dicembre 1943, il generale Hauck, comandante della 305a divisione di Fanteria, passò le consegne al generale Ringel, comandante della 5.Gebirgsjäger-Division, schierata a difesa della zona.[2]
Da un documento redatto dal Deuxième Bureau della 2a divisione marocchina si può stabilire con certezza che il 24 dicembre 1943 i reparti più prossimi ai civili italiani accampati lungo il Rio Chiaro erano la 8a e la 10a compagnia del II battaglione del 85° reggimento.[3]
Il 26 dicembre 1943 ebbe inizio l’attacco francese con il 8e Régiment de Tirailleurs Marocains il cui primo obbiettivo era la cresta delle Mainarde (quota 1.478) e quindi le quote 1.025 e 1.090 al di là del Rio Chiaro, proprio sulla direttrice del rifugio scelto dalle famiglie di Cardito. Nel corso della giornata venne conquistata la masseria "Capaldi", ma non la cima delle Mainarde che rimase nelle mani dei tedeschi.[4]
Il giorno dopo, 27 dicembre 1943, le posizioni tenute dal II battaglione del Gebirgsjäger-Regiment 85 furono travolte dall'assalto del I battaglione del 8e R.T.M.. Furono catturati sessantaquattro austriaci (prigionieri e disertori) tra cui il comandante della 7a compagnia completamente distrutta. La 6a e l’8a compagnia si ritirarono verso l’alta Valle del rio Chiaro e i comandi tedeschi, caduta la quota 1.478 delle Mainarde, temettero il crollo del fronte e ordinarono al Panzergrenadier-Regiment 115, a riposo nelle retrovie, di intervenire con la massima urgenza sostituendo i cacciatori ormai allo sbando.[5]
A poche centinaia di metri dai combattimenti in corso, il gruppo di famiglie accampato lungo il corso del Rio Chiaro non poté che seguire con apprensione il rumore delle armi sempre più vicino. Nel corso della giornata transitarono alcuni soldati tedeschi, riconosciuti come cacciatori di montagna per la stella alpina sul berretto e sulla manica della giubba, che si fermarono a parlare con i civili italiani e dissero loro che il giorno dopo sarebbero arrivati gli “americani”.[6]

La notte del 27 ha preso a nevicare - ha riportato nel suo libro lo storico Costantino Jadecola - Pierino Di Mascio ha appena il tempo di notare che i soldati tedeschi che si erano intrattenuti con loro e che si erano accampati non lontano sono stati raggiunti da una staffetta venuta evidentemente a riferire nuove disposizioni: così deve essere se appena dopo i soldati lasciano la zona e prendono la via della montagna.[7]

Il mattino presto del 28 dicembre 1943, il giorno dei SS. Martiri Innocenti, apparvero improvvisamente altri soldati tedeschi, che si rivelarono da subito minacciosi con le armi puntate. Non lasciarono nemmeno il tempo di scappare o di ripararsi, ma uccisero senza pietà 43 vittime, uomini, donne e bambini. Questi assassini, perché di tali si trattò, facevano parte senza dubbio di quel Panzergrenadier-Regiment 115.

5868
5869
1480

Note

  1. ^ Costantino Jadecola, Vallerotonda 1943, La strage dimenticata, Comune di Vallerotonda, 2006.
  2. ^ La 5.Gebirgsjäger-Division era sul fronte di Leningrado quando il 22 novembre 1943 pervenne l’ordine del suo trasferimento in Italia. Tra la truppa si sparse la speranza di rivedere le famiglie, ma le tradotte attraversarono l’Austria senza fermarsi fino a Roma provocando una grandissima delusione specie fra i cacciatori dell’85° reggimento in maggioranza austriaci. (Cfr. Julius Ringel, Hurra die Gams, Die 5. Geb. Div. im Einsatz, Stocker Verlag, Graz, 1994) “I battaglioni furono gettati nella battaglia che infuriava così come arrivavano al fronte, anche senza disporre dei loro scaglioni di animali da basto tuttavia indispensabili. Questa ristrettezza di vedute doveva forzatamente essere pagata.” (Rudolf Boehmler, Monte Cassino, 1956).
  3. ^ Georges Boulle, Le Corps Expéditionnaire Français en Italie (1943-1944), Paris, 1971.
  4. ^ Jean Duroc, Victoire en Italie, 2ème Division d’Infanterie Marocaine, Gauthier-Villars, Paris, 1945.
  5. ^ ibidem
  6. ^ Costantino Jadecola, Linea Gustav, Centro Studi Sorani “V. Patriarca”, Sora (Frosinone), 1994; Dal Volturno a Cassino, 2004.
  7. ^ ibidem

Bibliografia

  • Rudolf Boehmler, Monte Cassino, Plon, Paris, 1958.
  • Georges Boulle, Le Corps Expéditionnaire Français en Italie (1943-1944), Paris, 1971.
  • Jean Duroc, Victoire en Italie, 2ème Division d’Infanterie Marocaine, Gauthier-Villars, Paris, 1945.
  • Costantino Jadecola, Vallerotonda 1943, La strage dimenticata, Comune di Vallerotonda, 2006.
  • Costantino Jadecola, Linea Gustav, Centro Studi Sorani “V. Patriarca”, Sora, 1994.
  • Julius Ringel, Hurra die Gams, Die 5. Geb. Div. im Einsatz, Stocker Verlag, Graz, 1994.
  • Alberto Turinetti di Priero, La 5a divisione Cacciatori di Montagna (5.Gebirgsjägerdivision), su Dal Volturno a Cassino, 2005.

Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.

Articoli associati

L'ECCIDIO DI COLLELUNGO - 28 DICEMBRE 1943

Tratto dal libro di Costantino Jadecola, questo brano costituisce la cronaca di un eccidio di cui non è nemmeno nota la sciagurata ragione.

04/01/2004 | richieste: 5553 | COSTANTINO JADECOLA
La tragedia dei civili | #dicembre 1943, cardito, civili, collelungo, violenze-saccheggi-eccidi