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Una richiesta di aiuto, il capitano Corrado Galli, qualche storia di uomini e di muli a Montecassino e ...
Data: 05/02/2011Autore: ALBERTO TURINETTI DI PRIEROCategorie: RicercheTag: animali, italia, salmerie

Una richiesta di aiuto, il capitano Corrado Galli, qualche storia di uomini e di muli a Montecassino e dintorni...

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Ci scrive la dottoressa Giulia Galli, che cercando su Internet notizie sul nonno, il capitano Corrado Galli, si è imbattuta nel sito DALVOLTURNOACASSINO.IT.
Ci scrive per sapere se quel capitano Galli, del quale si accenna in un articolo sul 5° Gruppo salmerie da combattimento "Monte Cassino", sia proprio suo nonno e se fossimo in grado di fornirle altre notizie.
Valentino mi gira il messaggio e rispondo a Giulia in modo generico, spero anche cortese, che guarderò tra gli appunti e i documenti, ma senza grande speranza.
E invece succede un evento del tutto imprevedibile... .

Guardo quel vecchio volume, stampato nel 1945, trovato tanti anni fa in un banchetto di libri usati a Torino, che mi è servito a tracciare la storia del reparto.
Lo sfoglio e nella prima pagina l’occhio cade su una dedica scritta a penna: "Alla madrina della nostra drappella". Ma è la firma, C. Galli, che mi lascia di stucco.
Non sarà proprio quella del capitano Corrado Galli, nonno di Giulia?
Guardo nelle pagine e tra le tante vignette di Franco Bardinelli, ne trova una che riguarda proprio il capitano, il comandante del reparto, quello che chiamava i suoi soldati "bimbini miei" con quel suo intercalare, tipicamente toscano, fiorentino.

Scrivo a Giulia, le mando le riproduzioni della dedica, della vignetta, del testo.
Grande sorpresa ed anche commozione!
La calligrafia è proprio quella del nonno!
Siccome Giulia vive all’estero, manda tutto a suo padre – potenza dell’e-mail – che conferma: è proprio il capitano Corrado Galli, il nonno... .
Incredibile!
E io che avevo questo libro da tanti anni, ed il sito e l’articolo e Internet... .
Riscrivo a Giulia e le chiedo se per caso in famiglia non hanno dei documenti, insomma qualcosa del nonno, dei ricordi.
Mi risponde che qualcosa ci deve essere, ma che non può occuparsene perchè vive lontano da Firenze. Mi promette che per Natale, quando rientrerà a casa, guarderà.

Passano i giorni ed ecco che Giulia si rifà viva. Si, ci sono dei documenti, ma sono tanti. Non può scannerizzarli e nemmeno fotocopiarli, tanti sono! Me ne spedirà un assortimento ed ecco che sono arrivati!

Capitano Corrado Galli, comandante di una batteria del XXXV gruppo artiglieria, divisione di fanteria "Calabria", in Sardegna nel settembre 1943.
Poi comandante del 5° gruppo salmerie, sbarcato a Napoli nel dicembre 1943.
Persona calma, riflessiva, chiamato alla vita militare "malgré lui" (malgrado la sua volontà ndr).
Tratta i suoi artiglieri con bonomia, li ascolta, cerca di comprenderli, ma non transige in fatto di disciplina e di dovere. Studia i percorsi, parte per primo in ricognizione e gli artiglieri gli sono riconoscenti.

Arrivato il momento del congedo, i suoi artiglieri lo prendono in giro, bonariamente.
E' scritto sul numero unico dedicato al gruppo:

Ad un certo momento il capitano viene chiamato padre; ed anche noi ve lo diremo tanto più che voi chiamavate tutti gli uomini del reparto "bimbino mio"; chiamate così anche Bartalini che ha i capelli bianchi e vi guarda con uno sguardo tutt’altro che filiale perchè è tanti anni che sta sotto la "naja" e vuole andare a sposare la Bruna.

Ma poche righe dopo, al momento dell’addio:

Accanto a noi in questo momento ci sono tutti i vostri uomini, quelli che sono giunti due mesi fa e quelli che son venuti con voi dalla Sardegna; c'è tutto il Quinto, con tutti gli annessi e connessi, qualche cosa c’è che non dimenticheremo perchè con esso abbiamo trascorso un brano della nostra vita bello e intenso per gioie, dolori e pericoli, dove abbiamo incontrato compagni che la vita in comune ci ha resi amici.

Febbraio 1944. Il reparto è acquartierato vicino a Portella, nella valle del Rapido. Il compito affidatogli è duro e pericoloso. Ogni notte gli artiglieri devono portare rifornimenti agli uomini della 34a divisione di fanteria americana, impegnata in quei giorni nei disperati attacchi contro le posizioni tedesche a nord dell’abbazia di Montecassino.

CONDUCENTI E MULI ITALIANI SULLA LINEA GUSTAV - IL 5° REPARTO DI SALMERIE DA COMBATTIMENTO “MONTE CASSINO”, SOLDATI ESEMPLARI.

...Gli uomini morti venivano portati giù tutte le sere, assicurati con una corda alle groppe dei muli, I corpi pendevano da un lato e dall’altro dei basti di legno, le loro teste dondolanti dal lato sinistro del mulo, le loro gambe irrigidite protese goffamente dall’altra parte, muovendosi in su e in giù a seconda del passo del mulo.

28/11/2006 | richieste: 5471 | ALBERTO TURINETTI DI PRIERO
animali, italia, salmerie, unità-reparti

QUOTA 593 ED IL SACRIFICIO DEL 2° BATTAGLIONE DEL 135TH INFANTRY REGIMENT. 34TH INFANTRY DIVISION: 6-7 FEBBRAIO 1944

Hill 593 and the sacrifice of the 2nd Battalion, 135th Infantry Regiment, 34th Infantry Division: 6th-7th February 1944.
Cote 593 et le sacrifice du 2ème Bataillon, 135th Infantry Regiment, 34th Infantry Division: 6-7 février 1944.

03/02/2010 | richieste: 7523 | ALBERTO TURINETTI DI PRIERO
Le battaglie | #febbraio 1944, quota-593, unità-reparti, usa

Gli italiani devono attraversare la valle, sotto il fuoco dell’artiglieria tedesca, risalire i sentieri che portano alla prima linea, bersagliati dai mortai. Scaricare i muli e tornare alla base prima che spunti l’alba. Di giorno sarebbe impossibile eseguire il percorso, perfettamente visibile dagli osservatori dell’artiglieria nemica.

Il capitano Galli scrive le proposte per le ricompense al valore militare, confortato dai giudizi e dai ringraziamenti che arrivano dai comandi americani, perfettamente consci del rischio che corrono questi artiglieri, visto che anche loro hanno le loro compagnie di salmieristi.

Era la notte fra il 7 e l’8 febbraio 1944. Il comando della 34ª divisione aveva programmato un nuovo attacco verso le posizioni tedesche della Masseria Albaneta e dei suoi dintorni, ma un improvviso contrattacco tedesco impegnò gli americani per tutta la notte in furibondi combattimenti, mentre più ad ovest, il 168° reggimento stava preparando l’assalto al monastero di Montecassino.
In quella notte di freddo e di nebbia "una squadra di salmerie del 5° Reparto faceva servizio di rifornimento" ed "era stata fatta segno da colpi di mortaio durante il tragitto e sul luogo di scarico".

Trascriviamo dal rapporto del capitano Galli:

Pertanto il comandante della squadra, il sergente maggiore Pellegrini, ordinava agli uomini di riprendere la via del ritorno, a mano a mano che i muli erano scaricati e dando appuntamento in un gomito della mulattiera che offriva sufficiente protezione allo scopo di permanere il minimo indispensabile sul luogo di scarico individuato dal nemico e fatto oggetto di ripetute salve.
Rimaneva quindi sul posto a dirigere le operazioni di scarico dei muli superstiti ed a controllare il pieno completamento del servizio.
Terminate tali operazioni si ricongiungeva alla colonna e, controllatane l’efficienza si accorgeva della mancanza di quattro conducenti e dei muli relativi. Verosimilmente i conducenti dovevano aver sbagliato sentiero. Pertanto, affidato il comando della colonna ad un graduato cui dava ordine di rientrare, ritornava indietro alla ricerca dei dispersi. Essi avevano imboccato erroneamente un sentiero che portava alle linee nemiche.
Il sergente maggiore Pellegrini riusciva a rintracciarli e li guidava indietro malgrado il fuoco nemico martellasse il sentiero scoperto.
Ad un tratto una salva di mortaio colpiva il piccolo nucleo.
Due uomini e il sergente maggiore venivano feriti, un mulo ucciso e i restanti quadrupedi si davano alla fuga. Tutti, compresi i feriti, artigliere Sitrialli, artigliere Tognaccini e lo stesso sergente maggiore, si slanciavano al recupero dei muli, ma un’altra salva feriva nuovamente il Pellegrini, il Tognaccini e il Sitrialli, feriva l’artigliere Aloisi ed uccideva un altro mulo.
Il sergente maggiore Pellegrini, benchè gravemente ferito, provvedeva a soccorrere i compagni e, giunto alla stazione di pronto soccorso, rifiutava ogni cura lasciando la precedenza ai compagni.

Il sergente maggiore Oberto Pellegrini, classe 1913, da Asciano Pisano (Pisa) fu decorato con la Bronze Star Medal dagli americani e fu proposto per una Medaglia d’Argento al Valor Militare dal capitano Galli.
Uno fra i molti che si guadagnarono sul campo il rispetto e l’ammirazione degli alleati.

Anche il capitano Galli fu decorato al Valor Militare.
Prima dagli Americani, che gli conferirono la Bronze Star Medal, per il ciclo operativo sulla Linea Gotica con questa motivazione:

Corrado Galli, Captain Artillery, Italian Army. For meritorious services in support of combat operations from 16 December 1944 to 2 May 1945 in Italy. During this period of operations in which his unit supported American troops in combat, Captain Galli, as Commanding Officer of the 5th Pack Mule Company, displayed outstanding ability and efficiency in the performance of his duties. By skillfully coordinating the activities of his organization, engaged in carrying vital supplies and ammunition to forward positions and in the evacuation of casaulaties, he was of great assistance to American Commaders in the accomplishment of their mission and contributed materially to the success of the final Al lied offensive in Northern Italy. His untiring efforts and capable leadership reflect the fine traditions of the Italian Army.

Il 28 giugno 1945, gli fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare per l’intero ciclo di operazioni da Montecassino agli Appennini ma in particolare per aver condotto "con la forza dell’esempio il proprio reparto, malgrado questi fosse stato avvistato e ripetutamente colpito da fuoco nemico.

Il 5° reparto salmerie da combattimento "Monte Cassino" fu una piccola unità, un pò particolare, ma certamente degna di essere ricordata.
Molti gli elogi ufficiali di ben 22 diversi comandi americani, ma il miglior complimento per la sua efficienza e disciplina viene paradossalmente riconosciuta nel freddo rapporto dell’ispezione compiuta da un ufficiale americano, il maggiore di fanteria R. C. Van Kirk.
Da questo rapporto, si viene a sapere che il reparto italiano, al 10 gennaio 1945, era composto da 10 ufficiali, 370 uomini, 6 cavalli, 258 muli, 4 carrette e da un "Truck 2 Ton. Spa", cioè un vecchissimo FIAT della I guerra mondiale.
Si viene però anche a sapere che l’equipaggiamento degli uomini è considerato buono; che l’età media dei muli è di 8 anni, ben accuditi ed in buone condizioni: che l’armamento è composto da moschetti mod. 1891 con diciotto caricatori per uomo; che gli ufficiali hanno tutti la pistola Beretta; che la disciplina del reparto è eccellente... .

Ma ecco il finale del rapporto.

State of Training: "Excellent for their mission. This the best pack mule Unit I have ever inpsected"!

Le parti si sono invertite.
Era Giulia che si era rivolta a noi per avere maggiori notizie sul nonno, ma ora siamo noi a ringraziarla, lei e suo padre, per averci così gentilmente fornito dei documenti che consentono di mettere maggiormente in luce l’operato di tanti italiani coraggiosi, tra i quali il nonno, il capitano Corrado Galli, del tutto dimenticati nel nostro Paese.

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Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.

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25/01/2012 | richieste: 2943 | ALBERTO TURINETTI DI PRIERO
Ricerche | animali, italia, salmerie

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