QUELLA CORSA VERSO LA STAZIONE SOTTO UNA PIOGGIA DI FUOCO (17 MARZO 1944)
Delle quattro battaglie combattute a Cassino nel 1944, la terza é sicuramente quella con il maggior numero di episodi tattici ben distinti tra loro. Ciascuno di essi costituisce una piccola storia fatta di lotta, coraggio e sacrificio, come l’attacco neozelandese verso la stazione ferroviaria di Cassino.
Con il bombardamento a tappeto della città nella mattina del 15 marzo 1944, gli Alleati diedero il via all’Operazione Dickens. Soltanto pochi edifici
rimasero in piedi, benché fortemente danneggiati dalle bombe; tra questi il palazzo del Municipio, l’Ufficio Postale e il Convento delle Suore, situato
lungo la via Casilina in direzione Napoli (Mappa 1 e Mappa 2).
Subito dopo il bombardamento, la 6ª brigata neozelandese raggiungeva le macerie dell’abitato per intraprendere un difficilissimo combattimento contro
una determinata quanto inaspettata resistenza da parte del II battaglione, 3º reggimento paracadutisti tedesco comandato dal capitano Ferdinand Foltin.
Nel frattempo, la 5ª brigata indiana cercava di aprirsi un passaggio in ripida salita fino all’abbazia di Montecassino.
Dopo due giorni di lotta spietata, due battaglioni neozelandesi, il 24° e il 25°, erano riusciti ad avanzare fino alla via Casilina. Quei due reparti
si erano infranti contro il nocciolo duro della difesa tedesca, concentrato nell’area dell’Hotel Continental. Nello stesso tempo, nell’area di Rocca
Janula, gli indiani avevano fallito i loro attacchi verso Monte Cassino.
Anche il 26° battaglione neozelandese era giunto in città nel tardo pomeriggio del 15 marzo; le compagnie si erano fatte strada faticosamente tra le
macerie e avevano preso posizione nella zona orientale.
Il compito del 26°, al comando del tenente colonnello E.E. Richards, era quello di effettuare una puntata offensiva e di impadronirsi della stazione
ferroviaria di Cassino. Tale manovra avrebbe consentito l’aggiramento dell’area tenacemente difesa dai tedeschi e nello stesso tempo avrebbe assicurato
un passaggio relativamente facile ai carri armati che dovevano puntare sulla valle del Liri.
15 e 16 marzo 1944: presa di posizione e organizzazione
La sera del 15 marzo, sotto una pioggia scrosciante, il 26° battaglione si era schierato in città (Mappa 3). Il gruppo comando della
compagnia A con il dipendente 9° plotone trovarono sistemazione nel grande complesso edilizio del Municipio, mentre gli altri due plotoni si sistemarono
all’esterno intorno ad esso. Anche il comando della compagnia C aveva preso posto nello stesso edificio, sul lato orientale. All’esterno, nell’area tra
il Municipio e il Convento delle Suore erano arroccati in posizione molto scoperta i plotoni 12°, 13° e 14°.
La compagnia D aveva il proprio comando nell’Ufficio Postale e i plotoni fucilieri oltre la strada antistante. Infine, il teatro a fianco dell’Ufficio
Postale, ormai ridotto ad un solo muro pericolante, era stato scelto dalla compagnia B quale posto comando, intorno al quale erano localizzati i plotoni
dipendenti.
Nella mattina del 16 marzo la pioggia era cessata, ma la temperatura rimaneva molto bassa e durante tutta la giornata i neozelandesi ebbero gravi
problemi con le comunicazioni radio e telefoniche.
Poco prima dell’alba i paracadutisti avevano cercato di rioccupare il Municipio, ma l’attacco era stato fermato dal fuoco dei difensori. Più tardi i
plotoni 16° e 18° della compagnia D si erano spinti nel terreno scoperto oltre la via Casilina, ma erano a corto di bombe a mano e rimasero inchiodati
dal fuoco dei cecchini e delle MG tedesche per il resto della giornata.
Alla luce del sole tutti i combattenti si resero conto dell’enorme rovina che era diventata Cassino. Gli ammassi di macerie rendevano gli spostamenti
un incubo e in quel caos solo i difensori potevano trarne vantaggio. Verso il centro città, il 25° battaglione aveva richiesto un rinforzo per svolgere
il suo assalto contro l’Hotel Continental: l’11° plotone della compagnia B vi fu destinato. L’azione cominciò in pieno giorno e fu presto interrotta a
causa delle forti perdite inflitte agli attaccanti dai tiratori tedeschi appostati sulle pendici di Monte Cassino e anche l’11° plotone rimase
inchiodato tutto il giorno tra le macerie a 150 metri dall’Ufficio Postale.
Intorno a mezzogiorno i neozelandesi assalirono il Convento delle Suore nel quale durante le prime ore del mattino vi erano stati visti entrare 14
paracadutisti tedeschi. All’azione partecipò il carro Sherman del tenente Morrin, 19° reggimento carri, che si era aperto la strada per primo fino ad
arrivare di fronte al convento. L’edificio fu bersagliato dalle granate da 75 mm del carro, poi due squadre del 14° plotone, compagnia C, partirono
all’attacco appoggiate dal fuoco del 13° plotone. L’edificio venne espugnato, i neozelandesi ebbero solo due feriti.
Alle 14, tre Sherman raggiunsero il convento e il loro fuoco fu di grande aiuto alla fanteria. All’imbrunire il resto del 14° plotone della compagnia C
si trasferì nell’edificio mentre il maggiore Harvey della compagnia B spostava il suo comando dal teatro distrutto all’Ufficio Postale.
17 marzo 1944: l’attacco
Il generale Bernard Frayberg, il comandante dell’operazione, decise di dare avvio al previsto attacco verso la stazione ferroviaria nella mattina del
giorno seguente, venerdì 17 marzo. L’azione si presentava molto rischiosa in quanto le truppe attaccanti, benché sostenute dai carri, si sarebbero
trovate su terreno scoperto per la maggior parte del percorso fino al loro obbiettivo e quindi sotto il tiro e l’osservazione nemica da Monte Cassino.
Anche se in modo frammentario a causa delle comunicazioni radio ancora non ottimali, gli ordini finali per l’attacco furono diramati alle 07.15. Il 26°
avrebbe ricevuto l’appoggio dello squadrone A del 19° reggimento carri neozelandese. Prima di muovere, la formazione d’attacco doveva attendere l’esito
di un assalto operato dal 24° e 25° battaglione verso l’Hotel Continental. Quell’azione fallì e l’attacco alla stazione ebbe inizio intorno alle 11.40.
Squadrone A, 19° reggimento carri – Magg. J. I. Thodey - 1°, 2°, 3°, 4° pl. carri
I carri mossero per primi, dal Convento delle Suore alla stazione vi erano circa 750 metri.
La via intersecava un’altra strada all’altezza di quota 41 formando una grande "X" ben visibile dall’alto (Mappa 4).
Il maggiore Thodey, comandante dello squadrone A, stabilì che i carri di punta sarebbero stati quelli del 4° plotone del tenente Jim Furness
seguiti dal 2° e dal 3° plotone; il movimento degli Sherman iniziò dai pressi del Convento.
Giunto all’incrocio di quota 41, Furness individuò un campo minato, probabilmente steso con metodo speditivo, ossia in superficie, con gli ordigni non
interrati. Il tenente fece sparare alcune granate fumogene con il cannone di bordo sui detriti a lui prossimi per creare uno schermo di fumo. Sotto
tale protezione scese dal mezzo corazzato per liberare la strada e, nonostante i suoi ordini contrari, il caporale W. N. Forbes lo seguì per aiutarlo.
Poco dopo i carri ripresero il movimento sparando su alcune postazioni di MG tedesche; ora i veicoli si trovavano in terreno quasi del tutto scoperto,
lungo quell’unica strada che portava alla stazione. Alla loro destra, nelle macerie della città, si trovavano i paracadutisti delle compagnie 10ª,
11ª e 12ª del III./3° reggimento sottoposte al comando del capitano Foltin. Quegli uomini non erano in forze sufficienti ma disponevano dell’appoggio
di almeno un cannone controcarro che entrò subito in azione contro i neozelandesi. Infatti, i due Sherman del 2° plotone del tenente ‘Dib‘ Beswick
furono colpiti e avvolti dalle fiamme a metà strada tra l’incrocio di quota 41 e l’obbiettivo. Il cannone tedesco fu localizzato e l’area fu battuta
dall’artiglieria alleata.
Nel frattempo, alle 11.45 i due carri del 4° plotone avevano raggiunto la stazione. Si trattava dei mezzi del tenente Furness e del sergente "Snow"
Coleman che senza esitare iniziarono a spazzare con il fuoco le postazioni tedesche li intorno.
Dietro di loro, anche i tre carri del 3° plotone del tenente Ron Riggs si erano lanciati a tutta velocità verso l’obbiettivo. Il tenente, che procedeva
in testa, giunse nel piazzale di fronte alla stazione ferroviaria, proprio all’altezza della Stazione della Funivia, quando il mezzo
corazzato fu colpito da un proiettile perforante che distrusse una delle sospensioni; evidentemente il cannone controcarro tedesco era ancora attivo.
Riggs balzò fuori dallo Sherman immobilizzato e cambiò carro con il sergente Milne che sopraggiungeva, poco dopo si ricongiungeva ai carri di Furness
presso la Stazione ferroviaria. Anche il terzo mezzo del plotone era stato colpito lungo il percorso, nelle immediate vicinanze di uno dei
carri distrutti del 2° plotone.
Sia il capo carro, caporale Hubbard sia il cannoniere, carrista Gasson, rimasero uccisi nel momento in cui la torretta fu perforata da una granata
controcarro, il mezzo corazzato era uscito di strada sulla destra del percorso. In quel punto la rotabile era più alta del terreno circostante e lo
Sherman precipitò su un fianco nel terreno acquitrinoso, solo alle 23 circa gli altri membri dell’equipaggio furono tratti in salvo.
Dei sette carri dello squadrone A che avevano condotto l’attacco solo tre erano ancora indenni nell’area della stazione; un quarto mezzo, ora comandato
dal sergente Milne, era immobilizzato di fronte la Stazione della Funivia, ma continuava a sparare.
Compagnia C, 26° battaglione - Magg. J. R. Williams - 13°, 14°, 15° pl. e pl. HQ
Mentre lo squadrone A combatteva la sua battaglia e l’artiglieria alleata stendeva cortine fumogene, anche il 26° battaglione aveva iniziato a muoversi.
Trasportati a bordo degli Sherman del comando squadrone A con il maggiore Thodey, il tenente colonnello Richards e il suo gruppo comando tattico di
battaglione presero posizione nel convento.
Poco dopo la compagnia C si mosse uscendo dalla porta sud del convento: in testa, gli uomini del 14° plotone iniziarono una sfrenata corsa fino
all’incrocio di quota 41, intorno a loro esplosioni di ogni tipo e raffiche di MG (Mappa 4). Dietro seguivano il 13° plotone, il comando compagnia e
infine il 15° plotone. All’incrocio si fermarono a riprendere fiato approfittando della copertura offerta da un enorme cratere, poi proseguirono sulla
scia dei carri. Davanti a loro i fanti videro i mezzi del 3° plotone saltare in aria colpiti dai perforanti tedeschi. Superato l’incrocio, la fanteria
neozelandese si trovava in terreno aperto e sotto il tiro sempre più intenso del nemico. Il 13° plotone del tenente H. B. Hay, ora in testa, raggiunse
con uno scatto la prima casa sulla destra, dove l’equipaggio di uno Sherman distrutto aveva trovato riparo dopo aver fatto prigionieri i serventi di
una MG tedesca.
Il resto della compagnia era stato ritardato dal fuoco pesantissimo, il gruppo comando era ridotto solo al maggiore Williams e al suo sergente maggiore
di compagnia, D. P. Corrigan e il 15° plotone aveva perso otto uomini. Dopo una riorganizzazione, la corsa proseguì con il 14° di nuovo in testa. Due
squadre di quel plotone tagliarono per i campi sulla destra, la squadra rimanente, seguita dal 13° plotone e dai resti del 15° continuò lungo la strada.
Nonostante l’intenso fuoco di mortai e mitragliatrici, tutto il gruppo riuscì a portarsi fino alla Stazione della Funivia, che veniva subito occupata
con l’appoggio di fuoco del carro del sergente Milne. Arrivando poco dopo, il maggiore Williams prese contatto con il tenente Furness e i fanti
compirono l’ultimo balzo fino alla stazione ferroviaria. In pochi minuti presero possesso della struttura, eliminando piccoli nuclei di paracadutisti,
erano le 14.40 circa. Subito dopo, mentre il 13° plotone forniva fuoco di copertura dalla stazione, il 14° si lanciava verso il deposito delle
locomotive noto come Casa Rotonda (Round House). Guidati dal comandante, tenente Quartermain, gli uomini occuparono la struttura dopo aver
sconfitto un gruppetto di tedeschi asserragliati in una fossa di pulizia. Quando il 13° tentò di raggiungere la Casa Rotonda fu investito da un fuoco
di sbarramento pesantissimo; solo dopo l’intervento degli Sherman, Hay ed i suoi poterono muovere allo scoperto. Così il 13° poté avanzare anche oltre
la Casa Rotonda e raggiungere una collina posta a circa cento metri da quest’ultima, nota come Hummocks (amàche); i neozelandesi lanciarono diverse
bombe a mano, la collina fu conquistata e sei paracadutisti furono fatti prigionieri.
Nel frattempo il maggiore Williams si era trasferito alla Casa Rotonda da dove aveva lanciato un razzo Very, ma il segnale che indicava il successo non
fu visto da nessuno.
Compagnia A, 26° battaglione - Magg. A. J. Fraser - 7°, 8°, 9° pl. e pl HQ
Il colonnello Richards ricevette comunicazione del successo dalla rete dei carri e subito ordinò alla compagnia A di iniziare il movimento verso l’obbiettivo. Ma gli uomini del maggiore Fraser si trovavano nel Municipio e per raggiungere la posizione di partenza costituita dal Convento delle Suore dovevano percorrere circa 100 metri allo scoperto (Mappa 5). Quel movimento, effettuato di corsa squadra per squadra, fu un massacro. Il fumo non copriva a sufficienza, i tedeschi erano ormai in allerta e tutti i loro tiratori riversarono un fuoco micidiale sui neozelandesi. Molti di essi furono colpiti, i feriti che strisciavano in cerca di riparo furono bersagliati senza pietà. Fu una scena orribile, per compiere quel breve tragitto la compagnia ebbe venti morti, tra i quali il maggiore Fraser. I superstiti, stremati, raggiunsero il convento per riorganizzarsi sotto la direzione di Richards. La compagnia A partì alla volta della stazione divisa in tre gruppi e sotto un fuoco tedesco decisamente più intenso. Gli uomini del primo gruppo, composto dal sergente M. B. Wallen, il caporale C. R. Killworth e il soldato B. G. ‘Shamus’ O’Brien, furono tutti uccisi all’altezza dell’incrocio di quota 41. Gli altri due gruppi, uno di tredici uomini del 9° plotone e uno di quindici uomini appartenenti a vari plotoni, raggiunsero la prima casa sulla sinistra dopo l’incrocio. Nell’uscire dalla casa altri uomini furono colpiti mortalmente tra cui il tenente K. J. Lowry. La strada, che da quel punto iniziava ad essere sopraelevata e sulla sinistra era allagata, veniva battuta da un fuoco troppo intenso e gli uomini si gettarono nel campo sulla destra. Guidati dal sergente J. F. O’Relly e dal tenente K. O. Davies i superstiti dei due gruppetti raggiunsero l’area della stazione ferroviaria. Il 9° plotone di O’Relly fu destinato a rinforzare il 13° plotone della compagnia C sulla Hummocks), il gruppo misto del tenente Davies occupò la Stazione della Funivia.
Compagnia B, 26° battaglione - Magg. D. P. Harvey - 10°, 11°, 12° pl. e pl. HQ
Mentre i plotoni delle compagnie A e D compivano il tragico attraversamento fino al convento, il capitano Alex W. Borrie con il sottotenente C. V. Neale
e il sergente G. L. Maze del 12° plotone compirono diverse sortite dall’Ufficio Postale per portare al riparo i feriti. Poi arrivò anche per la
compagnia B l’ordine di spostarsi (Mappa 6). Poco dopo le 15.00, l’11° plotone si mosse per primo seguito dal 12° poi dal comando di compagnia e dal
10° plotone.
Pur subendo perdite, il maggiore Harvey radunò la compagnia nel Convento delle Suore per poi ripartire nello stesso ordine alla volta della stazione.
L’11° plotone, che aveva già subito forti perdite, superò l’incrocio di quota 41 e prese la strada di destra, quella fiancheggiata da diversi edifici.
Una MG tedesca inchiodò a terra due squadre del plotone, l’altra fu in grado di aggirare l’edificio e ridurre al silenzio l’arma nemica. Era ovvio che
la via scelta era ben difesa dai tedeschi, pertanto l’11° attraversò i campi tra le due strade in direzione della stazione seguito dal resto della
compagnia. Presto gli uomini raggiunsero la stazione ferroviaria, il maggiore Harvey prese contatto con il maggiore Williams della compagnia C alla
Casa Rotonda. I due ufficiali stabilirono che la compagnia B dovesse difendere il terreno immediatamente a nord della stazione, nell’area fiancheggiata
da edifici mentre, la C occupava la Casa Rotonda e la Hummocks.
Così, il decimato 11° plotone insieme al comando di compagnia occuparono con il supporto dei carri una casa alle spalle della Stazione della Funivia,
il 10° prese possesso di una grande casa ad ovest e il 12° rimase indietro in un’altra casa alle spalle del comando di compagnia.
Compagnia D, 26° battaglione - Magg. D. C. Piper - 16°, 17°, 18° pl. e pl. HQ
La compagnia D diede un apporto limitato alla battaglia poiché i suoi plotoni erano piuttosto dispersi. I plotoni 17° e 18° si trovavano inchiodati
allo scoperto sin dal giorno prima ad ovest del convento, mentre il resto della compagnia attendeva intorno all’Ufficio Postale
(Mappa 6). Molti
uomini non ricevettero l’ordine di spostarsi al convento per radunarsi prima dell’attacco e quelli che lo fecero furono investiti dall’ormai consueto
tiro di mitragliatrici, mortai e tiratori scelti. Ben presto tutti gli ufficiali della compagnia furono uccisi o feriti compreso il comandante,
maggiore Piper. Soltanto il sergente T. Clarson e venti uomini riuscirono a raggiungere il convento. Dopo aver ripreso fiato, il tenente colonnello
Richards li spedì immediatamente verso la stazione quale retroguardia della compagnia B che aveva a sua volta appena iniziato il movimento. Clarson
condusse i suoi fino alla Stazione della Funivia dove rimase schierato insieme al gruppo della compagnia A guidato dal tenente Davies.
Dopo l’attacco
Nel frattempo altri carri del 19° reggimento si erano mossi e all’imbrunire dodici Sherman si trovavano nei pressi della stazione ferroviaria, in
particolare vicino le posizioni della compagnia B. Tuttavia, la fanteria neozelandese nell’area presidiava posizioni precarie con poco più di cento
uomini, di tanto in tanto qualche gruppetto di sbandati raggiungeva la zona.
Le perdite per il 26° battaglione erano state pesanti. La compagnia A aveva perso tutti gli ufficiali tranne uno e 36 uomini i cui 16 morti, la C aveva
perso 30 uomini di cui 10 morti. La compagnia D, della quale molti uomini si trovavano ancora in città, ebbe 6 morti e 18 feriti, infine la compagnia
B ebbe 5 morti e 12 feriti.
La notte seguente trascorse con relativa calma, ma all’alba del 18 marzo la stazione fu investita da un contrattacco tedesco progettato dal generale
Heidrich, il comandante della 1^ divisione paracadutisti (Mappa 7). L’assalto fu condotto dalla compagnia motociclisti divisionale, 72 uomini che alle
04.00 attraversarono le acque del Gari puntando sulla Casa Rotonda. I mortai che dovevano fornire il supporto di fuoco colpirono per errore le stesse
truppe tedesche. Molti degli attaccanti indossavano dei turbanti per far credere ai neozelandesi che si trattasse di soldati indiani, ma il trucco non
funzionò e i difensori, appoggiati dal fuoco degli Sherman inflissero loro altre perdite. Tra i tedeschi vi era il sottotenente Wilhelm Stoffregen,
armato di lanciafiamme: dovette arrendersi senza aver impiegato l’arma quando i suoi uomini furono colpiti o dovettero ripiegare. La battaglia durò
tutta la giornata, alle 14.50 i paracadutisti motociclisti avevano raggiunto la Casa Rotonda, ma erano ormai decimati. Nella notte sul 19 marzo,
soltanto 19 tedeschi fecero ritorno alle proprie linee, altri 50 erano stati catturati dai neozelandesi.
Non vi furono altri attacchi degni di nota e il 20 marzo l’isolato 26° ricevette il cambio dal 5° battaglione “Buff” della 36^ brigata di fanteria
inglese (78^ divisione).
Considerazioni sulla battaglia
L’assalto alla Stazione Ferroviaria fu una mossa ben pensata dal comando neozelandese e altrettanto ben eseguita dalle truppe, anche se la fortuna ha
giocato in favore dell’attaccante, in particolare con lo quadrone A.
Un solo cannone controcarro fu in grado di mettere fuori combattimento quattro Sherman grazie anche alle corazze esposte dai bersagli (laterali o
posteriori); pertanto gli uomini di Furness rischiarono grosso avvicinandosi alla Stazione Ferroviaria senza fanteria di supporto. Riguardo alla
fanteria, i neozelandesi avrebbero potuto sfruttare la notte precedente per spostare nel Convento delle Suore almeno le due compagnie di testa in modo
da ridurre le perdite. Ma tra le macerie è difficilissimo farsi un’idea delle possibilità di manovra.
La difesa tedesca era penalizzata da un ridotto numero di truppe, il cui grosso era concentrato nell’area dell’Hotel Continental. Forse Heidrich non si
aspettava un attacco di quel tipo e, confidando nella vasta area allagata e sul potere di interdizione della propria artiglieria sugli spazi scoperti,
aveva lasciato quasi sguarnita la zona tra il Convento e la collina Hummocks. Infatti, i tedeschi erano sparpagliati in piccoli nuclei e ai
neozelandesi in forze superiori fu relativamente facile neutralizzarli uno per uno. Tredici paracadutisti furono fatti prigionieri dagli attaccanti.
Il successo alla stazione non poté essere sfruttato perché il 26° rimase isolato per un paio di giorni. Le riserve tedesche costituite dal II./115°
reggimento avevano infatti interdetto la strada all’altezza dell’incrocio di quota 41.
Il campo di battaglia oggi
Nel dopoguerra la Cassino ricostruita si è notevolmente estesa. L’area della grande "X" è oggi densamente edificata, ma il tracciato delle strade è
rimasto e l’incrocio di quota 41 è diventato Piazza Dante.
Il Municipio ha invece cambiato posto e la funivia non esiste più (Mappa 8
e Mappa 9).
Incontro con il reduce, 60 anni dopo.
Durante le manifestazioni per il 60° anniversario delle battaglie di Cassino, l’autore ha incontrato (F. H. Carter della compagnia D, 26° battaglione neozelandese). Il reduce ricordava perfettamente quel terribile 17 marzo 1944.
Bibliografia e fotografie dell’epoca
Nel caso in cui il testo derivi sempicemente dall'esposizione, con o senza traduzione, di documenti/memorie al solo fine di una migliore e più completa fruizione, la definizione Autore si leggerà A cura di.
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