INCREDIBILE COINCIDENZA
Data: 23-07-2005Autore: VARICategorie: SpigolatureTag: armi-equipaggiamenti, elmetti-copricapi, germania, paracadutisti

INCREDIBILE COINCIDENZA

Da tempo desideravo raccontare questo episodio che mi ha portato a conoscere le persone che contribuiscono alla realizzazione di questo sito e che tanto fanno per aiutare gli appassionati di storia "dell’ultimo momento" come me.

IL FATTO

Da mesi incalzavo un mio caro amico affinché mi portasse a visionare un elmetto, presumibilmente tedesco, che era dimenticato da tempo in un garage. Finalmente un giorno arriva a casa mia con un sacchetto contenente l'oggetto; vidi con stupore che si trattava di un elmetto da paracadutista tedesco completo di interno con soggolo in perfette condizioni e con il mimetismo in uso durante la Campagna d’Italia.

Ero sbalordito! Per un collezionista inesperto come me che fatica a trovare materiale e paga salata l’inesperienza, la ricerca di materiale "ruspante" è quasi un miracolo.
C’erano però due piccoli ma significativi particolari: il primo era che tre delle quattro viti erano sostituite da fili di ferro e poiché di recente avevo preso un "abbaglio" per un altro elmetto da parà, poi rivelatosi modificato, ero cauto con gli entusiasmi; il secondo, aspetto non da poco, era che il giorno dopo era il mio matrimonio per cui ero veramente con altri pensieri per la testa.

Tre giorni dopo, ripreso conoscenza, vado a trovare un collezionista mio amico, il mio "guru" per quanto riguarda il materiale tedesco in modo particolare esperto di elmetti e copricapo, per avere un suo consiglio.
Dopo attente riflessioni conviene sulla buona qualità del reperto pur con una piccolissima riserva sul filo di ferro, modifica fatta secondo lui sul campo.
Ma il bello doveva ancora venire.
Oramai a tarda notte siamo in procinto di salutarci; prima del commiato prende il libro "Fallschirmjager RGT 3" e lo apre a caso a pagina 574 dove si vede fotografato in primo piano un parà che guarda il cielo di Montecassino.
Noto che anche sull’elmetto della fotografia era presente del filo di ferro e così lo feci notare al mio amico il quale era già andato oltre e aveva già comparato con rapidità tutti i segni della ruggine che fatalità combaciavano alla perfezione! Rimaniamo senza parole, una simile coincidenza aveva dell’incredibile.
Non vi dico a quel punto cosa è scattato in me e che ricerca di altre foto simili ho iniziato; prima sul quel volume (scrivendo, con scarse speranze, alla casa editrice) e poi su altri testi e filmati che trattavano della Campagna d’Italia e di Cassino in particolare.

Da subito vi era il desiderio di avere più testimonianze del reperto, ma poi si è fatta strada la curiosità unita alla speranza di rintracciare il "Parà che guarda al cielo".
Tra le varie ricerche era inevitabile incappare nel sito "dal Volturno a Cassino". Iniziò così una timida corrispondenza con il presidente dell'Associazione Battaglia di Cassino, che si è fatta via via più intensa e amichevole e che mi ha poi portato a partecipare alla manifestazione relativa al 60° Anniversario della Battaglia.

In quei giorni ho conosciuto il mio interlocutore, che ringrazio innanzitutto per la sua squisita ospitalità e per la pazienza che ha avuto col sottoscritto, e alcuni dei veri protagonisti della Storia, addirittura alcuni appartenenti al 3° RGT che erano fotografati nel libro; nessuno di loro però si rammentava di quel soldato.

Ultima speranza: tramite il presidente dell’Associazione Paracadutisti Tedeschi ho potuto pubblicare questa vicenda su una loro rivista dedicata ai Veterani, ma fino ad oggi purtroppo ancora niente.
Il ritrovamento nel basso Veronese potrebbe agganciarsi con il percorso che il 3° RGT compì durante la ritirata, percorso che lo portò ad attestarsi sull’ultima linea difensiva la Blu Line che si articolava tra il Lago di Garda , BoscoChiesanuova (VR) e Schio (VI). Chissà quale fu la fine di quel ragazzo, se fu catturato, se perse magari il suo elmetto o se addirittura venne ucciso.

In cuor mio spero che dopo tante sofferenze e combattimenti, ed il fronte di Cassino non è stato secondo a nessun’altro, il cielo che tanto guardava con timore e speranza lo abbia aiutato a trovare la strada di casa e dei suoi cari e che abbia vissuto negli anni più sereni del dopo guerra quella parte di vita spensierata che la scelleratezza dell’uomo aveva negato a tanti giovani come lui di ogni parte del mondo.

Vi ringrazio per l’attenzione.

Alessandro

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