LA BATTAGLIA DI PONTECORVO, LA QUOTA 101, IL CIMITERO MILITARE, LA STELE DISTRUTTA E I “MAROCCHINI” (17-24 MAGGIO 1944)
Il 18 marzo 1944, il generale de Monsabert, comandante della 3a divisione di Fanteria algerina decise di far intraprendere, da quel momento e giorno per giorno, la
redazione di una raccolta di notizie, che, una volta terminata, avrebbe costituito un’opera nella quale sarebbero state tracciate fedelmente la vita, le pene e le glorie
della 3e Division d’Infanterie Algérienne (D.I.A.).
Ne nacquero due volumi, il primo dedicato alla campagna d’Italia, il secondo allo sbarco in Provenza, alla campagna di Francia e quindi all’offensiva in Germania ed
Austria.
La composizione dei testi venne affidata al capitano Jacques Heurgon (1903-1995), nella vita civile storico dell’antichità, professore alla Sorbona e membro della Scuola
Francese di Roma; non solo ma i due volumi raccolsero molti disegni a pastello e schizzi a matita del noto pittore Roger Jouanneau-Irriera (1884-1957), il quale, nonostante
l’età, si offrì volontario per la durata della guerra seguendo le sorti della divisione.
I due volumi, oggi diventati di qualche rarità, finirono per offrire alla storia una preziosa cronaca giornaliera, ricca di dati, di nomi di località, d’itinerari dei vari
reparti, ma anche di ricordi e di avvenimenti di cui si sarebbe persa la memoria.
La divisione, sbarcata in Italia nel dicembre 1943, aveva partecipato alla devastante avanzata nella Valle del Rapido e, dopo un periodo di riposo trascorso fra Salerno
e Pompei, nel marzo 1944 raggiunse le posizioni assegnate davanti alla cittadina di Castelforte.
All’inizio dell’offensiva, il 12 maggio 1944, il generale de Monsabert ordinò di entrare nel centro urbano che fu conquistato dopo una battaglia casa per casa e cantina per
cantina che si protrasse per un giorno intero.
Il grosso del combattimento cadde sulle spalle del 4e Régiment de Tirailleurs Tunisiens, che ebbe a soffrire molte perdite. [1]
La 3e D.I.A. proseguì verso Esperia che fu raggiunta, dopo alcuni scontri sanguinosi, il mattino del 17 maggio.
Ed ecco il racconto di quei giorni:
Verso le 11 del 17 maggio 1944 il II battaglione del 3e “Régiment de Tirailleurs Algériens” (R.T.A.) entrava in Esperia e rimaneva bloccato ad un chilometro verso ovest
dal fuoco di semoventi anticarro tedeschi. [2]
Il 18 maggio il gruppo de Linarès arrivava a Monticelli di primo mattino e nel pomeriggio raggiungeva il paese di San Oliva.
In quelle stesse ore una kampfgruppe della 26a divisione corazzata tedesca ricevette l’ordine di occupare la quota 101, attorno alla quale vi erano una dozzina di
casematte in cemento e acciaio, alcune con torretta o cupola, postazioni per armi automatiche, posti di comando protetti e bunker muniti di cuccette. [3] Mentre
i tedeschi erano intenti a dispiegarsi nel complesso fortificato, il maggiore de Rocquigny, comandante del I battaglione, partì all’assalto con i suoi uomini prendendo alla
sprovvista il nemico, catturando 40 prigionieri e perdendo quattro dei suoi uomini.
La quota 101 era una delle più imponenti difese della Linea Hitler e i Tedeschi si dimostrarono ben decisi a riprenderla.
L’indomani mattina infatti, il 19 maggio, con un violento contrattacco delle compagnie 6a e 7a del Panzer-Grenadier-Regiment 9, i tedeschi tentarono di sloggiare il I
battaglione del 3° reggimento algerino.
L’attacco tedesco ebbe un parziale successo e, grazie all’intervento dei “Tank Destroyers” del 7° reggimento Chasseurs d’Afrique che distrussero i nidi di resistenza uno
ad uno, la quota fu ripresa verso mezzogiorno con l’aiuto del 4e Bataillon de Marche della 1e D.F.L. [4]
Questa volta il successo fu costoso: tre “Tank Destroyers” presero fuoco e due arsero con gli equipaggi.
Scrisse il capitano Heurgon:
Questi sacrifici non furono vani e lo sfondamento della Linea Hitler resterà uno dei più bei titoli di gloria della 3a D.I.A.; è questa la ragione per cui, sulla quota 101, accanto ad una casamatta con torretta, è stato creato uno dei nostri principali cimiteri. [5]
Negli stessi giorni in cui le due divisioni, 3a algerina e 1a DFL, agivano verso Pontecorvo, la 2e Division d’Infanterie Marocaine era stata collocata a riposo nella zona di Conca della Campania, dal 15 al 24 maggio 1944.
Alla loro sinistra invece, dopo lo slancio dei primi giorni, il Corps de Montagne, agli ordini del generale Sevez, comandante della 4e Division Marocaine de
Montagne (D.M.M.) [6], aveva subito un forte rallentamento a causa dei rinforzi tedeschi fatti arrivare nella zona.
Il Corps de Montagne era stato diviso in tre Raggruppamenti che dal 18 al 20 maggio avevano raggiunto le seguenti località:
Come si può notare, messa a riposo la 2a divisione di fanteria marocchina (15-24 maggio 1944), l’offensiva verso Pontecorvo fu sviluppata dai tre reggimenti di
Tirailleurs della 3e D.I.A. (3e Régiment de Tirailleurs Algériens, 4e Régiment de Tirailleurs Tunisiens, 7e Régiment de Tirailleurs Algériens), dal
7e Régiment de Chasseurs d’Afrique e dal 3e Régiment de Spahis Algériens.
Lungo il Liri, alla destra della 3e D.I.A., avanzò la 1e Division d’Infanterie France Libre, con le sue tre brigate di fanteria, il 8e Régiment de
Chasseurs d’Afrique ed alcuni plotoni del US 756th Tank Bataillon.
Quindi nessun reparto marocchino prese parte alla conquista degli abitati di Esperia, di Monticelli, di San Oliva e di Pontecorvo.
Alla battaglia per il possesso della quota 101 presero parte il 3e Régiment de Tirailleurs Algériens, il 7e Régiment de Chasseurs d’Afrique e il Bataillon
de Marche 4.
Numerose perdite subìrono i due battaglioni della Legione Straniera ed il 4e R.T.T. nella difesa del vicino Monte Leucio.
La stele, ora distrutta, fu eretta per ricordare il cimitero che sorse presso la quota 101 per seppellire le salme di 175 caduti: algerini, tunisini, africani e francesi: musulmani, cattolici, protestanti, israeliti, animisti.
Note
Bibliografia
Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.
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