OMAGGIO AD ANTONIO BERTI
Il 30 Dicembre scorso è venuto a mancare il dott. Antonio Berti, medico di Terracina, cultore di storia locale, profondo conoscitore della storia e del dramma vissuto nel 1943-44, e soprattutto, un disponibilissimo amico.
A causa dei nostri reciproci impegni, lo incontrammo l’ultima volta in occasione di una relazione che tenne
al Molo, nell’area all’interno del Porto di Terracina, in una bella sera di
Settembre, anche se sotto una insolita, per la stagione, fredda brezza marina.
Con il Presidente della nostra
Associazione, l’Avv. Roberto Molle, ci recammo a Terracina, sulla costa laziale
in provincia di Latina, con il duplice scopo sia di assistere alla
commemorazione del 61° anniversario della distruzione della città e visitare la
mostra fotografica relativa ai danni che la città soffrì a causa delle
incursioni aeree, che nel 1943 distrussero gran parte della Marina e delle
istallazioni portuali, con numerose vittime civili, sia, soprattutto, per incontrare
l’amico Antonio.
Con il suo stile, certamente
non freddo, non distaccato, ricordò e descrisse con meticolosità la sciagurata
incursione del 4 settembre 1943, che alle ore 16,30 in pochissimi minuti
falcidiò la vita di oltre cento civili terracinesi.
Da diversi anni il dott. Berti si
interessava al periodo della guerra a Terracina.
Il suo era un interesse vero,
profondo, di chi ha voglia di ricordare e di salvare le testimonianze dirette
di chi ha visto, e vissuto, il dramma dei bombardamenti. Proprio lo spirito di
“recupero” delle testimonianze entusiasmava Antonio più di ogni altro aspetto.
L’entusiasmo era il suo vero
motore: anche per altre iniziative, come ad esempio la commemorazione
dell’affondamento del “Nullo”, in cui contattò e riunì tutti i sopravvissuti - persino
un ex marinaio ormai da anni residente in Australia! -, o tempo fa, i suoi
progetti riguardanti gli ultimi reduci ancora in vita della 1a
Guerra Mondiale, cosa che interessò personalmente persino l’allora Presidente
della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, la gioia e la sincera passione per le
iniziative era il suo segno distintivo.
Accanto all’interesse storico e militare, che curava attentamente con dettagliate analisi documentarie e soprattutto fotografiche, Antonio svolgeva l’importante compito di raccogliere interviste e testimonianze dirette di coloro che vissero quei terribili momenti, a partire dal primo e più cruento bombardamento aereo, quello del 4 Settembre 1943, che ebbe effetti devastanti su una cittadina, fino ad allora, solo marginalmente interessata dalla guerra.
Proprio questa prima, drammatica, incursione aerea stava molto a cuore ad Antonio.
Egli amava raccontarci, e al molo di Terracina con lo stesso spirito riferì alla platea, numerosi episodi, anche apparentemente secondari, relativi a quanto accaduto negli anni di guerra, ma soprattutto relativi a quella tragica mattinata di settembre, in cui formazioni USAF sganciarono tonnellate di bombe su una città che non rappresentava certamente, sebbene con lo sbarco di Salerno ancora non in atto, certamente un serio obiettivo. Ma essendo una città portuale, il comando delle formazioni di bombardieri la incluse, purtroppo, nelle città, anche secondarie, da colpire in vista delle operazioni pre-sbarco.
La città fu colpita il giorno successivo alla firma dell’armistizio di Cassibile, che però, per vari motivi, come è noto, fu tenuto nascosto, permanendo quindi confermate le missioni di attacco aereo anche sulle città italiane “secondarie”, tra cui appunto Terracina. Si trattava di missioni atte a convincere l’Italia a concludere l’armistizio. missioni però non più necessarie. Purtroppo ciò oggi ci mostra l’attacco aereo su Terracina del 4 Settembre 1943 come un atto ancora più inutile, più paradossale.
A seguito delle ricerche condotte da Antonio, stranamente, nessun documento o menzione di questa operazione è stato mai rinvenuto, mentre al contrario, molto è disponibile riguardo alle operazioni dell’USAF succedutesi su Terracina dopo il 4 settembre 1943. Era un suo cruccio: con ironia riferiva che. per gli Americani, stando ai documenti, quella incursione massiccia non c’era mai stata!
L’amore per la storia della sua città - anche se in realtà nacque a Fondi – condusse Antonio ad un attenta ricerca di quelle che gli storici contemporanei amano chiamare le fonti orali, tipiche della nouvelle histoire: la storia fatta non dai politici, i generali etc., ma da ognuno, concorrendo ogni elemento, anche di vita quotidiana, alla ricostruzione fedele di quanto avvenuto. Ecco quindi l’importanza delle interviste ai sopravvissuti, ed ai parenti e conoscenti delle vittime civili, dei numerosi bombardamenti che hanno sfigurato la città, mettendo in luce ogni singola tragedia personale di quell’infausto 4 Settembre 1943.
Però, nelle sue ricostruzioni, mai la penna dello storico locale dominava quella di chi con umanità e semplicità scrive della sua gente, della sua città, della sua comunità. A tratti emergeva anche il suo inossidabile sense of humor, che lo contraddistingueva sempre, è che ha conservato fino alla fine. Con semplicità e spontaneità raccontava, e scriveva, riguardo agli anni di guerra nella sua città.
Antonio ci ha sempre incoraggiato nella ricerca che, quasi a continuazione anche cronologica del suo libro, stiamo conducendo, sulla battaglia tra tedeschi ed americani a Terracina , avvenuta il 22-24 Maggio 1944. A volte con Antonio salivamo sulla zona montana della città, (bellissimo entroterra collinare, purtroppo dimenticato a beneficio delle spiagge!) per ricostruire, sulla base delle testimonianze che stiamo raccogliendo da parte di veterani del 337th Regiment, 85th “Custer” Division, i brevi ma aspri scontri che furono preludio della liberazione della città.
Non si tratta di usuale retorica: Antonio era davvero una persona di estrema disponibilità, ed ora, per quanti come noi, gestiscono un’associazione che studia e raccoglie testimonianze e documenti sulla guerra nelle nostre zone, la sua è un’esperienza che deve essere un esempio.
In ogni nostro incontro, infatti, non mancava di mostrarmi qualche articolo, qualche documento raccolto nel frattempo, ed utile per la mia ricerca, e sempre mi riferiva, con il suo stile serio ma farcito di un piccola dose di humor o addirittura, in qualche caso, di immancabile sarcasmo, aneddoti che videro protagonisti i Terracinesi coinvolti dalla guerra, in una città, come era ancora nel tardo autunno 1943, non ancora fatta evacuare per ordine della Wehrmacht (tutta la fascia costiera della provincia sarà fatta evacuare, a settembre 1943 inoltrato, per ordine dei tedeschi, per una fascia di 5 km dal mare, obbligando le popolazioni rivierasche a trasferirsi nelle campagne o sui monti dell’entroterra).
Ancor oggi, eccetto per importanti ma generali ricerche sulla guerra nella provincia di Latina, l’unico testo sui bombardamenti di Terracina, è quello di Antonio “TERRACINA, 4 SETTEMBRE 1943, ore 16,30" pubblicato nel 1995 a Fondi, assieme all’altro rilevante libro, ma prettamente fotografico, di G. Spezzafierro.
Tra l’altro, Antonio si stava accingendo alla riedizione del suo libro, che in questi giorni è in fase di correzione a cura della Sig.ra Enza. Auspichiamo una ristampa del testo, che sicuramente potrebbe chiarire un periodo triste ma fondamentale della storia contemporanea della città.
Naturalmente raccogliamo il testimone, sia come incoraggiamento per la ricerca sulla battaglia di Terracina, incoraggiamento sempre espresso da Antonio, sia come continuazione di quella ricerca sulle incursioni aeree che videro, nella morte di tanti civili, un simbolo comune ad altre città italiane, che pagarono un altissimo contributo in termini di vite umane, a causa della guerra.
Ogni ricerca, si passi l’ovvietà, non potrà prescindere da quanto ci fu riferito, con sincera passione, dall’amico Antonio.
Speriamo quindi non solo, come Associazione, di dare il nostro contributo alla realizzazione di un importante progetto che da anni Antonio tentava di realizzare: quello di apporre una stele presso Monte Croce, fulcro della battaglia di Terracina, con i nomi dei caduti di parte americana e tedesca. Un nobile intento ed un impegnativo progetto che speriamo possa attuarsi al più presto, anche per ricordare il dott. Berti.
Ciao Antonio, da parte di tutti noi.
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