184° REGGIMENTO PARACADUTISTI DIVISIONE "NEMBO" - LA CONQUISTA DI MONTE CAVALLO
Tra la fine del mese di aprile e la metà del mese di maggio 1944 la Divisione "Nembo" si imbarcò a Cagliari, lasciando finalmente l'isola per trasferirsi nel continente ed essere posta alle dipendenze del neonato Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.).
Il 18 maggio 1944 il 184° reggimento paracadutisti al comando del colonnello Francesco Ronco e composto dai battaglioni XIII e XIV, prende posizione nel settore di Monte Cavallo (alta Valle del Volturno), in sostituzione del IV battaglione paracadutisti britannico.
Le posizioni che il C.I.L. teneva in quella zona fronteggiavano l'imponente complesso montano del Parco Nazionale d'Abruzzo, da Costa S.Pietro a Monte Marrone, fino al territorio a nord di Castel San Vincenzo.
Il XIV/184° venne dislocato, in primo scaglione, nel settore delle Mainarde, il XIII/184°, in secondo scaglione, nella zona di Cardito. Posizioni dure, dominate da un nemico ben "piazzato", che individuava sempre ogni movimento falso e che "compensava" con tiri centrati le leggerezze dei nostri. Ma i "ragazzi" del "XIV" non subirono per molto tempo la prevalenza tedesca; si acclimatarono subito ed in breve animarono tutto lo schieramento con la loro scanzonata baldanza.
Nonostante gli estesi campi minati posati dal nemico e le grandi difficoltà innescate dal terreno impervio che rendeva obbligati i percorsi, le pattuglie italiane presero in breve il sopravvento su quelle tedesche; divennero padrone della "terra di nessuno " e tennero nel loro pugno l'iniziativa dei "colpi di mano".
Nel frattempo, l'Alto Comando Alleato stava progettando una serie di azioni tendenti a preparare l'operazione di sfondamento della "linea Gustav".
Nel quadro generale di queste operazioni, il X Corpo Britannico, alle cui dipendenze operava il C.I.L., doveva impossessarsì dell'importante nodo stradale di Atina.
Ma la conquista di Atina non era possibile se non venivano eliminate le posizioni tedesche del Parco Nazionale degli Abruzzi, che dominavano da est il percorso che
l'offensiva avrebbe dovuto seguire.
Il compito di attaccare queste posizioni quasi inattaccabili, saldamente organizzate dal nemico nei lunghi mesi d'inverno, fu affidato al C.I.L. e prese il nome di operazione "Chianti". Era la prova della fiducia che i Comandi Alleati nutrivano nella capacità degli Italiani per la guerra in montagna, capacità già precedentemente confermata dai nostri Alpini col successo di Monte Marrone.
Compito specifico per il 184° reggimento paracadutisti: attaccare frontalmente ed occupare l'impervio costone roccioso di quota 2021, procedere, quindi, all'avvolgimento da ovest di Monte Cavallo (inaccessibile da est), attraverso il Colle delle Porcazzette e la Val Monacesca.
L'ordine di attacco trovò i paracadutisti pronti al balzo. Era ora di dare alle posizioni nemiche di Monte Cavallo, che da più giorni li guardavano in segno di sfida,
una lezione di stile paracadutista! Alle ore 10:00 del 27 maggio aveva inizio l'azione.
L'attacco, difficile per il terreno, per le mine numerose, per le pericolose armi automatiche nemiche piazzate nelle caverne, per la tenacia dell'avversario deciso a
"non mollare", fu, sul principio, lento e metodico, ma, superatì i campi minati e raggiunte le prime posizioni dominanti, l'impeto dei paracadutisti non fu più contenuto
e la difesa nemica dovette soccombere.
Quota 2021 veniva occupata alle ore 14:00.
Bisognava, però, ancora eliminare numerosi "nuclei ritardatori" tedeschi, che ostacolavano l'azione della colonna del C.I.L. diretta a Montemare - Balzo delle Cicogne.
Vennero così a determinarsi brevi combattimenti isolati che ritardarono i movimenti previsti ed il calar della notte fece sospendere l'azione.
All'alba del 28 maggio il XIV/184° riprese l'avanzata e minacciò sul fianco la difesa del Balzo delle Cicogne. I tedeschi, a causa della decisa pressione, furono
costretti ad abbandonare le posizioni. Alle ore 11:00, i paracadutisti del XIV/184° conquistarono la vetta più alta di Monte Cavallo (quota 2176).
Il giorno prima la 41a Cp., dopo un violento scontro, aveva occupato la località di S. Biagio Saracinisco, cosicché, con la conquista di Piccinisco (ore 10:00 del giorno 28, ad opera dell'XI Reparto d'Assalto), di Monte La Rocca (ore 16:00 sempre del 28, per merito del 68° Ftr.) ed infine, con la puntata di Madonna di Canneto (il 29 maggio, su azione del Btg. Alpini "Piemonte"), la complessa operazione si chiudeva con la brillante affermazione delle Armi Italiane.
Il generale Sir Oliver Leese, comandante dell'8a Armata Britannica, così scriveva al generale Utili comandante del C.I.L.:
Mi debbo congratulare con Voi e con le Vostre truppe per gli ammirevoli progressi realizzati nei recenti combattimenti. Il Vostro successo, nell'eliminazione del nemico dal importanti zone del Cavallo e del Mare, è stato di grande appoggio alla nostra avanzata; in quanto era essenziale che i Tedeschi fossero scacciati da tali regioni, affinché noi potessimo proseguire nella marcia su Atina. Per tali motivi, sono estremamente grato a Voi ed tutte le truppe da Voi comandate; sicuro che questi Vostri successi, i primi nell'8a Armata, siano forieri di ulteriori prossime vittorie. L'8a Armata è nuovamente in marcia e sono sicuro che le truppe italiane sapranno partecipare valorosamente alle imprese che ci attendono. A Voi le mie congratulazioni ed il mio personale ringraziamento.
Il fatto d'arme di Monte Cavallo fu il "biglietto da visita" che i paracadutisti della divisione "Nembo" presentarono all'atto del loro ingresso nel Corpo Italiano di Liberazione.
Quelle truppe di cui qualcuno, ricordando qualche triste episodio della Sardegna, aveva dubitato, avevano risposto meravigliosamente all'appello.
Generosi nello slancio, travolgenti nell'impeto e nella decisione, i paracadutisti del 184° reggimento si erano cosi posti all'avanguardia della Divisione.
I compagni d'arme del C.I.L., che avevano preceduto sul Campo del Valore e della Gloria la "Nembo", salutarono con orgoglio questa magnifica Unità che veniva a rafforzare
lo spirito puro della loro già brillante compagine di guerra e che, ricca d'esuberanza e d'ardire, si imponeva così, di prepotenza, alla loro incondizionata ammirazione.
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02/12/2003 | richieste: 6312 | VARI
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