Mignano Montelungo, 8 dicembre 2004
Come ogni anno sono al Sacrario per la cerimonia ma prima, mi prendo qualche giornata per tornare sulla piana del Peccia, salire sul Monte o andare
in altri luoghi in cui si sono svolti i fatti del ’43 di cui leggo nei libri e nei racconti che mio padre mi ha lasciato.
E’ necessario fissare la geografia dei luoghi per poter poi fare i collegamenti opportuni!
Mi sposto quindi sempre in auto e preferisco alloggiare a Mignano piuttosto che a Cassino dove poi mi trovo con tutti i reduci del LI°.
Fu così, che in quella data, a cerimonia ultimata, proposi a Vittorio Rebeschini ed a sua moglie Teresa, prima di rientrare a Cassino per il pranzo, di
accompagnarlo sulla Piana del Peccia dove avvenne l’attacco dell’8 dicembre.
Mi guardò con sguardo vivo ed interessato e mi disse “magari…” lasciando intendere grande interesse per l’invito.
Avevamo pochissimo tempo, ma riuscii a portarlo in quei luoghi, ancora visibili: il sentiero incassato dal quale giunse sul Peccia con la sua 2ª
compagnia la notte del 7 dicembre, il boschetto, il fossato anticarro ed il canalone dal quale si saliva sulla spianata, la massicciata della ferrovia
ed il vecchio casello da dove i tedeschi li accolsero a mitragliate.
Mi indicò il luogo dove Corvino, colpito da una scheggia di mortaio gli morì tra le braccia e mi raccontò le sue sensazioni di allora.
Riconobbe tutto e mi chiese se conoscevo anche il luogo dove era stato allestito il primo cimitero del LI°; glielo indicai e fu allora che con gli
occhi lucenti mi disse:
"Claudio mi hai fatto un regalo meraviglioso. da allora è la prima volta che torno in questo luogo."
Capii la commozione e l’importanza del momento e me lo fissai bene in mente.
Il tempo trascorse troppo velocemente, risalimmo in auto e Vittorio continuò a manifestarmi la sua felicità per la bella sorpresa.
Nel pomeriggio poi, rimandò la partenza per visitare il Cassino War Memorial e ricordo che, nonostante la fretta di ripartire si fermò con molta calma
a leggere tutti i pannelli ed a osservare le foto ed i cimeli.
Poi con la signorilità che lo ha sempre contraddistinto mi disse:
"ben i ga fato proprio na bea roba sti tosi. con voialtri il nostro LI° nol
morirà!" (Hanno proprio fatto una bella cosa questi ragazzi con voi il nostro LI° non morirà!).
Rientrato a casa, nella sua Monselice in provincia di Padova, mi telefonò ancora per ringraziarmi e non mancava di farlo ad ogni successiva telefonata.
In quest’ultimo anno ha curato la bella pubblicazione edita dal LI° intitolata " a ricercar la Patria smarrita" e si è molto adoperato per convincere
il comune di Marostica a non demolire la vecchia filanda, gloriosa sede della Caserma dalla quale il battaglione partì per le Puglie e per Montelungo. Ottenuto
il restauro ha concordato con il Comune la posa di una lapide che sarà prossimamente scoperta alla memoria del battaglione.
Purtroppo Vittorio Rebeschini ci ha lasciato il 6 dicembre 2005, proprio mentre stavamo per partire per Mignano ma un piccolo ferro raccolto sul Monte è ora
con Lui.
Al suo funerale Teresa mi ha chiesto di leggere la poesia di Giovanni Recchi "La Madonnina di Montelungo" che ognuno del LI° considera una preghiera.
Ho accettato. ma non mi è stato facile arrivare in fondo!!
Da tutto il tuo battaglione. ciao Vittorio.
Claudio Vigna
Da un racconto di Onelio Supplizi 2ª compagnia
". ero morto anch’io? Una sensazione straordinaria quella di non esserci più e mi figurai la morte così, un nulla una
continuazione. un urlo vicinissimo e lacerante mi scosse, mi alzai su, ma ricaddi sentendo fitte lancinanti ovunque. seppi poi di essere stato
trascinato fuori dalla furia umana di Rebeschini e Zucchi che però sempre si schernirono."