SUL FRONTE DI CASSINO E LUNGO L'ADRIATICO
Data: 04-02-2005Autore: VARICategorie: SpigolatureTag: italia, san-marco, unità-reparti
SUL FRONTE DI CASSINO E LUNGO L'ADRIATICO

La Storia delle operazioni compiute dalla Marina successivamente al drammatico annuncio dato da Eisenhower alla radio, è conosciuta e si adorna della virtù più bella ed essenziale di ogni organizzazione militare: l'obbedienza alle leggi.
La Marina fu favorita dalla propria mobilità; era tradizione d'altra parte che gli equipaggi "mettessero la prua" dove era indicato dal comandante: disciplina e obbedienza, ma anche fedeltà maturata attraverso la conoscenza reciproca specialmente nelle missioni di guerra.
Altre navi affondarono con i loro uomini; nei porti e nelle basi si profilò nettamente la resistenza. Poi la Marina entrò in guerra contro la Germania; le unità prematuramente invecchiate dalle missioni di scorta per l'Africa, ripresero il mare e convinsero gli alleati che eravamo in buona fede, che ci sapevamo fare, che volevamo combattere per ricostruire.

In questo quadro di nuovo sacrificio, trovò un suo posto ben determinato la ricostruzione del reggimento "San Marco", piccolo ma valoroso reparto di "Fanteria di Marina" di nobili tradizioni, e la sua partecipazione alla campagna iniziata dall'Esercito nel dicembre del 1943.
Per compenetrarsi dell'atmosfera in cui fu compiuta la riorganizzazione bisogna riferirsi ai giorni dolorosi di Taranto, dopo l'armistizio, pieni di slancio vitale, anche se il Mar Piccolo e il Mar Grande erano vuoti di navi e sulle banchine passavano i reparti alleati, assurdi e remoti al sentimento, e molte umiliazioni e amarezze affliggevano gli animi. I giorni in cui non si sapeva nulla del Centro e ddel Nord Italia mentre notizie drammatiche cominciavano a filtrare con l'arrivo di molti sbandati che, superate le linee, accorrevano a Taranto a riprendere posto nei ranghi e in tutti gli spiriti si agitava la pena delle case, delle famiglie lontane.
Fu in questo spirito che si colmarono rapidamente i quadri dei primi due battaglioni: il "Bafile" e poi il "Grado". Slancio eminentemente volontaristico, sorretto da un ideale di giustizia, di difesa del suolo patrio e delle famiglie.

Le tappe furono brevi. L'idea di far rinascere il "San Marco" coincideva con i disegni delle prime giornate successive all'armistizio, quando si era pensato di costituire, con i marinai provenienti da oltre mare, dopo adeguato inquadramento, armamento e addestramento, un reparto di "Fanteria di Marina".
Il 1° novembre 1943, il reparto passò al comando del C.V. Augusto Tesi (vice comandante C.F. Corrado Corradini) e, dopo alcuni mesi dedicati alla formazione e all'addestramento dei reparti, il 1° gennaio 1994, riottenne il nome di reggimento "San Marco".
Inizialmente costituito su uno (il "Bafile") e poi su due (il "Bafile" e il "Grado"), una compagnia comando reggimentale ed una compagnia mortai, venne sottoposto, nell'inverno 1943-1944, ad intenso addestramento, analogo a quello degli arditi, in località Erchie ed Alezio (Lecce). Con una forza iniziale di 1100 uomini (quando era di un solo battaglione), arrivò alla consistenza di 3400 unità.
Idealmente il reggimento rappresenta il reparto cui gli uomini collegano la maggior importanza: possiede la bandiera ed un nome, magari un numero, ma che, nella specialità, riveste un valore militare essenziale.

L'importanza del battaglione fù così ben compresa, all'atto della loro costituzione, che il "Bafile" e il "Grado" furono affidati al comando di due fra i migliori giovani ufficiali di vascello che la Marina avesse nei ranghi in quel momento: il C.C. Eugenio Manca di Villahermolsa ("Bafile") ed il C.C. Alessandro Sensi ("Grado").
Massima cura venne posta nell'addestramento dei battaglioni alla guerra moderna con particolare riguardo alla lotta contro i carri, nell'impiego delle relative artiglierie da 65/17 e dei lanciafiamme.
Circa un mese prima di partire per il fronte, il "San Marco" ricevette la bandiera, affidata al "Bafile" quasi pronto oramai per andare in linea.

Il 9 aprile 1944, il "Bafile" giunse in linea nella zona di Cassino

Tratto da: "IN LOTTA PER LA LIBERTA'" di Walter Ghetti, edito nel 1975 da Mursia (pagg. 119 - 128).

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