JOSEPH KITCHEN - Un eroe di Cassino
Data: 11-10-2003Autore: ROBERTO MOLLEListe: ARTICLES IN ENGLISHCategorie: TestimonianzeTag: #post war, sepolture-provvisorie

JOSEPH KITCHEN - Un eroe di Cassino

Dopo ogni battaglia ci sono degli uomini che si occupano di dare una degna sepoltura ai caduti; ho avuto la fortuna di conoscerne uno: Joseph Kitchen.
La sua è una di quelle storie che vale la pena raccontare: nato nella primavera del 1922 ad Hunslet in Scozia, da una famiglia poverissima di 21 figli, nel 1940 si arruola nei Royal Engineering e inizia la guerra dal Nord Africa. Combatte ad El Alamein; in realtà il compito della sua unità era di realizzare i "Dummy Tank" ovvero simulacri in legno di carri Sherman che servivano ed ingannare i nemici ed a creare falsi obiettivi. In relazione a tale periodo ho commentato con lui che comunque era meglio fare quello che stare in prima linea; la risposta è stata affermativa anche se poi dovevano stare 24 ore a lavorare, di giorno venivano costruiti i carri di legno, di notte si portavano al fronte e si ritiravano quelli danneggiati per essere riparati.

Poi la Campagna d'Italia: Sicilia, Salerno, Cassino. Il compito della sua unità in questa battaglia era soprattutto di sminamento e disattivazione degli ordigni nemici; i campi minati erano sparsi dappertutto e gli ordigni inesplosi erano un pericolo costante sia per i civili che per i soldati. Ma la fase più interessante doveva ancora arrivare.
Passato il fronte di Cassino, Joseph ha un nuovo incarico; trovare le sepolture provvisorie dei soldati inglesi e tumularli nell'erigendo Cimitero di Cassino. Per tale delicato compito viene messo al comando di un gruppo di soldati neozelandesi e di 250 lavoratori italiani. Viene bonificata l'area dove attualmente si trova il cimitero del Commonwealth, si cominciano a riesumare i corpi dei caduti su tutta la lunghissima linea del fronte. Il suo racconto adesso si fa triste e commosso; era un'opera delicata e pietosa, bisognava identificare i caduti, raccogliere gli oggetti personali da mandare alla famiglia, infine comporre i corpi e tumularli nel cimitero. Una missione che Joseph ha svolto con grande dedizione ed abnegazione per oltre quattro anni, fino al 1948, infatti vengono tumulati circa 4.000 corpi.
Quando trovavano caduti tedeschi, italiani, polacchi, canadesi, americani ne davano notizia alle unità che si occupavano di tale operazione; i caduti indiani, secondo la loro religione, venivano cremati proprio dove si trova oggi il cimitero.

In questo periodo conosce la sua sposa, Elisabetta Di Biasio (Tina). Delle due figlie, Anne Marie, vive attualmente a Cassino e il figlio di quest'ultima, quindi nipote di Joseph, è attualmente il giardiniere e custode del cimitero di Cassino; una tradizione di famiglia.

L'incontro con Joseph risale al settembre 2003 quando il sig. Federico Lamberti mi chiamò dicendo che un veterano inglese voleva ritrovare una casa a Roccasecca dove era stato alloggiato. Ci incontriamo e dopo una breve ricerca la rinveniamo; sulla casa a quel tempo vi era una scritta lasciata dai soldati Neozelandesi "Kiwi Casa"; ritroviamo anche la cantina in Caprile dove la sera Joseph insieme ai suoi commilitoni si recava per divagarsi dalle fatiche del giorno.
Dall'incontro con Joseph mi è rimasta una profonda ammirazione per un uomo che, da solo, ha fatto così tanto; egli ha continuato a ripetermi di aver svolto questo pietoso compito con la massima serietà ed impegno e devo dire di non aver avuto alcun dubbio al riguardo.

Roberto Molle

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