La Seconda Guerra Mondiale a Roccasecca
NEOZELANDESI
Il 22 Marzo 1944 il II Corpo dArmata Neozelandese lanciò
lultimo disperato attacco contro le posizioni tenute dalla 1ª Divisione
Paracadutisti. Fallito anche questo attacco, il generale Alexander, comandante in capo delle
forze alleate in Italia, ordinò la sospensione degli attacchi nella città di Cassino e
sulla collina del Monastero.
I combattimenti erano stati sospesi da quarantotto ore nella valle del Liri,
ma il Battaglione Gurkha stava ancora resistendo nelle posizioni aggrappate sul pendio di
Hangmans Hill, la collina dellimpiccato. La settimana precedente queste truppe erano
state rinforzate da alcuni fucilieri Rajputana che avevano portato dei rifornimenti e domenica
mattina, anche da uomini del Reggimento Essex, che si erano congiunti a loro per prendere parte
allattacco contro labbazia, attacco che poi venne sospeso. Per otto giorni e otto notti tutti
questi uomini tennero un fronte ampio 200 metri su un pendio privo di qualsiasi copertura; data
l'estrema vicinanza allabbazia, lunica copertura dal fuoco diretto era la sommità della stessa
collina.
Nel pomeriggio del 24 marzo i feriti scesero dallaltura riuniti in un piccolo gruppo sotto la protezione della bandiera della Croce Rossa dirigendosi verso Rocca Janula; il 1° Battaglione del IV Reggimento paracadutisti li lasciò passare senza sparare un colpo. Alle ore 10,15 gli stanchi Gurkha iniziarono a ritirarsi dalla collina, 8 ufficiali e 117 soldati, dei 400 che avevano preso dassalto la collina una settimana prima, scesero furtivamente coperti dal fuoco dellartiglieria sino alle rovine della città dove giunsero a mezzanotte. La terza battaglia di Cassino era finita e il corpo di spedizione Neozelandese, a causa delle terribili perdite subìte, veniva sciolto.
Il secondo corpo d'armata neozelandese, inviato nellambito degli sforzi richiesti dallInghilterra alle ex colonie costituenti il Commonwealth, era composto dalla 2ª Divisione di Fanteria Neozelandese, la 4ª divisione fanteria indiana e la 78ª Divisione fanteria. In queste unità erano presenti anche delle truppe particolari e straordinarie come i soldati Maori, etnia della Nuova Zelanda, allinterno della divisione di fanteria Neozelandese, e i soldati Gurkha allinterno della divisione di fanteria Indiana.
Nel mese di febbraio del 1944, in quella che venne poi considerata la seconda battaglia di Cassino, si misero in luce i soldati del 28° battaglione Maori che, il giorno 17, lanciarono un attacco in direzione della stazione di Cassino e dopo aspri combattimenti riuscirono ad attraversare il fiume Rapido. Dopo la mezzanotte gli uomini di questo reparto assaltarono la Stazione, catturarono diversi prigionieri e si spinsero oltre. Le prime luci dellalba li trovò in piena vista degli osservatori di artiglieria tedeschi e nonostante il fuoco nemico riuscirono a trincerarsi ed a rendere sicura la conquista del terreno acquisiito.
Queste truppe scelte vennero massicciamente impiegate nella
seconda e terza battaglia di Cassino, dove si distinsero per il coraggio ed il
valore militare, ma non altrettanto brillò la capacità militare del loro
comandante, Bernard Freyberg, che dopo aver preteso la distruzione dellabbazia
di Montecassino e il bombardamento a tappeto della città stessa, lanciò le sue truppe in un
assalto insensato contro le pendici del monte del monastero e nellabitato di Cassino, che in
seguito ai bombardamenti erano diventate delle roccaforti inespugnabili, dove i carri armati
non potevano operare e dove gli esperti paracadutisti tedeschi giocavano al gatto con il topo con le
truppe alleate.
Un altro grave errore di Freyberg fu l'impiego discontinuo e frammentato delle
proprie truppe, senza dare lopportuna continuità allattacco. Tale modo di operare, dettato
anche dal tentativo di limitare le perdite di vite umane, determinò invece lo scioglimento
del corpo d'armata ne
Le truppe neozelandesi vennero inquadrate nel corpo di spedizione britannico,
non partecipando più in modo primario agli scontri armati. Dopo lo sfondamento del fronte nel
Maggio 1944, nella Valle del Liri vennero costituiti molti campi che servivano alla
riorganizzazione delle truppe. Avvenne che i canadesi costituirono un campo in Arce (FR) e i
Neozelandesi, ecco siamo arrivati, lo costituirono nelle campagne di Roccasecca. Il contatto con
la popolazione fu molto buono e cordiale, tantè che si verificarono degli apparentamenti.
* * *
Uno di questi soldati che si chiamava Robert W. Simpson ed abitava a Beckenham Nuova Zelanda; battezzò il sig. Tommaso Ferdinandi la cui famiglia abitava in Caprile, frazione di Roccasecca (ricordate l'articolo CAPRILE IN GUERRA ?). I rapporti con i genitori del Ferdinandi, la cui madre è tuttoggi vivente, divennero così stretti che appunto chiesero a Bob di battezzare il loro bambino e Bob accettò con piacere.
Il sig. Ferdinandi ha tenuto per molti anni un contatto epistolare con il soldato neozelandese sino agli anni 80, quando questi morì. In pratica non ha mai conosciuto di persona Bob se non tramite le fotografie che gli inviava dalla sua nazione e riguardavano la sua vita da civile, dimostrando in questo modo di essere rimasto molto legato a quei luoghi e a quella gente.
La Famiglia Ferdinandi fece amicizia anche con un soldato Maori che regalò
al capo famiglia il suo macete; il suo nome era John Martin e veniva da North Auckland, Nuova
Zelanda; suo fratello, James L. Martin, aveva combattuto con lui a Cassino ed era caduto il
04/06/44.
John Martin raccontò in seguito che il fratello era stato ucciso da un soldato
tedesco durante una pausa dei combattimenti ed egli immediatamente trovò ed uccise a suo volta il soldato tedesco.
Queste testimonianze che ho trovato fanno comprendere quali furono i rapporti tra le truppe
di liberazione e la popolazione civile appena uscita dal turbine della guerra. Di certo non
mancarono degli episodi di contrasto che cercherò di documentare prossimamente.
Si ringrazia sentitamente il sig. Ferdinandi Tommaso per le concessione delle
fotografie.
Le medaglie di Bob (integrazione del 30 Aprile 2006)
I rapporti di amicizia che si instaurano durante una guerra non si dimenticano e anzi in certi casi continuano anche oltre la morte delle
persone che li hanno instaurati inizialmente: come nel caso di Robert Simpson con la famiglia Ferdinandi.
La nipote del veterano neozelandese, ormai scomparso, visita Tommaso Ferdinandi e gli dona le onoreficenze che furono dello zio.
Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.
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