4 PASSI SULLA GUSTAV 2002
Data: 01-04-2002Autore: VALENTINO ROSSETTICategorie: CronacheTag: #today, manifestazioni

4 PASSI SULLA GUSTAV 2002 (1a edizione)

Il raduno "QUATTRO PASSI SULLA GUSTAV", che si è svolto nelle giornate del 23 e 24 marzo, ha riportato un buon successo sia per quanto riguarda le adesioni, che sono state circa 35-40, sia per lo svolgimento, anche se in alcuni momenti le avverse condizioni meteorologiche hanno messo alla dura prova i partecipanti ed hanno costretto gli organizzatori a modificare il programma originario.
Un particolare ringraziamento va rivolto agli organizzatori che si sono adoperati per la riuscita del raduno: Mauro, Roberto, Dino e tutti gli altri di cui non ricordo il nome.

I partecipanti si sono ritrovati di prima mattina nel luogo convenuto, all'inizio della salita per il Monastero. Prime conoscenze e strette di mano, alcuni chiarimenti e poi si parte puntuali come da programma. Subito si esegue una prima sosta per descrivere il campo di battaglia (Cassino città, la valle del Liri, monte Trocchio, monte Maio) e la 1a battaglia di Cassino, descrizione eseguita dall'instancabile Mauro Lottici.

Terminata l'esposizione si rimonta in auto per arrivare fino al Monastero. Qui troviamo Antonio Velardo, esperto conoscitore dei luoghi, che ci accompagnerà e ci farà da guida durante questa prima giornata (per inciso Antonio Velardo al tempo degli eventi in questione aveva due anni e con la madre era rifugiato proprio nell'Abbazia quando questa venne bombardata). Dopo avere ricevuto da Mauro l'illustrazione della 2ª battaglia di Cassino, iniziamo la visita dell'Abbazia. Anche se è la terza volta che la visito rimango ancora meravigliato: i chiostri, la cappella di San Benedetto, che uscì indenne dal bombardamento, la scalinata con le statue di San Benedetto e di Santa Scolastica, la basilica sulle cui vetrate sono riportati i segni distintivi dei paesi e delle unità che qui combatterono: Anche se so che è stata in gran parte ricostruita, mi piace pensare che queste mura abbiano visto alcuni dei protagonisti degli eventi che ci appassionano.

Affacciandosi dalle piccole balconate si vedono delinearsi i contorni delle alture che tante volte abbiamo cercato in fotografie d'epoca sbiadite. Ora ci sono gli alberi, ma è comunque facile trovare la similitudine con le immagini che ho visto su vari libri. Il cimitero polacco è lì, ai piedi di quota 593, sembra finto, stampato sul verde del "Calvario".

Terminata la visita all'Abbazia si parte per l'escursione vera e propria; zaino in spalla scarponcini da trekking e via. Si salta la visita al cimitero polacco e si punta direttamente verso Massa Albaneta. Sul sentiero che porta dall'Abbazia a Massa Albaneta ci viene illustrata la 3ª battaglia di Cassino.

Superiamo il bivio per quota 593 (la visiteremo in seguito) e continuamo la nostra camminata verso la Cavendish Road. Camminando notiamo sulla parete rocciosa che costeggia la strada il segno lasciato da un proiettile, forse di carro armato, ricordate la battaglia? Notiamo anche una caverna che il nostro accompagnatore ci dice fu adibita a comando tedesco.

Arriviamo a Massa Albaneta e finalmente c'è la pausa pranzo. Tutti danno fondo alle provviste sedendosi dove capita ma probabilmente con la consapevolezza che lo stesso lugo che ora sembra cosi ameno e tranquillo vide svolgersi una furibonda battaglia in cui molti carri armati alleati vennero distrutti da pochi paracaudtisti tedeschi; era il 19 marzo del 1944.

Invece noi ora, terminato il nostro pranzo frugale, possiamo assaporare i biscotti e il vino bianco che Roberto e Dino (due miei amici nonchè organizzatori del raduno) distibuiscono a tutti, avanti e indietro per la Cavendish Road.

Terminato il pranzo, di nuovo in marcia; questa volta si torna un pò indietro e si sale alla mitica quota 593 detta anche il "Calvario". La salita è dura, sopratutto dopo il pranzo e il vino di Roberto (Enrico, un amico che mi accompagna, quasi lascia perdere) comunque arriviamo. Ne è valsa veramente la pena, di colpo tutto è molto chiaro: come potevano pensare gli alleati di passare con i carri? Da qui si domina tutto il campo di battaglia sia verso l'Abbazia sia verso l'Albaneta; e di nuovo è come se le molte fotografie che ho visto sui libri mi scorrano davanti ma a colori, più nitide. è successo proprio qui.

La prima giornata volge al termine, io e Enrico siamo veramente stanchi, ma credo anche gli altri. Alla sera, dopo una doccia ristoratrice, ci si ritrova in un bel ristorante di Roccasecca (in verità non tutti hanno aderito) dove ovvviamente si è parlato della giornata appena trascorsa ed anche delle esperienze di alcuni dei partecipanti: come i due ragazzi di Modena (scusate non ricordo i vostri nomi) appassionati di una particolare battaglia svoltasi sul fronte russo ed anche i ragazzi di Torino, l'unico nome che mi ricordo è Emanuele, che con i loro cerca metalli sono sempre alla caccia di reperti.

Il giorno seguente, 24 marzo, piove e fa molto freddo, sul Cifalco nevica, e quindi il nostro programma deve subire degli aggiustamenti (alcuni, più impavidi, però vanno comunque sul Cifalco). Con Mauro e Roberto si decide quindi di visitare il cimitero tedesco a Caira, di proseguire poi per quello italiano a Monte Lungo, dove c'è anche un piccolo museo, ed in seguito, con il tempo che rimane, visiteremo San Pietro Infine dove ci aspetta Maurizio Zambardi per farci da guida.

Arriviamo al cimitero di Caira; qui gacciono i caduti tedeschi in tutta l'Italia meridionale fino a Cassino esclusa la Sicilia. In questo luogo vi è un'atmosfera che è un misto di calma, di durezza e di rassegnazione. Girando fra i vari settori leggo i nomi dei caduti e la loro età. sono tutti giovanissimi.

Continua a piovere a tratti anche forte e fa molto freddo. Ci spostiamo a Monte Lungo: qui i soldati italiani inquadrati nel 1° Raggruppamento Motorizzato combatterono per la prima volta a fianco degli alleati contro i tedeschi. Girando per il cimitero trovo anche le tombe di tre soldati di Brescia (la mia città). Visitiamo il museo che contiene varie armi da fuoco e dove, nel parco antistante, vi sono alcuni mezzi corazzati: Roberto non resiste alla tentazione.

Saliamo sulla quota 393 (quella conquistata dagli italiani) dove c'è un monumento a ricordo dell'impresa, mangiamo qualche cosa (fortuna che Roberto a cibo in abbondanza e ne offre a me e a Enrico) beviamo il solito vino bianco con i biscotti e partiamo alla volta di San Pietro Infine che si vede dall'altra parte della vallata.

Intanto inizia a nevicare (siamo solo a 200 metri di quota!!!), facciamo una sosta in un bar per scaldarci e bere un caffè, qui ci raggiungono gli impavidi del Cifalco e tutti assieme riprendiamo la strada per San Pietro. Una volta arrivati subito iniziamo ad addentrarci tra le viuzze del paese, tra le case semidistrutte, anche se poi Zambardi ci spiegherà che ciò che vediamo non è il risultato solo della guerra ma anche di successive demolizioni e crolli. Arriviamo alla chiesa e qui ci raggiunge Maurizio che ci fornisce molte informazioni su San Pietro e non solo relative alla seconda guerra mondiale. Con lui alla testa cominciamo un completo giro del paese ovviamente corredato da tutti i vari agganci con gli eventi bellici, forniti sia da Maurizio stesso sia da Mauro e Roberto.

Al termine della visita (sono circa le 16:00) nevica ancora più forte. Raggiungiamo le auto lasciate nella piazza del paese (se così si può dire) ci si scambiano i saluti e i numeri di telefono; purtroppo il raduno è finito, si torna a casa.

Ovviamente questo breve diario è del tutto soggettivo; se avete aneddoti o comunque integrazioni da apportare, inviatemele e io penserò a pubblicarle.

Saluti a tutti e arrivederci al prossimo raduno.

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